Brescia – Quando, dopo un anno, si era per la terza volta ad un passo della firma per il rinnovo del Contratto provinciale territoriale per l’edilizia bresciana, si sono interrotte le trattative tra le organizzazioni sindacali Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil e Ance Brescia. “Il motivo della rottura – spiega il vicepresidente di Ance Brescia, Fabio Rizzinelli, delegato alle Relazioni sindacali – dipende dal fatto che le sigle sindacali non ritengono possibile introdurre nel nostro settore forme di retribuzione aziendale aggiuntive rispetto agli aumenti economici retributivi, già definiti. Si tratta di istituti contrattuali riconosciuti nei contratti collettivi di tutti i settori: le stesse sigle sindacali che non lo hanno voluto nel nostro Ccpl hanno sottoscritto accordi collettivi che prevedono piani di welfare in settori vicini a quelli dell’edilizia”. In nome di Ance Brescia Rizzinelli parla di “Argomentazione davvero pretestuosa, peccato che a pagarne il prezzo siano i lavoratori che non ricevono i significativi incrementi contrattuali che siamo pronti a riconoscere: il mancato rinnovo per loro pesa 680 euro annui”.
Un rammarico acuito dal fatto, evidenziano i vertici dell’associazione dei Costruttori, che aumentano i lavoratori che chiedono alle imprese supporto in questa difficile contingenza economica e sociale. “Un segnale che le difficoltà sociali aumentano – affermano i vertici di Ance Brescia – e situazioni come il mancato rinnovo del contratto provinciale contribuiscono ad allentare il legame tra lavoratori e sindacati”.