In gioco c'è la salute di migliaia di persone che risiedono in valle.
Invece il recupero del rifugio Loa di proprietà comunale può attendere e, secondo Battista Ramponi ex assessore all'epoca dell'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Scolari, "il progetto deve riproporre l'idea originaria di chi aveva pensato al Loa".
In questi giorni abbiamo raggiunto il rifugio Loa, che si presenta avvolto da sterpaglie e con una rete arancione - da cantiere - che ne delimita la struttura. Sul futuro c'è il progetto, approvato dall'Amministrazione comunale in carica fino allo scorso marzo, che prevede il rifacimento dell'immobile con linee moderne e la possibilità di realizzare una piscina, ma secondo i cittadini quel progetto è distante dai tradizionali rifugi di montagna. Il piano approvato dall'Amministrazione comunale, che ha avuto un risarcimento di 480mila euro dall'assicurazione, punta sulla ristrutturazione dell'immobile creando una sala pranzo da ottanta posti al piano terra, una quindicina di posti letto al primo piano, mentre al secondo piano è prevista la spa, che però dovrebbe essere realizzata dal futuro gestore. I costi della ristrutturazione si aggirerebbero sui 600mila euro, ma con il rincaro delle materie prime potrebbero salire ulteriormente.
Gli abitanti del paese sostengono che l'intervento va pensato nell'ottica dell'utenza: il rifugio Loa, posto a 1.200 metri di quota e situato nel Parco dell'Adamello, è raggiungibile in auto su una strada che parte dalla provinciale 84 dopo l'abitato di Monte, frazione di Berzo Demo, mentre a piedi si arriva seguendo il "Percorso della Memoria".