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A Cerveno splendono le nuove cappelle VI e IX della Via Crucis

Cerveno - Una scrigno per Cerveno e la Valle Camonica: tornano a splendere la VI e IX cappella della Via Crucis di Cerveno (Brescia). Ieri pomeriggio sono state inaugurate le due cappelle ed è stata annunciata la prosecuzione del restauro delle ultime 6 cappelle della Chiesa parrocchiale di San Martino.


GLI INTERVENTI


"E' un progetto iniziato nel 2010, che ha visto nel corso degli anni il restauro delle prime quattro cappelle e altre due tra il 2017 e il 2018 - spiega il parroco di Cerveno don Giuseppe Franzoni (nel video) - Ora abbiamo inaugurato altre due cappelle e nei prossimi anni andremo - grazie a un contributo di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, e il sostengo di Provincia, Comune di Cerveno, Comunità Montana di Valle Camonica e dei benefattori - a completare il restauro delle ultime cappelle".


Il costo del restauro è di un milione e 321 mila euro, di cui un milione da Cariplo e Regione Lombardia. Il sindaco di Cerveno, Marzia Romano, va oltre: "Questo intervento di restauro ha visto una stretta collaborazione con la parrocchia e adesso ci dobbiamo porre in un'ottica come comunità di far conoscere quest'opera, uno scrigno davvero unico e offrire servizi al pubblico".


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Alla cerimonia d'inaugurazione erano presenti, oltre a don Giuseppe Franzoni, parroco di Cerveno e Marzia Romano, sindaco di Cerveno, don Giuseppe Mensi, vicario Episcopale per l’amministrazione della Diocesi di Brescia; don Mario Bonomi, vicario episcopale territoriale Zona Pastorale S. Siro; Giacomo Ferrari, segretario generale della Fondazione della Comunità Bresciana Onlus - Fondazione Cariplo; Elena Balduzzi, consigliera della Fondazione Comunità Bresciana, Attilio Cristini, assessore alla Cultura della Comunità Montana e Valerio Bisio presidente del consiglio di amministrazione della Riva Acciai Spa. Durante la cerimonia sono stati illustrati dai restauratori del consorzio “Indaco” Giovanna Jacotti (nel video) e Luciano Gritti per le sculture; Gabriele Chiappa e Alessandra Didonè per gli affreschi, le opere realizzare nel corso dell'ultimo biennio.


IL RESTAURO


Per intervenire sugli intonaci dipinti delle pareti, sulle statue in stucco poste nel fondo delle cappelle e per consolidare il pavimento, i restauratori hanno proceduto spostando alcune delle statue lignee così da agevolare le operazioni di pulizia, consolidamento e ritocco di ogni componente. In particolare, le statue lignee sono state oggetto di un faticoso intervento di rimozione di stratificazioni pittoriche non originali che durante i secoli erano stati poste da mani diverse. Alcuni di questi strati, particolarmente tenaci, hanno costretto l’impiego di più tempo rispetto a quanto preventivato e varie difficoltà tecniche. Il restauro ha consentito di restituire le originali cromie che durante i secoli erano state alterate se non addirittura, per alcune porzioni, stravolte.

I colori sono stati poi consolidati, ove necessario e, in alcuni punti, integrati con colori naturali e reversibili. Lo stesso è avvenuto per le statue in stucco, alcune delle quali erano in pessime condizioni, per cui si è dovuto procedere con operazioni meccaniche di consolidamento anche rimovendo delle grossolane aggiunte avvenute nel secolo scorso. Il restauro degli affreschi interni delle cappelle ha permesso di restituire degli splendidi cieli e fondali scenografici decorati con mitici palazzi di città. Si è, innanzitutto, proceduto a rimuovere le ‘tinteggiature’ che avevano coperto alcune parti e a consolidare alcuni punti dell’intonaco bisognosi di intervento. Anche i parapetti in legno sono stati smontati, rimosse le tinteggiature, consolidate con stucco delle piccole mancanze e riverniciati. Le opere appaiono oggi come erano state pensate dagli ideatori del santuario. La cappella VI, opera di Beniamino Simoni, ha mostrato una modalità d’intaglio diversa rispetto alle statue lignee della cappella IX. Questa, infatti, è stata eseguita dai Fantoni per cui si sono viste scelte diverse di materiali, tecniche e rifiniture di altro gusto rispetto a quelle del Simoni.


