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Vino, motori e medicina: a Brescia il successo di “Calici in corsa”

Oltre cento partecipanti all’evento promosso da Le Donne del Vino di Lombardia al Museo Mille Miglia

BRESCIA - Si è tenuto giovedì 19 giugno, con grande successo di pubblico e partecipazione, «Calici in corsa… storie di vino e di coscienza», ideato e promosso da Le Donne del Vino di Lombardia nella prestigiosa sede del Museo Mille Miglia di Brescia.

Una serata che ha saputo coniugare vino, motori e medicina in un racconto corale fatto di cultura, emozioni e consapevolezza. Il percorso si è aperto con la visita guidata alle vetture della storica corsa bresciana – proprio nei giorni in cui la Mille Miglia attraversa l’Italia – per poi entrare nel vivo con una tavola rotonda che ha affrontato il tema dell’equilibrio tra benessere e consumo di alcol. Il dottor Luca Saverio Belli, Direttore dell’Epatologia e Gastroenterologia dell’Ospedale Niguarda, e la dottoressa Adelaide Panariello, psichiatra presso la stessa struttura, hanno portato l’autorevolezza della medicina nel dibattito, invitando a un approccio informato, critico e rispettoso verso il vino. A dialogare con loro, in qualità di moderatrice, Pia Donata Berlucchi, presidente dell’azienda Freccianera dei Fratelli Berlucchi, che ha sottolineato come «la cultura del vino passi anche attraverso l’educazione al limite, alla qualità, alla misura». Un messaggio condiviso e rafforzato dalla voce delle produttrici presenti. A chiudere una degustazione guidata di grande eleganza, curata da Camilla Guiggi dell’AIS e delegata regionale de Le Donne del Vino: otto etichette lombarde – tre Franciacorta, un Lugana, tre rosati e un rosso – tutte raccontate direttamente da chi le produce. Il buffet e i brindisi hanno poi lasciato spazio alla musica, con il raffinato concerto della maestra Giusy Ammendola, che ha condotto il pubblico in un viaggio sonoro da Bach e Mozart fino al Dixieland di New Orleans. «Abbiamo voluto dare vita a un evento che parlasse non solo al palato, ma anche alla mente e al cuore - ha commentato Paola Longo vicepresidente nazionale de Le Donne del Vino -. Formazione, informazione, racconto del territorio e attenzione sociale: questa è la nostra visione di enoturismo culturale. E l’entusiasmo con cui il pubblico ha accolto la proposta ci dice che siamo sulla strada giusta». Di più. «Come associazione, crediamo profondamente nel valore culturale del vino - ha spiegato Longo -. Per questo motivo abbiamo ideato un progetto molto ambizioso, che ci auguriamo possa presto partire anche in Lombardia.
Si tratta di un’iniziativa rivolta agli studenti degli istituti alberghieri e turistici di tutta Italia, con l’obiettivo di formare una nuova generazione di professionisti capaci di comprendere e valorizzare il vino non solo come prodotto, ma come patrimonio culturale.

Il vino va raccontato, servito e vissuto con competenza. Ecco perché abbiamo voluto creare un percorso educativo che insegni ai ragazzi come si beve, come si serve, cosa c’è dietro ogni calice. Perché il vino è storia, identità, tradizione. E ha bisogno di persone preparate che sappiano trasmetterne il significato, soprattutto nel contesto del turismo enologico, che oggi rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese”. Il progetto è partito quattro anni fa come sperimentazione in tre regioni pilota: Sicilia, Piemonte ed Emilia-Romagna. Finora ha coinvolto oltre 2.500 studenti, numeri che confermano quanto sia alta la domanda di formazione in questo ambito. “È un investimento sul futuro, su giovani che un domani racconteranno l’Italia attraverso il vino - ha concluso Longo -. Del resto, parliamo di un settore che nel nostro Paese conta oltre 10.000 cantine attrezzate per l’accoglienza e più di 20.000 attività legate al mondo del vino. È quindi essenziale che chi si affaccia al mondo dell’hotellerie e del turismo sia pronto a cogliere questa sfida con competenze adeguate. Un contributo importante ci è arrivato oggi anche da un nostro ospite, un epatologo, che ci ha invitato a integrare nel nostro progetto anche un punto di vista medico: un approccio che valorizza la cultura del bere consapevole e che certamente accoglieremo, perché parlare di vino vuol dire anche parlare di salute e responsabilità”. Soddisfazione è stata espressa anche da Giovanna Prandini, presidente di Ascovilo e vicepresidente del Museo Mille Miglia, che ha voluto sottolineare la forza simbolica del luogo: «Unire le eccellenze del vino lombardo con la tradizione motoristica della Mille Miglia è un messaggio potente: siamo terra di ingegno, di bellezza e di lavoro. E lo raccontiamo meglio se lo facciamo insieme, donne del vino e donne della cultura, in un’ottica di rete e di sviluppo». La serata, che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di persone tra appassionati, operatori del settore, giornalisti e rappresentanti delle istituzioni, si è svolta con finalità benefica: il ricavato è stato devoluto all’Associazione Rete Daphne Onlus, centro antiviolenza dell’Ovest Bresciano, in continuità con il progetto “Donne e lavoro”, nato per sostenere percorsi professionali e di autonomia per le donne vittime di violenza. Un successo che ha dimostrato come il vino, quando incontra altri mondi, sappia generare ponti, dialoghi e nuove consapevolezze.


Ultimo aggiornamento: 19/06/2025 23:28:21
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