Achille Serra, instancabile organizzatore dell'evento, collabora con la Fondazione Museo storico del Trentino, il Comune di Vermiglio, il Museo della Guerra Bianca, la Regione Autonoma Trentino – Alto Adige- Südtirol e si unisce a una serie di partner che condividono l'importanza di questa iniziativa. Si riconosce il contributo significativo della Croce Nera Austriaca, dell'Azienda per il Turismo Val di Sole, degli Incontri Italo-Austriaci della Pace, di Ponte di Legno Tonale e di Carosello Tonale. Al monumento della Fratellanza, luogo di profondo significato, si è svolta la celebrazione presieduta dal Cappellano militare, padre Giorgio Valentini, accompagnata dal Coro “Santa Maria Assunta” di Tassullo.
Al termine gli interventi della autorità. “Per il Trentino, terra di confine, che visse in modo particolare drammatico gli effetti del conflitto 1914-1918 il senso della Festa della Fratellanza è ancora più forte - ha detto il sindaco di Vermiglio Michele Bertolini - ci permette di ribadire la vocazione di questa terra ad essere laboratorio di convivenza e di cooperazione”.
Il ricordo della guerra ha richiamato inevitabilmente al conflitto che sta imperversando e devastando l’Ucraina. “In un mondo in cui i conflitti perdurano in molte parti, ci troviamo di fronte al compito impegnativo di testimoniare la necessità e l'urgenza di abbandonare il linguaggio delle armi in favore di parole di pace - ha ricordato l’assessore regionale agli enti locali Lorenzo Ossanna - le testimonianze, che qui vediamo grazie alla Festa della Fratellanza, devono trasformarsi in un appello al cessate il fuoco perché la pace è l’unica soluzione possibile”.
Nel 2018 in pochi avrebbero immaginato l’aggressione russa dell’Ucraina o pensato al riemergere dei conflitti e delle tensioni nei Balcani – ha detto il Presidente della Fondazione Museo Storico del Trentino Giuseppe Ferrandi – pochi spesero parole per dire che le guerre e i conflitti continuavano e si alimentavano perché il morbo dei nazionalismi, continuava ad agire coprendo interessi economici, politici e ambizioni. Le guerre non possono mai essere giustificate e legittimate perché sono fabbriche di ferite che difficilmente possono essere sanate, ma anzi privano intere generazioni dei loro diritti e del loro futuro.
L’attualità della Festa della Fratellanza – ha concluso Ferrandi – "è la sua capacità di essere testimonianza perenne che quelle che sono state, un tempo, “montagne di guerra” possano ambire ad essere definitivamente “montagne di pace” per affermare i valori della convivenza e dell’amicizia tra i popoli”.