LE STAZIONI RESTAURATE


VI Cappella: Veronica asciuga il volto di Gesù
La Cappella è composta da quattro sculture in legno a “tutto tondo” e sedici figure in stucco, sei delle quali a “tutto tondo” e dieci in basso/alto rilievo. Vi sono, quindi, le superfici murarie affrescate e il parapetto in legno dipinto con struttura di chiusura in ferro forgiato a grata e maglie.


IX Cappella: Gesù cade la terza volta
La Cappella è composta da cinque sculture in legno a “tutto tondo” e dieci figure in stucco, cinque delle quali a “tutto tondo” e cinque in basso/alto rilievo. Vi sono, quindi, le superfici murarie affrescate e il parapetto in legno dipinto con struttura di chiusura in ferro forgiato a grata e maglie; la pavimentazione è dipinta.
Le opere appaiono oggi come erano state pensate dagli ideatori del santuario. La cappella VI, opera di Beniamino Simoni, ha mostrato una modalità d’intaglio diversa rispetto alle statue lignee della cappella IX. Questa, infatti, è stata eseguita dai Fantoni per cui si sono viste scelte diverse di materiali, tecniche e rifiniture di altro gusto rispetto a quelle del Simoni. Il restauro è stato sostenuto da Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Provincia di Brescia, Comunità Montana di Vale Camonica, Riva Acciai di Cerveno, i cittadini di Cerveno e della Valle Camonica, Comune di Cerveno e Parrocchia di Cerveno.


RESTAURO DELL’ULTIMA TRANCHE DI LAVORI: 2020-2023
Per concludere l’intero restauro del santuario, mancano tuttora 6 stazioni tra le quali vi è anche la XIV, ossia la più grande per dimensioni e apparato pittorico. A questi lavori si aggiungono anche le pareti della scala del santuario con la relativa cupola di copertura, si tratta quindi di una grande superficie pittorica; più molte statue da restaurare che coinvolgono circa la metà dell’intero patrimonio artistico del santuario. Il lavoro, molto delicato quanto esteso, dovrà prevedere un’attività intensa, condotta su più ambiti disciplinari, da parte dell’equipe del consorzio “Indaco”, il gruppo dei restauratori che finora ha operato a Cerveno. È solo dello scorso agosto 2021 la notizia che Fondazione Cariplo e Regione Lombardia hanno ritenuto il progetto di restauro presentato dalla Parrocchia di Cerveno per il proprio santuario degno di essere ammesso al bando di finanziamento denominato “Emblematico Maggiore”. Nel presente evento di inaugurazione del restauro delle cappelle VI e IX la parrocchia di Cerveno ha quindi il piacere di annunciare e dare inizio la prosecuzione dei lavori che permetterà di consegnare ai fedeli e turisti, tra tre anni, tutto il complesso del santuario della Via Crucis restaurato. Durante il lavoro sono previse varie azioni tese alla documentazione del restauro e finalizzate alla valorizzazione, mediante metodi tradizionali quali documentazione cartacea e video, e tramite sistemi di visite virtuali anche con realtà aumentata, che saranno disponibili gratuitamente a tutti i visitatori e fedeli, prima e durante la presenza all’interno del luogo sacro. Sono previsti anche progetti volti all’incremento dei pellegrinaggi con la creazione di apposti luoghi di sosta, meditazioni guidate, in presenza e on line.
Gli autori - Restauratori del consorzio “Indaco” sono Gabriele Chiappa & Alessandra Didonè - affreschi; Luciano Gritti e Giovanna Jacotti - sculture; Franco Blumer - collaboratore esterno per i metalli
Soprintendenza di competenza del restauro: SABAP Brescia - Bergamo
Architetto Luca Rinaldi
Dottor Vincenzo Gheroldi
Architetto Camilla Rinaldi
Il progetto di valorizzazione e comunicazione è stato ideato e condotto da Federico Troletti. La realizzazione della realtà aumentata e del sito internet a cura di Stefano Marziali di HyperReal.
Il coordinamento generale del piano economico e della segreteria per la gestione del progetto sono stati curati da Federica Reccagni della società “Polyedros” di Brescia. Architetti: Paolo Blam; Federica Fonatti. Marzia Romano, sindaco di Cerveno, ha promosso la cooperazione con gli enti locali, mentre don Giuseppe Franzoni, parroco pro tempore di Cerveno dal 2011, ha promosso il restauro, gestito le pratiche di autorizzazione e i rapporti con il MIC, la Diocesi di Brescia e i privati.

Ultimo aggiornamento: 13/11/2021 02:34:52
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