MALÈ (Trento) - Una nuova idea di sanità di prossimità prende forma in
Val di Sole: con l’inaugurazione a
Malè anche il
distretto nord dell’Azienda provinciale per i
servizi sanitari ha la sua prima
Casa della Comunità. Si rafforza così un modello di assistenza territoriale integrata, mettendo al centro, la persona, la famiglia e la comunità, valorizzando così l’esperienza di un territorio come quello della Val di Sole che da anni rappresenta un «laboratorio collaudato» di collaborazione tra sanitario e sociale. Si compie di fatto un ulteriore importante passo nell’attività di riordino generale dell’assistenza territoriale e nello sviluppo dei nuovi modelli di integrazione sociosanitaria, in linea con quanto previsto dal DM 77.
La nuova Casa della Comunità è stata ufficialmente presentata alla popolazione con una breve cerimonia inaugurale che ha visto la presenza delle più alte autorità provinciali e territoriali: il presidente della Provincia autonoma di Trento
Maurizio Fugatti, l’assessore provinciale alla salute
Mario Tonina, il dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali
Andrea Ziglio, il direttore generale di Apss
Antonio Ferro, la direttrice sanitaria
Denise Signorelli, la direttrice amministrativa
Rosa Magnoni, la direttrice delle cure primarie del Distretto nord
Daniela Zanon, il presidente della Comunità della Valle di Sole
Lorenzo Cicolini in rappresentanza dei sindaci e l’assessore regionale
Carlo Daldoss. Hanno partecipato all’incontro anche diversi rappresentanti delle autorità e associazioni locali.

La
Casa della Comunità di Malè serve i
13 Comuni della Val di Sole, per una popolazione di oltre
15.500 abitanti, e si colloca in un contesto particolarmente favorevole alla sperimentazione di modelli avanzati di integrazione sociosanitaria. In un unico ambito territoriale convivono infatti una Casa della Comunità, una Comunità di Valle, un Servizio socioassistenziale e una Aggregazione funzionale territoriale della medicina generale, poggiando su una storia consolidata di collaborazione tra servizi sanitari e sociali, sviluppata anche attraverso progetti e percorsi di comunità già attivi sul territorio. La particolare conformazione geografica della valle ha favorito lo sviluppo di una rete territoriale diffusa. In questo quadro si inserisce anche la valorizzazione del
Punto socio sanitario territoriale di Pellizzano, che affianca la Casa della Comunità di Malè e ospita ambulatori di medicina generale e pediatria di libera scelta, continuità assistenziale, servizi infermieristici, riabilitazione, salute mentale, assistenza sociale e una postazione del 118. La prossimità è garantita anche da una rete di ambulatori dei medici di medicina generale distribuiti sul territorio.
La
struttura di Malè ospita le funzioni tipiche di una Casa della Comunità, a partire dal Punto unico di accesso (PUA), che rappresenta la porta di ingresso unitaria ai servizi sanitari e sociali, con attività di accoglienza, orientamento, supporto amministrativo, valutazione dei bisogni e avvio della presa in carico, in raccordo con la Centrale operativa territoriale e con il numero unico 116117. Sono presenti i servizi di assistenza primaria, con i medici di medicina generale organizzati in AFT, i pediatri di libera scelta e la continuità assistenziale, affiancati da servizi di diagnostica di base, specialistica ambulatoriale, servizi infermieristici e servizi amministrativi. La struttura ospita inoltre i servizi sociali, rafforzando l’integrazione tra ambito sanitario e sociale. All’interno della Casa della Comunità trovano spazio anche servizi di riabilitazione, salute mentale, le attività consultoriali, nonché le funzioni di prevenzione e promozione della salute del Dipartimento di prevenzione, inclusi screening e attività vaccinali. Un ruolo centrale è svolto dagli infermieri di famiglia e di comunità, che operano in stretta connessione con i medici e i servizi territoriali per la presa in carico delle persone con patologie croniche, fragilità o bisogni assistenziali complessi, valorizzando anche le risorse della comunità. Particolare attenzione è infine riservata alla medicina turistica, considerata la rilevanza dei flussi presenti sul territorio: a fronte di una popolazione residente di circa 15.500 abitanti, la presenza turistica media supera le 8.000 persone.
