Da qui un primo elemento: "La maggioranza di arrivi sui monti della Lombardia è composta da 'turisti nazionali'", osserva l'assessore, che però chiarisce: "La situazione cambia sul fronte delle presenze, che calcolano le notti trascorse 'in loco': in questo caso gli stranieri sono pari al 60,45% e, quindi, prevalgono".
Un dato, quest'ultimo, "evidentemente influenzato dalle lunghe distanze, non percorribili in un solo giorno rispetto ai Paesi esteri di provenienza". L'assessore regionale sottolinea inoltre che "l'aumento del turismo 'domestico' verso le montagne lombarde è confermato dai numeri del 2022, quando la maggioranza di arrivi e presenze ha visto prevalere gli italiani, pari rispettivamente al 67,71% e al 58,41%".
Diverso il quadro per i laghi lombardi, dove si registrano 792.931 arrivi (a cui corrispondono 2,5 milioni di presenze), con una permanenza media di 3,2 notti.
"Sui nostri laghi la maggioranza di arrivi e presenze è rappresentata dagli stranieri, che nel primo quadrimestre 2023 sono stati pari rispettivamente al 60% (arrivi) e al 63,50% (presenze)", continua l'assessore. Dall'analisi del primo quadrimestre 2023, i laghi sono luoghi altamente attrattivi, con un trend di crescita: "Da gennaio ad aprile 2023 segnano infatti + 26,2% di arrivi (rispetto allo stesso periodo del 2022), mentre per le presenze si arriva al 51%, in ragione dell'aumento della permanenza media che passa da 2,7 a 3,2 notti".
Infine, chiude Mazzali, "i laghi rappresentano oltre il 25% degli arrivi della Lombardia e oltre il 36% in riferimento alle presenze. Sono una vera 'calamita' per i turisti stranieri".