Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nell'informativa al Senato sui provvedimenti di controllo sanitario negli aeroporti per i passeggeri provenienti dalla Cina, elencando una serie di "ulteriori misure" adottate nel nostro Paese, a fronte dell'evoluzione epidemiologica Covid-19 in Cina che lo stesso ministro ha definito "paradossale".
SCONTRO CON L'UE PER I TAMPONI PER I "CINESI"
In molti temono possa essere solo il primo passo per il ripristino di alcune restrizioni riguardanti tamponi e mascherine, soprattutto per l'allarmismo dilagante nelle ultime ore per il boom di casi in Cina, che ha portato anche all'obbligatorietà di test per chi proviene su voli aerei proprio dal Paese orientale.
Una decisione che non ha fatto sorridere nè il mondo diplomatico cinese nè le autorità europee, che frenano sull'estensione del test ai passeggeri cinesi. L'Oms Europa frena, invitando a non discriminare particolari popolazioni. L'organismo denuncia anche una carenza delle scorte di farmaci importanti, anche contro il Covid.
Alcune Regioni, come la Campania si sono già mosse in autonomia per l'inasprimento di norme anti-Covid, raccomandando l'uso di mascherine al chiuso in caso di mancato distanziamento.
"Per rafforzare il monitoraggio sull'evoluzione epidemiologica derivante dai potenziali rischi legati alla situazione creatasi nella Repubblica Popolare Cinese, ho provveduto a convocare per la giornata di domani l'Unità di crisi prevista dal Dm 7 agosto 2019 quale Osservatorio del ministero sulla materia", ha aggiunto Schillaci. Già in mattinata il premier Meloni aveva richiamato ad un'attenzione generale, escludendo per il momento "limitazioni alle libertà" ma facendo accenno a tamponi e mascherine come strumenti che potrebbero essere impiegati.