Ad entrare nel dettaglio delle attività e dei servizi della Casa della Comunità e a tracciare il cammino che darà piena operatività al percorso partecipativo di costruzione della Casa di Comunità è stata la direttrice sanitaria di Apss
Denise Signorelli: «Con questa inaugurazione si valorizza un territorio ricco di risorse e di collaborazioni già consolidate. La Casa della Comunità è già un punto di riferimento aperto alla comunità, non una struttura chiusa, pensata per integrare servizi, professionisti e reti territoriali. Oggi inauguriamo quanto il PNRR ha reso possibile sul piano infrastrutturale e funzionale, all’interno di un percorso avviato nel 2023 e che proseguirà nei prossimi mesi con lo sviluppo organizzativo dei servizi, sulla base delle indicazioni nazionali e del documenti aziendali approvati recentemente. La Casa della Comunità rappresenta il nodo centrale di una rete che mantiene come valori fondamentali la prossimità e la capillarità: accanto ai servizi e alla diagnostica presenti a Malè restano pienamente integrati i presidi territoriali come Pellizzano e gli altri ambulatori della valle. Il prossimo passo sarà il consolidamento del modello, anche attraverso l’avvio di un tavolo permanente con il territorio e il terzo settore, per costruire insieme nuove progettualità a favore della salute della comunità».
Daniela Zanon, direttrice delle Cure primarie del distretto nord ha evidenziato alcune peculiarità del territorio, dove da tempo si coltiva l’integrazione come valore strategico: «La distanza dagli ospedali ha spinto questo territorio a sviluppare una vera integrazione tra professionisti e servizi, resa possibile anche grazie alla forte volontà delle amministrazioni locali e alla collaborazione con il servizio sociale.
La Casa della Comunità di Malè rappresenta un modello concreto di sanità di prossimità, con una presenza articolata di servizi che va dalla medicina di famiglia ai servizi infermieristici, dalla riabilitazione alla specialistica, fino alle attività amministrative, psicologiche e di neuropsichiatria infantile. Accanto all’assistenza, un ruolo importante è svolto anche dai numerosi progetti di promozione della salute, realizzati in collaborazione con il volontariato, che rafforzano il legame tra servizi sanitari e comunità locale».
«L’apertura della Casa della Comunità di Malè – ha dichiarato il direttore generale Antonio Ferro – rappresenta il coronamento di un disegno avviato in Trentino già negli anni scorsi, che oggi trova piena attuazione nel quadro delle indicazioni del DM 77, declinate attraverso un modello trentino che introduce elementi di novità anche rispetto al contesto nazionale. Questo risultato è stato possibile anche grazie al lavoro congiunto con l’Assessorato e a un accordo particolarmente innovativo con la medicina generale, il primo di questo tipo in Italia, che consente una riorganizzazione delle Associazioni funzionali territoriali (AFT) e favorisce il lavoro integrato dei medici. Un altro elemento centrale delle Case della Comunità è la forte integrazione con l’area sociale, sempre più rilevante in una società che cambia e che vede un progressivo aumento dell’età media della popolazione. Il Trentino è un territorio longevo, grazie a un sistema sanitario efficiente e a corretti stili di vita, ma questo comporta anche un aumento dei bisogni assistenziali. La Casa della Comunità – ha concluso Ferro – non è quindi solo una struttura, ma un vero modello organizzativo al servizio delle persone».
