TRENTO - “
Al di là”, nuova Lettera alla comunità dell’arcivescovo Lauro Tisi:
“La vita eterna comincia ora”. E' stata presentata oggi
festa di San Vigilio.
“La vita eterna non è un ‘dopo’ cronologico, ma una realtà viva e presente: è Cristo Risorto, che ci comunica la vita di Dio, nell’essere fratelli e sorelle per gli altri. Fin da ora possiamo farne esperienza ogni volta che scegliamo di amare, di donarci, di entrare nella logica del Risorto”. È uno dei passaggi chiave di “Al di là” la nuova Lettera alla comunità firmata dall’arcivescovo di Trento Lauro Tisi (la decima dall’inizio del suo episcopato) in occasione della solennità del patrono San Vigilio e distribuita in cattedrale al termine del solenne pontificale di giovedì 26 giugno.
Il titolo rimanda al cuore della riflessione e alla necessità di andare oltre una visione talora “ingenua ed eterea” che confina la vita eterna solo in un “domani lontano”, mentre essa si realizza fin d’ora grazie alla fede in Gesù di Nazaret, modello di umanità in pienezza. “Chi crede ha la vita eterna”, ricorda non a caso monsignor Tisi citando l’evangelista Giovanni (6,47).

Articolata in paragrafi tematici – come “Qui e ora”, “Scintilla”, “Desiderio”, “Giudizio”, “Esplosione” – la Lettera si apre come di consueto con storie vissute: l’incontro, in avvio della Visita pastorale, con una madre gravemente malata che chiede di ricevere l’unzione degli infermi davanti ai figli; i genitori grati verso i soccorritori alpini che hanno recuperato il corpo del figlio vittima in montagna; le madri dei figli morti sugli scenari di guerra, in Ucraina e Medio Oriente, ricordando le troppe vittime innocenti – tra cui i figli della dottoressa Alaa, colpita a Gaza. “Che ne sarà – si interroga don Lauro – di quanti chiudono definitivamente gli occhi alla luce terrena, vittime di una morte ingiusta perché rapiti prematuramente dalla malattia o stroncati dall’odio etnico, politico, economico?”.
La domanda si fa personale: “Che ne è di ognuno di noi dopo la morte? Saremo davvero consegnati a un tempo senza tempo, eterno? Che ne è di ognuno di noi dopo la morte? Saremo davvero consegnati a un tempo senza tempo, eterno?
A dispetto della comune e motivata considerazione “l’importante è stare sani”, Tisi nota di aver “constatato più di una volta uomini e donne andare incontro al morire con serenità, addirittura in qualche caso con gioia, proprio perché abitati dalla vita di Dio”.
Con “Al di là”, don Lauro invita a scoprire che la vita eterna non è attesa passiva, ma una relazione viva che si nutre di perdono, ascolto, servizio. Segni di vita eterna per don Lauro sono rintracciabili “nei volti amati che ci hanno preceduto, nella cura delle relazioni, nella libertà che Dio – scrive l’Arcivescovo – non smette mai di concederci, fino all’ultima ora. La morte, allora, non è una fine ma un nuovo appello all’amore”.
La riflessione di monsignor Tisi si arricchisce di importanti considerazioni bibliche e teologiche che lo portano a citare Sant’Agostino, guida intellettuale e spirituale di papa Leone XIV, (“Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te”) e a ricordare il ruolo provocatorio delle parabole di Gesù che vanno rilette “alla luce della sua vita e del suo stupendo epilogo. Per Gesù – annota Tisi – il giudizio non è mai una sentenza ma un appello personale, accorato, affinché l’uomo scelga la via del dono e dell’amore”.
Nel contesto del Giubileo della speranza, la Lettera è anche un invito alla conversione personale e comunitaria, una “fisioterapia spirituale” che, attraverso la riscoperta dell’Eucaristia e della Parola, restituisce profondità alla vita della Chiesa, nelle cui “stanze – denuncia l’Arcivescovo – anziché trovare il Dio leggero e meraviglioso dell’espropriazione di sé e del farsi prossimo, incontra gente agitata, in ansia, spaventata”. Di qui l’invito alla comunità credente a “rimettere al centro l’umanità di Cristo attraverso la frequentazione di quei Vangeli che ci danno il codice nuovo su Dio. Questo è già frequentare la vita eterna”.
Particolarmente toccante la pagina dedicata a don Mauro Leonardelli, sacerdote diocesano recentemente scomparso, ricordato per il suo modo di vivere la malattia come dono di sé e occasione per ridisegnare le priorità dell’esistenza.
La Lettera si chiude con un omaggio a Sara Piffer, giovane ciclista trentina tragicamente scomparsa, la cui fede inattesa e la gioia di vivere continuano ad emergere come fiori preziosi. “Grazie Sara, con la tua testimonianza – conclude monsignor Tisi – ci hai svelato l’Eterno.”
La Lettera “Al di là”, edita da Vita Trentina e disponibile in versione digitale sul sito web diocesano, sarà allegata in forma cartacea al settimanale diocesano in uscita la prossima settimana. Copie gratuite sono disponibili presso la Curia diocesana in piazza Fiera e al Polo culturale Vigilianum.