Ha evidenziato come i centri di soccorso della nota Ong fondata da Gino Strada siano aree neutrali, in cui è vietato entrare armati e, nota particolare, il fatto di come, a differenza di quanto accade anche da noi, la popolazione da loro assistita, di etnia “pashtun”, particolarmente fiera e orgogliosa, sia del tutto scevra da atteggiamenti aggressivi verso gli operatori sanitari e, anzi, grata dell’assistenza che ottiene, paziente, silente. “Pensate, - ha detto -, che neppure i bambini piccoli, che spesso giungono soli in ospedale, stringono i denti e non emettono nemmeno un piccolo lamento quando sottoposti a punture e prelievi”.
A Giacomo Ciapponi, poi, psichiatra di Asst Valtellina e Alto Lario, è toccato addentrarsi nelle cause dell’aggressività e, interessante, al riguardo il suo excursus sul surplus di effetti negativi prodotti, soprattutto, dalle droghe, “quelle vecchie – ha detto – che, però, oggi sono molto più forti e devastanti di un tempo, e quelle nuove, pericolosissime, come la zombie, la captagon o la lupo, di cui si sono riscontrati due casi in Italia, il primo proprio a Sondrio”.
La serata ha visto la presenza di numerosi operatori del soccorso e di una folta delegazione di uomini dell’Arma, guidati dal tenente colonnello Emanuele De Ciuceis, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Sondrio, affiancato dal capitano Serena Galvagno, alla guida della Compagnia di Sondrio, e dal luogotenente Antonio Sottile, al comando della stazione di Morbegno.
A lui, Stefano Ciapponi, presidente della Cri di Morbegno, ha consegnato il defibrillatore donato dal Comitato agli uomini dell’Arma. Un progetto che ha coinvolto, sul territorio, l’amministrazione comunale di Morbegno e partner privati.
“Grazie a questo progetto – ha commentato il luogotenente Sottile – oggi, tutti i Carabinieri di stanza a Morbegno sono in grado di utilizzare il defibrillatore posizionato sull’auto che effettua i servizi di controllo del territorio h 24”.
“Proseguiamo, così, - aggiunge Stefano Ciapponi – il progetto di dotazione dei defibrillatori in città, uno già posizionato presso la nostra sede Cri, in stazione, oltre alla formazione di personale laico sul territorio in particolar modo legati ad associazioni ludico e sportive. I Carabinieri, peraltro, spesso sono i primi a richiedere l’intervento dei soccorritori sui sinistri, per cui la tempestività dell’utilizzo del Dae può determinare la differenza sulla qualità del soccorso”.