Il risultato è la creazione di una rete tra i siti coinvolti, uno scambio e un’interazione tra loro, mettendoli, da lontano, in contatto.
Questa interregionalità vuole mirare ad una maggiore apertura e collaborazione tra diversi ambiti territoriali, oltre che essere un’occasione di conoscenza di realtà simili tra loro anche se rela vamente distanti, e vuole portare l’arte contemporanea all’interno di luoghi che ad una prima superficiale visione non sembrerebbero a lei deputati per la ricca tradizione storica apparentemente distante dalla realtà (artistica e non solo) odierna.
Tutti gli artisti parte di questo progetto espositivo sono stati individuati, perché nelle loro ricerche già avevano lavorato sul tema della memoria, ciascuno secondo la propria personale sensibilità; ora le memorie individuali si uniscono in dialogo con quelle degli altri, nell’ottica di comporne una nuova collettiva, offrendo ai visitatori ragionate chiavi di lettura e possibili interpretazioni attorno a questo affascinante tema, fonte inesauribile di considerazioni e suggestioni.
La prima mostra, allestita al Castello Visconteo di Pandino (CR), in Lombardia, presenta le opere di Andrea Cereda (1961) e Diego Soldà (1981).
In Veneto, nella Villa Caldogno (VI), a ribuita ad Andrea Palladio, costruita tra il 1542 e il 1570, ed oggi inserita tra i Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, si fa un passo ulteriore: dopo aver tra ato le origini della memoria nella sede lombarda, infatti, si riflette su come il tempo agisca su di essa grazie al fortunato dialogo tra le foto- autoritratto di Roman Opalka (1931-2011) e i dipinti che guardano alle immagini dei multimedia e dei social attuali di Nicolò Tomaini (1989).
L'ultimo atto di Sottopelle. Storie di memorie e persistenze viene messo in scena in Trentino-Alto Adige, presso il Forte Strino, a Vermiglio (TN), fortezza austro-ungarica costruita nel 1860 come baluardo difensivo in una zona adiacente all’allora con ne tra Italia e Impero Austro-Ungarico, il Passo del Tonale, divisione oggi tra la Lombardia e il Trentino-Alto Adige.
All’interno di una fortezza u lizzata durante la Prima Guerra Mondiale, viene o erta un’ulteriore chiave di le ura, ri e endo su quel che resta della memoria prima che essa venga de ni vamente negata dall’oblio della consunzione: grazie alle fotografie di Massimiliano Gatti (1981) che focalizzano l’attenzione su alcuni simboli culturali depositari di storie e di memorie che nel tempo hanno acquisito lo straordinario potere di formare l’identità della società e che proprio per questa ragione sono stati sottoposti alla loro totale eliminazione.
Il percorso dunque è ciclico e cronologico: dall’origine della memoria, passando poi a raverso l’elemento tempo, per finire con la lenta negazione della memoria stessa, la mostra apre nuovi orizzon di senso, capaci di stimolare individuali letture nei visitatori che, in modo empatico, possono oltrepassare limiti e convinzioni suggerite e accennate dagli artisti stessi, aprendo le opere ad una rinnovata visionarietà capace di stupire e suggestionare nel profondo.
Sttopelle. Storie di memorie e persistenze costituisce il progetto di tesi di laurea specialistica di Serena Filippini nel corso di Comunicazione e didattica dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia, che ha come relatore il prof. Matteo Galbiati.
SCHEDA TECNICA
TITOLO: Sottopelle. Storie di memorie e persistenze
A CURA DI: Serena Filippini e Matteo Galbiati
DATE E LUOGHI
Atto I – ANDREA CEREDA E DIEGO SOLDÀ 16 marzo – 12 aprile 2019
Inaugurazione sabato 16 marzo ore 18.00 Castello Visconteo, Pandino (CR)
Atto II – ROMAN OPALKA E NICOLÒ TOMAINI 31 marzo – 1 maggio 2019
Inaugurazione domenica 31 marzo ore 18.00 Villa Caldogno, Caldogno (VI)
Atto III – MASSIMILIANO GATTI
22 giugno – 15 settembre 2019
Inaugurazione sabato 22 giugno ore 17.30 Forte Strino, Vermiglio (TN)
CON IL PATROCINIO DI:
Comune di Pandino
Comune di Caldogno
Comune di Vermiglio
Hdemia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia
IN COLLABORAZIONE CON:
Castel Negrino Arte, Aicurzio (MB)
Galleria Melesi, Lecco
CON IL CONTRIBUTO DI:
Associazione Culturale Artemisia Italfond
CON IL SUPPORTO DI:
Comune di Vermiglio
Pro Loco Caldogno
CATALOGO:
Vanillaedizioni
MASSIMILIANO GATTI
Massimiliano Gatti nasce nel 1981 a Pavia dove vive e lavora. Dopo essersi laureato in Farmacia si specializza in Biochimica a Granada (Spagna) e successivamente si diploma in Fotografia al CFP R. Bauer di Milano.
Da diverso tempo porta avanti la sua ricerca artistica documentando ed operando nell’area politicamente calda del Medio Oriente. Nel 2008 parte al seguito di missioni archeologiche dirette in Siria, dove resta fino al 2011 e, dal 2013, fa parte, come fotografo di scavo, del Progetto Archeologico Regionale Terra di Ninive (PARTEN), una ricerca interdisciplinare condotta dall’Università di Udine presso il Kurdistan iracheno.
Il suo approccio è documentaristico, ma lontano dal semplice reportage: la sua ricerca spazia, infatti, dall'esplorazione del passato, dei resti e delle rovine degli antichi, fino all'osservazione della poliedrica realtà contemporanea, suggerendo sempre, in ogni scatto, una propria riflessione personale.
Negli ultimi anni ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia, in Europa e in America presso il California Museum of Photography, l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles e di Washington e presso la Columbia University di New York.