-

Sondrio ha festeggiato i patroni

Benedetto organo restaurato della Collegiata, il messaggio del Vescovo

SONDRIO - Nel tardo pomeriggio, nella chiesa Collegiata di Sondrio, il Vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, ha presieduto la Santa Messa nella ricorrenza dei Santi patroni del capoluogo valtellinese, i martiri Gervasio e Protasio. Le loro spoglie sono conservate a Milano, insieme a quelle di Sant’Ambrogio, nella basilica intitolata al patrono della Chiesa milanese. Fu proprio il Vescovo Ambrogio, infatti, a ritrovare i resti mortali dei due martiri nell’anno 386. In occasione della festa patronale di Sondrio, nei riti iniziali della Santa Messa, il Vescovo Cantoni benedirà anche l’organo della chiesa Collegiata, sottoposto, negli ultimi due anni, a un importante intervento di restauro, affidato alla ditta Colzani di Bulgarograsso (Co). La restauratrice sondriese Letizia Greppi, invece, si è occupata della pulitura e sistemazione delle parti lignee (la cassa armonica e la balconata). L’organo, realizzato a inizio Novecento dalla ditta Mascioni, è stato sottoposto, nella sua storia, a due operazioni di ampliamento: la prima nel 1934, la seconda nel 1962 per volere di monsignor Sergio Marcianò. Lo strumento conta così 49 registri e 3800 canne. Il restauro ha richiesto un impegno economico di 200mila euro: 80mila euro di finanziamenti sono stati erogati da Fondazione Cariplo; 74mila euro dalle assegnazioni dell’8 per Mille. La parte mancante è in fase di raccolta, grazie alla generosità di tanti donatori.

OMELIA
Ci ritroviamo in questa chiesa Collegiata, allietati dal suono festoso dell’organo restaurato, per celebrare il sacrificio eucaristico nella festa dei santi patroni Gervasio e Protasio, due fratelli martiri della Chiesa ambrosiana, le cui spoglie furono ritrovate da s. Ambrogio. Egli li ha immediatamente additati ai suoi fedeli come martiri, cioè testimoni fedeli, appassionati di Gesù Cristo fino a offrire a lui la propria vita.
Il loro esempio, sempre attuale, viene quindi proposto anche a noi oggi per indurci ad amare come Gesù, non a parole, ma in maniera profonda, mentre affrontiamo anche noi altre nuove forme di martirio: quale quello della pazienza, della fedeltà incondizionata alle nostre promesse, anche se costose, con la scelta di accogliere benevolmente chi ci è avverso, come anche la determinazione di prodigarsi con generosità verso tutti, fino ad amare il non amabile, lo straniero, il povero, l’ammalato, e le persone che non ci stimano e ci rifiutano.
Dalla Eucaristia che oggi celebriamo, corpo e sangue del Signore a noi donato e per noi sparso, nasce e si realizza l'unità di questa Comunità parrocchiale con il Signore Gesù e tra noi, che siamo le membra del suo corpo. Ci è di forte richiamo il motto di papa Leone XIV: “In Illo uno, unum”, una frase di s.
Agostino che ci assicura che la nostra unità dipende dall’essere strettamente uniti a Cristo.
La festa dei santi Patroni rappresenta una felice ricorrenza. È un’occasione che ci riporta alle radici cristiane di questa nostra Comunità. Siamo stimolati così non solo a confermare una antica e santa tradizione, sviluppata dalla fede dei nostri padri, lungo la storia, ma anche a sostenere con decisione la volontà di approfondire ulteriormente la nostra fede cristiana in modo che sia una proposta credibile per l’oggi, nel nostro ambiente di vita.
In questo modo potremo aiutarci nell’ affrontare le sfide oggi presenti nella nostra società, tra cui il fenomeno dell’abbandono della fede da parte di molti battezzati.
La fede cristiana è il dono di Dio che ci permette di vivere la vita e le nostre relazioni interpersonali con dignità e responsabilità, pienamente inseriti nel nostro tempo, in una società che non è più cristiana. Ciò non significa, tuttavia, la fine del cristianesimo, ma piuttosto la fine di una sua forma storica, nell’impegno di offrire una risposta appropriata e necessaria ai segni dei tempi. La Chiesa, ancora oggi, può fare del Vangelo la ragione della sua esistenza e così può essere capace di sostenere e illuminare gli uomini e le donne del nostro tempo, testimoniando il vangelo con la fraternità che regna in mezzo ad essa e con la sua effettiva cura per coloro che sono in qualche modo bisognosi.
A tutti noi è offerta la possibilità di portare, nell’ambiente di vita in cui viviamo, il messaggio d’amore di Cristo e di testimoniare come il vangelo di Gesù continua a promuovere una vita bella, pienamente umana, fraterna e solidale, in una società dove spesso regna l’individualismo e la ricerca del solo benessere personale o di gruppo, dove spesso ci troviamo davanti a tante persone che sembrano aver perduto ogni traccia di umanità.
“Per la straordinaria ricchezza della grazia, mediante la sua bontà verso di noi”, ci ha detto San Paolo, noi cristiani ci sentiamo chiamati a vivere una vita diversa, nel pieno rispetto della dignità di ogni essere umano, che deve essere sempre trattato con amore, con rispetto, a imitazione del Padre dei cieli, che ama infinitamente ciascun essere umano proprio perché suo figlio.
Vi auguro di essere capaci di trasmettere la bontà della vita cristiana attraverso una degna condotta di vita, illuminata dalla grazia di Dio e da forme esemplari che trasmettano immediatamente e a tutti la gioia di dirsi e di essere cristiani. Una vita secondo il vangelo: nella preghiera e nel lavoro, nella semplicità e nella convivenza fraterna, in uno spirito di vera amicizia. È infatti l’amicizia che evangelizza! Vi accompagni e vi sostenga l’esempio dei santi martiri Gervasio e Protasio, alla cui intercessione volentieri vi affido.
Oscar card. CANTONI
Ultimo aggiornamento: 19/06/2025 19:28:41
POTREBBE INTERESSARTI
ULTIME NOTIZIE