Valfurva (Sondrio) - Cresce la protesta degli allevatori dell'
Alta Valtellina per le
predazioni da parte dei grandi carnivori, in particolare del
lupo.
In Valfurva ricominciano le predazioni: a Madonna dei Monti una pecora è stata trovata morta. Con la difficoltà ad ottenere gli indennizzi, con la paura del lupo, con i costi in crescita (maggior consumo di fieno, meno nascite per via dello stress) crescente dissuasione del pascolo libero, gli allevatori ovicaprini del Parco dello Stelvio stanno riducendo gli animali allevati. Gli allevatori chiedono soluzioni: "lasciateci mantenere i capi sui terreni dove abbiamo il diritto di pascolo impedendo lo sconfinamento con idonee recinzioni".
Un allevatore negli ultimi due anni si è visto predare 49 capi ovini.
Roberto Compagnoni, presidente del Comitato per la tutela delle persone e degli animali dell’Alta Valtellina che ha raccolto
migliaia di
firme affinché la Regione adotti serie misure di sicurezza in presenza di lupi sempre più spavaldi.
Al fine di razionalizzare questa soluzione, i piccoli allevatori potrebbero aggregarsi tra loro e garantire anche una custodia continuativa qualora il Parco e la Regione venissero incontro alle richieste già inoltrate lo scorso anno (ricoveri, accessibilità con la moto). Tutte le soluzioni hanno un costo ma i lupi non li hanno voluti gli allevatori.
Abbandonare la montagna, impedire il pascolamento porta anche alla cessazione dello sfalcio a quote più basse, ha un costo molto più alto. E il rischio è di ritrovarsi tra qualche lustro con una montagna spopolata, senza attività e terre incolte. Con l'abbaondono ci sarebbe un maggior rischio idrogeologico.