-

Campi estivi nei terreni confiscati alla mafia

21 giovani trentini in Sicilia

TRENTO - Tredicesima edizione dei campi estivi nei terreni confiscati alla mafia in Sicilia: 21 giovani, con età media 19 anni, sono pronti per la partenza. I partecipanti potranno conoscere le cause e le evoluzioni del fenomeno mafioso e vivere un’esperienza di volontariato nei territori confiscati alla mafia a Corleone.
“Il progetto è una delle tappe di “Coordinate -
rotte di cittadinanza -, l’iniziativa formativa che promuove azioni di cittadinanza attiva rivolte ai giovani – ha dichiarato l’assessore all’istruzione, cultura, per i giovani e per le pari opportunità della Provincia autonoma di Trento, Francesca Gerosa. La mafia non è qualcosa da studiare solo sui libri di storia – ha proseguito - le organizzazioni criminali non sono qualcosa di lontano che vive nel passato e non ci riguarda. Per questo abbiamo bisogno di migliorare la nostra capacità di riconoscere il fenomeno mafioso nelle sue diverse forme e non possiamo che investire sui giovani per farli crescere nella legalità, come cittadini consapevoli e onesti e per costruire assieme a loro una società che non lasci spazio alle mafie e ai crimini. I nostri giovani devono crescere sapendo che la legalità va presidiata e coltivata, senza abbassare la guardia”.

Il viaggio a Corleone si terrà in treno dal 16 al 25 luglio. Il gruppo sarà a Palermo dal 17 al 19 luglio, partecipando alla cerimonia in memoria della strage di via D’Amelio (19 luglio 1992), dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'iniziativa è promossa a livello regionale da Arci del Trentino e Arciragazzi Bolzano con il sostegno dell’Agenzia per la Coesione sociale della Provincia autonoma di Trento, la Provincia autonoma di Bolzano e la Regione Trentino A/Adige.

“Questi giovani rappresentano una risposta concreta alla cultura mafiosa – ha dichiarato Roberto Paccher, presidente del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige/Südtirol - scelgono l’impegno, la memoria, la legalità. Come istituzioni, abbiamo il dovere di accompagnarli, sostenere queste esperienze e rafforzare, anche così, una cittadinanza consapevole e coraggiosa.
A loro va il nostro grazie e il nostro incoraggiamento.”

Dei 21 partecipanti al viaggio, 12 provengono dal Trentino ed esattamente: 6 da Trento, 1 da Valle dei laghi, 2 dalla Val di Non (Rumo e Predaia), 2 dalla Vallagarina (Mori e Ala) e 1 da Lavis. I 12 trentini di cui un ragazzo e 11 ragazze, prima della partenza, hanno seguito un percorso di formazione per conoscere la storia della mafia e dell’antimafia siciliana. I primi due incontri formativi per i partecipanti trentini si sono tenuti il 30 giugno ed il 3 luglio: nella prima giornata sono stati realizzati laboratori per la costruzione del gruppo; un laboratorio di brainstorming sui concetti di mafia e antimafia e sulle diverse declinazioni del concetto di mafia; uno sulla co-costruzione e condivisione delle regole per come vivere al meglio l'esperienza nei beni confiscati; un approfondimento sulle infiltrazioni mafiose in Trentino. Il secondo incontro formativo è stato dedicato alla storia, dalle origini del fenomeno mafioso a oggi, ponendo il focus sul periodo di ascesa del clan corleonese (seconda guerra di mafia, 1980) al periodo stragista degli anni ‘90.

Andrea La Malfa, presidente Arci del Trentino aps ha dichiarato: “per i giovani che partecipano a “Coordinata - Estate in campo” è un'occasione per sperimentarsi in azioni concrete contro il potere mafioso. L'obiettivo principale è diffondere una cultura fondata sulla legalità democratica e sulla giustizia sociale, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. L’esperienza che proponiamo nei beni confiscati alla mafia è una possibilità di crescita e di conoscenza. E’ un’attività di volontariato dove ognuno è chiamato ad un impegno rilevante. Ma si riceve altrettanto, ci si porta a casa un’esperienza di grande valore”.

I terreni confiscati in Sicilia sono gestiti dalla Cooperativa “Lavoro e non solo”: circa 150 ettari tra Corleone, Monreale e Canicattì che producono, tramite metodo biologico, legumi, pasta, olio, passata di pomodoro ed uva. I partecipanti alloggeranno a Casa Caponnetto, edificio adibito ad ostello e confiscato nei primi anni del duemila ai fratelli Grizzaffi, nipoti di Salvatore Riina. I giovani saranno coinvolti in attività formative, incontri con personalità impegnate nella lotta alla mafia, ma sono previste anche visite alla scoperta del territorio: a Cinisi (Palermo) alla casa di Peppino Impastato, il giornalista e attivista siciliano noto per le sue denunce contro Cosa Nostra, a Portella della Ginestra, luogo della strage del primo maggio 1947, e a Palermo.
Ultimo aggiornamento: 15/07/2025 22:47:40
POTREBBE INTERESSARTI
ULTIME NOTIZIE