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Trento: la Cgil chiede investimenti sull'assistenza domiciliare

Trento - Domiciliarità dell’assistenza e della cura sono un mantra che sempre più frequentemente ritorna ogni qualvolta si tocca il nodo critico dell’assistenza ad anziani e fragili e, gioco forza, delle difficoltà delle Rsa a fronteggiare tutte le richieste. “Tutti sembrano d’accordo sull’importanza di spingere sull’assistenza domiciliare, eppure questo servizio gestito dalle Comunità di Valle, per anni fiore all'occhiello per la qualità e appropriatezza degli interventi, sta subendo da tempo un progressivo e silente smantellamento.

Alla base ci sono cause e responsabilità politiche”, denunciano Luigi Diaspro e Masha Mottes della Fp Cgil del Trentino.


"Chi opera in questo settore è personale pubblico, alle dipendenze delle Comunità, e personale privato dipendente dalle Cooperative in appalto, che svolge un lavoro delicatissimo e prezioso presso il domicilio dei nostri anziani e utenti fragili per attività mirate di sostegno, con uso spesso del mezzo proprio e difficoltà anche al riconoscimento delle ore di spostamento (settore privato).


Il personale pubblico ha mediamente un’età avanzata, in molti casi ha delle limitazioni fisiche a causa della particolare gravosità delle attività e, allo stesso tempo, non vi sono concorsi pubblici da anni, con la conseguenza abbastanza intuibile di un progressivo depauperamento del servizio pubblico per gli anziani per i quali, appunto, ci si rivolge poi quasi esclusivamente alle strutture Rsa. Alcune Comunità di Valle non fanno bandi pubblici dagli anni ‘90, quando nei territori più disagiati e lontani si potrebbero creare posti di lavoro di interesse anche per la popolazione del luogo. In molti casi poi, quando i servizi vengono esternalizzati i dipendenti pubblici vengono riassegnati in altre zone con svilimento della professione e i conseguenti disagi del caso. Nella realtà dunque siamo di fronte ad un progressivo disinvestimento sull’assistenza domiciliare.


Del resto tutto il terzo settore è in grave affanno: retribuzioni e tutele contrattuali molto più basse del pubblico determinano un continuo turn over, in un servizio che dovrebbe al contrario garantire stabilità e continuità assistenziale, condizioni degli appalti che scaricano sui lavoratori il rischio d’impresa (l’assenza/indisponibilità dell’assistito viene spesso posta a carico del lavoratore) oltre a condizioni di lavoro e retributive disomogenee che determinano dumping insieme a precarietà lavorativa e scadimento della qualità e quantità dell’offerta del servizio pubblico".


“E’ necessario e urgente che si inverta la rotta e si proceda con investimenti massicci sul sistema, per un piano straordinario di assunzioni nel pubblico ed una revisione dei criteri di composizione dei costi degli appalti, a partire dell’equiparazione giuridica e retributiva pubblico – privato. Attendiamo ancora una convocazione dell’assessore Tonina, che ad oggi si è mostrato sordo alle nostre richieste di incontro”, concludono i sindacalisti.

Ultimo aggiornamento: 19/03/2024 21:37:29
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