«L’apertura della Casa della Comunità di Malè – ha dichiarato il direttore generale del Dipartimento salute Andrea Ziglio – si inserisce nel più ampio percorso di riordino dell’assistenza territoriale e rappresenta un cambio di paradigma nella presa in carico: non più solo il singolo, ma la famiglia e l’intera comunità, con un approccio centrato sulla persona e non solo sulla malattia. La territorialità, intesa come prossimità e come rete di servizi integrati, è un elemento chiave di questo modello, che punta a rafforzare l’integrazione tra sanità e sociale, tra sanità e terzo settore e tra professionisti. Sempre nell’ottica dell’integrazione territoriale si inserisce anche la nuova Asuit che non sarà un’azienda centrata su un policlinico, ma un’azienda unica e integrata, capace di portare innovazione e ricerca anche nei nodi più periferici della rete. L’innovazione è il motore del progresso e rappresenta anche un fattore di attrattività, insieme al rinnovo dei contratti del comparto e della dirigenza medica, fondamentali per rendere il nostro sistema sanitario competitivo e attrattivo per i professionisti. Un ruolo centrale è infine svolto dalla prevenzione e dalla promozione della salute: intervenire prima della malattia è una scelta strategica e necessaria per garantire la sostenibilità futura del servizio sanitario pubblico».
«Con l’inaugurazione della Casa della Comunità di Malè – ha dichiarato l’assessore alla salute Mario Tonina – si completa un percorso avviato nella precedente legislatura rafforzando l’assistenza sanitaria di prossimità in Val di Sole. Ringrazio in particolare le istituzioni locali, sempre attive e protagoniste di un lavoro che oggi diventa un esempio per altri territori del trentino. La Casa della Comunità, in linea con il DM 77, consente di offrire risposte più vicine e integrate ai cittadini, valorizzando le professionalità già presenti qui e contribuendo ad alleggerire la pressione sugli ospedali, con effetti positivi su pronto soccorso e liste di attesa. Investire in servizi di prossimità significa migliorare la qualità della vita delle persone e rafforzare anche le politiche di prevenzione, che rappresentano una scelta strategica per il futuro della sanità e della comunità. Grazie all’autonomia, il Trentino può affrontare questa sfida con una visione condivisa, liberando risorse e riconoscendo il valore del personale sanitario. La Val di Sole dimostra oggi come la collaborazione istituzionale sia la chiave per costruire una sanità sempre più vicina ai bisogni delle comunità. In questo quadro si inserisce anche l’esperienza del progetto “Vivere la Salute in Val di Sole”, promosso nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne, che ha dimostrato come prossimità, innovazione digitale e partecipazione possano integrarsi efficacemente».
«L’inaugurazione della Casa della Comunità di Malè - ha evidenziato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti – conferma una scelta strategica precisa: la centralizzazione della sanità non è la risposta, perché l’esperienza del Covid ha reso evidente quanto sia fondamentale mantenere e rafforzare i servizi sanitari sui territori, in particolare nelle valli, e il percorso avviato va in questa direzione. Siamo consapevoli delle difficoltà che il sistema sanitario sta affrontando ma in Trentino il servizio sanitario pubblico continua a essere riconosciuto per la qualità professionale dei medici e per l’umanità di chi lavora nelle nostre strutture. Di questo dobbiamo essere orgogliosi. Come Provincia stiamo investendo in modo significativo per garantire servizi di qualità sul territorio. In questa visione rientrano anche scelte strategiche come la Scuola di Medicina e il nuovo Polo ospedaliero universitario del Trentino, fondamentali per rafforzare l’attrattività del sistema e assicurare nel tempo la presenza dei professionisti e dei servizi per i cittadini».
Per l’occasione è intervenuto brevemente anche Lorenzo Cicolini, presidente della Comunità di Valle, che ha evidenziato come il territorio della Valle di Sole pur essendo “periferico”, dispone di una rete articolata di servizi, anche sanitari. «La vera sfida – ha dichiarato – ora è riempire questa struttura di contenuti, rafforzando in particolare l’integrazione con l’area sociale, attraverso una collaborazione stretta e continua tra le amministrazioni e l’Azienda sanitaria. Ogni Casa della Comunità nasce sulle specificità del territorio e come amministratori locali siamo pronti a dare il massimo contributo, lavorando con coesione per garantire sempre più servizi di prossimità alla comunità». A chiudere è stato il consigliere regionale Carlo Daldoss: «La Val di Sole ha una lunga tradizione di attenzione agli aspetti sociali e oggi si confronta, come molti territori, con l’invecchiamento della popolazione e con un aumento crescente dei bisogni assistenziali. La risposta più efficace è rafforzare i servizi di prossimità, capaci di essere più puntuali ed efficienti».