PERGINE VALSUGANA (Trento) - Il 
futuro dell’
area dell’
ex complesso Artigianelli a Susà di Pergine Valsugana è stato al centro dell’incontro tenutosi ieri sera nella sala frazionale. Il presidente della Provincia di Trento 
Maurizio Fugatti e l’assessore al patrimonio 
Simone Marchiori sono stati accolti dal sindaco di Pergine 
Marco Morelli e dal vicesindaco 
Giovanni Monsorno ed hanno partecipato all'incontro.

Tra i relatori anche il dirigente generale dell’Unità di missione strategica Patrimonio e trasporti 
Mauro Groff e il dirigente comunale
 Luca Paoli. Grande la partecipazione da parte della popolazione e, tra i presenti, anche i consiglieri provinciali
 Walter Kaswalder e 
Stefania Segnana oltre a numerosi amministratori locali, tra cui l’ex sindaco 
Roberto Oss Emer.
“Il percorso per trovare una progettualità nuova e condivisa per la riqualificazione dell’area ex Artigianelli è partito nella scorsa legislatura. Si tratta di un edificio con una grande valenza storica e culturale per la comunità di Pergine e di Susà, da tempo in una situazione di degrado. Come Provincia stiamo investendo quasi 2 milioni di euro per la sua demolizione, con i lavori che interesseranno tutto il 2026. Questa serata interlocutoria con Comune e frazione è importante per fare il punto sulla situazione attuale ma anche per raccogliere le progettualità della popolazione, del Comune e metterle insieme alle nostre” le parole del presidente Fugatti.
Ad entrare nel dettaglio delle ipotesi su cui sta ragionando la Provincia è stato l’assessore Marchiori “Pensiamo di utilizzare una parte dell’area attualmente occupata dal complesso per dei depositi museali che possano anche prevedere forme di apertura al pubblico: non semplici volumi in cui stipare documenti, collezioni ed oggetti dei nostri musei ma dei luoghi di cultura.
                                             
                                            
                                            
                                            
                                            
                                                Abbiamo un patrimonio enorme legato alle nostre radici ora rinchiuso in strutture in locazione che non sono nate per questo scopo”.
Una soluzione già adottata ad Hall in Tirol, dove l’assessore è stato in sopralluogo nei mesi scorsi per prendere spunto da quanto fatto dal Land Tirolo, accolta con favore dai presenti in sala. Soluzione che da un lato permetterebbe di rispondere alla esigenza di spazi, spesso mancanti, ristretti o in affitto, ottimizzando dunque le risorse, e dall’altro di creare un’attrattiva che porti valore aggiunto alla comunità di Susà ed al contempo arricchisca l’offerta culturale provinciale.
Mauro Groff ha quindi illustrato il percorso fatto dalla Provincia insieme al Comune in questi anni. Un complesso, quello costruito tra il 1963 e il 1965 come centro vocazionale-seminario minore e successivamente trasformato in scuola pubblica con annesso convitto, che è articolato su un grande corpo di fabbrica centrale e tre volumi collegati, per complessivi 55.600 metri cubi ed una superficie di oltre 2.500 metri quadrati. La proprietà provinciale comprende un’area di estensione di quasi 15.500 metri quadrati attorno all’edificio. Il mosaico del Cristo Benedicente, un tempo custodito al suo interno, è già stato recuperato, restaurato e ricollocato nella chiesa di Sant'Alessandro a Riva del Garda per un costo complessivo di circa 200mila euro. Sono state inoltre eseguite delle attività di bonifica per un totale di circa 130mila euro. Ad agosto si è avviata la procedura d’appalto, con base d’asta di 1.627.531,63 euro, per l’abbattimento del complesso e nel mese di novembre i lavori saranno aggiudicati. Ad inizio 2026 si partirà con la demolizione ed i tempi previsti per l’esecuzione dei lavori sono di 365 giorni. Il materiale derivante dalla demolizione verrà gestito in modo sostenibile, con il riutilizzo delle macerie frantumate, macinate e vagliate in sito, anche al fine di non gravare sulla viabilità locale.
“Si tratta di un’area molto vasta su cui la Provincia, come proprietaria, ha idee e legittime aspettative di cosa realizzare - ha concluso il sindaco Morelli - come Comune chiediamo da un lato che le funzioni e le volumetrie siano compatibili con la frazione e la sua viabilità e dall’altro un eventuale cessione di aree su cui Comune e frazione decideranno cosa fare”.
Diverse le progettualità emerse da parte della comunità locale, riassunte dal vicesindaco Monsorno, con il presidente Fugatti che ha ricordato come il volume di cui la Provincia necessita per i propri spazi di archiviazione è ben inferiore a quello attuale, ribadendo la volontà di lasciare spazio per le esigenze del territorio.