Sondrio - Sono stati presentati a Sondrio i risultati del progetto sperimentale ‘Anticipando la Buona Scuola’, organizzato da AREU e ATS Montagna per formare alle tecniche di primo soccorso gli studenti del quarto anno degli istituti superiori presenti sul territorio dell’ATS Montagna della provincia di Sondrio e della Valle Camonica, anticipando quanto previsto dal MIUR in materia di sicurezza e primo soccorso.
Nell’occasione, alla quale erano presenti, tra gli altri, il presidente della Provincia di Sondrio Elio Moretti e i direttori generali di ATS Montagna e Areu, Maria Beatrice Stasi e Alberto Zoli, sono state anche premiate le migliori clip prodotte dai ragazzi che hanno partecipato al concorso dedicato al Numero Unico 1.1.2.
I NUMERI – In poco più di sei mesi sono stati formati 1195 studenti valtellinesi (Sondrio) e 373 della Valle Camonica (Brescia) e, entro la fine dell’anno, il progetto sarà completato con l’ulteriore formazione e certificazione di altri 500 studenti camuni, in particolare di quelli degli istituti superiori di Breno ed Edolo. Sono sinora saliti in cattedra oltre 150 volontari della Croce Rossa Italiana (CRI) e della Federazione Volontari del Soccorso (FVS).
PRIMO SOCCORSO FONDAMENTALE PER SANITA’ DI MONTAGNA - “Un progetto importante, unico in Italia, che ha permesso di formare centinaia di ragazzi al primo intervento e alla cultura della sicurezza e del soccorso. Per la Valtellina – ha spiegato l’assessore alla Montagna, Enti locali e Piccoli comuni Massimo Sertori - essere precursori di un progetto come questo è un risultato importante soprattutto per la sanità di montagna che quotidianamente deve far fronte a distanze significative. E se abbiamo la fortuna che qualcuno sappia intervenire tempestivamente, possiamo salvare vite umane”.
STRUMENTI E RISULTATI - Obiettivo del corso previsto dal progetto, partito il 30 ottobre 2017, è quello di avvicinare i giovani alle tecniche di riconoscimento ed attivazione dell’emergenza, della rianimazione cardiopolmonare e dell’uso del defibrillatore, attraverso lezioni frontali, videoclip e simulazioni. “Avendo una figlia diciottenne – ha sottolineato Sertori - ho una testimonianza diretta del fatto che questo progetto ha funzionato. I corsi, oltre ad esser funzionali, possono inoltre aiutare i giovani a trovare la propria vocazione”.