Sulla scorta dei rilevanti elementi di riscontro acquisiti, che hanno permesso di ricostruire l’effettivo ammontare delle operazioni commerciali intercorse tra le due società, negli anni dal 2014 al 2020, e grazie al coordinamento tecnico con la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Trento, è stato possibile qualificare come “esterovestita” l’impresa estera, riconducendone in Italia l’effettiva residenza fiscale. Sono stati acquisiti inequivocabili elementi di prova che tutte le decisioni afferenti alla gestione commerciale e finanziaria venivano prese nel territorio nazionale e che, nel Paese estero, non vi fosse mai stata alcuna amministrazione effettiva, ma una mera domiciliazione di comodo.
L’”esterovestizione societaria” è una prassi illegale che, purtroppo, diversi imprenditori architettano, nel tentativo di sottrarsi al pagamento delle imposte effettivamente dovute in Italia, che, nel caso specifico ammontano ad oltre 500 mila euro.
Appare evidente come simili comportamenti, non solo sottraggano preziose risorse finanziarie, che potrebbero essere impiegate a favore della collettività, ma costituiscano, anche, una vera e propria forma di concorrenza sleale, in quanto, grazie all’indebito risparmio fiscale, le aziende che vi ricorrono possono permettersi di praticare prezzi fuori mercato, danneggiando, specie in questa difficile congiuntura, la maggior parte degli imprenditori che rispettano, onestamente, le regole.
Il servizio svolto dalla Tenenza di Cles rientra pienamente nelle proiezioni operative della Guardia di Finanza che, quale polizia economica e finanziaria, è costantemente dedita alla prevenzione ed alla repressione delle fenomenologie illecite più gravi, che incidono negativamente sull’economia, minano la libera concorrenza e impediscono che consistenti risorse monetarie affluiscano allo Stato ed agli Enti locali.