Trento - Opere pubbliche confermate, sostegno garantito a famiglie e imprese chiamate ad affrontare caro bollette e materiali, ma anche uno sguardo al futuro, con incentivi per favorire la natalità ed una “dote finanziaria” per i giovani.
È una manovra di bilancio che il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti definisce “realista”, quella che la Giunta ha presentato stamani ai rappresentanti delle categorie economiche e alle parti sociali. Nello specifico, la Provincia conferma opere pubbliche per un totale di 1,8 miliardi di euro con risorse proprie, ai quali si aggiungono - dal 2023 in avanti - 2,5 miliardi di fondi specifici (Pnrr ed Olimpiadi in primis).“Stiamo affrontando una fase complessa della nostra storia, caratterizzata da una forte incertezza e possibili repentini cambiamenti. Per questo motivo la legge di bilancio che abbiamo costruito guarda in particolare ai prossimi 6-9 mesi” ha spiegato il presidente Fugatti, osservando come “la prosecuzione del conflitto in Ucraina e del conseguente aggravarsi delle difficoltà nell’approvvigionamento di fonti energetiche, sta pesantemente incidendo sulle previsioni delle dinamiche economiche in particolare del 2023”.
Facendo il punto sui dati più recenti dell’economia provinciale, è stato evidenziato come il 2022 sia un anno a doppia faccia. Il primo semestre - ed in particolare il secondo trimestre - ha fornito riscontri oltre le aspettative, rendendo possibile una stima di crescita del Pil per l’anno in corso al 3,7%, migliore del valore italiano. In base ai dati sulle aspettative degli imprenditori e sul clima dei fiducia, per il secondo semestre si prospetta un rallentamento evidente con il rischio di recessione tecnica, tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. “Il sistema economico trentino ha dimostrato la propria resilienza nel periodo più complesso dell’emergenza Covid. Questo ci porta a ritenere che, nonostante le previsioni, è necessario dare fiducia al 2023, alla luce degli investimenti realizzati e alla crescita economica dovuta ad innovazione e ricerca” sono state le parole dell’assessore provinciale allo sviluppo economico, Achille Spinelli, che ha ricordato - tra le altre cose - l’intervento del valore di 100 milioni di euro in favore delle famiglie ed i 25 milioni di euro destinati alle piccole imprese particolarmente colpite dal caro bollette, attraverso specifici interventi da parte degli istituti di credito e dei Confidi.
Misure specifiche sono state adottate da Piazza Dante, con riferimento ai contratti per la realizzazione di opere pubbliche a causa del caro materiali. L’aggiornamento straordinario dell’elenco dei prezzi è in vigore già da metà 2022, mentre una modifica delle regole per la rinegoziazione delle condizioni economiche dei contratti è stata stabilita per ristabilire l’equilibrio contrattuale in conseguenza dell’aumento eccezionale dei prezzi.
Tra il 2022 e il 2023, la Provincia ha impiegato o stanziato fondi importanti per affrontare la spesa energetica, oltre che per garantire la realizzazione delle opere pubbliche nonostante il caro materiali: “Si tratta di importi che altrimenti avremmo potuto destinare a investimenti diretti o a sostegno dell’economia” ha osservato il presidente Fugatti.
Un focus specifico è stato dedicato alle risorse provinciali a sostegno della crescita, con investimenti in opere pubbliche, che rappresentano un moltiplicatore del Pil; aiuti economici alle imprese che investono, sostegno alla commercializzazione delle produzioni trentine, aiuti alle attività economiche nelle zone montane e alle imprese per incentivare ricerca, innovazione, risparmio energetico e transizione ecologica. Un processo che interessa anche il settore primario, con la lavorazione delle biomasse, come ha ricordato l’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli. A tal proposito, è stata annunciata una modifica normativa ad hoc.
Infine, interventi specifici sono dedicati al contrasto della denatalità. In Trentino nascono meno di 4.000 bambini all’anno, a fronte dei 5.000 che venivano al mondo negli anni Duemila. Una criticità relativamente alla quale la Giunta ha varato diversi interventi, primo fra tutti l’assegno di natalità. Con la manovra (ne parliamo in un altro articolo), sarà istituito un nuovo bonus in caso di nascita del terzo figlio (o meglio, dal terzo in su): ai genitori saranno concessi 5.000 euro (ammontano a 3 milioni le risorse stanziate). Sarà inoltre prorogata al 2023 la cosiddetta “dote finanziaria dei giovani”: ai nuovi nuclei familiari under 40 che accendono un mutuo, Piazza Dante concede 15mila euro (fino a un massimo di 30mila euro) per il suo abbattimento se entro 5 anni nascono uno o più figli.
Natalità, bonus di 5.000 euro per le famiglie con più di due figli
Un contributo economico una tantum di 5mila euro per le famiglie con più di due figli, riconosciuto all’arrivo del terzo nato o dei successivi. È la misura che sarà introdotta in via sperimentale dal 2023 dalla Provincia autonoma di Trento, rivolta a sostenere la creazione di famiglie numerose. Nella convinzione, supportata dai dati, che sono proprio i nuclei con più di due figli ad essere una delle risorse per rispondere all’inverno demografico. È quanto hanno anticipato oggi il presidente Maurizio Fugatti e l’assessore alle politiche sociali Stefania Segnana, in occasione della conferenza stampa sulla dote finanziaria alle giovani coppie.
Si tratta dunque di un nuovo “provvedimento sperimentale per gli anni a venire”, come ha specificato il presidente. L’intento, prosegue Fugatti, è “dare strumenti per favorire nuove nascite, facilitando ad esempio il passaggio dal secondo al terzo figlio, se ciò naturalmente rientra nei progetti di vita delle famiglie. Siamo infatti convinti – aggiunge il presidente – che se forniamo un supporto ai nuclei per realizzare i propri progetti di vita in un contesto favorevole, vedi l’iniziativa Family friendly sul quale il Trentino è apripista, le famiglie rispondono favorevolmente”.
E il ruolo giocato dai nuclei numerosi (tecnicamente quelli con tre o più figli) in questi anni è testimoniato dai dati sulla loro crescita: erano il 10,7% del totale in Trentino nel 2010, sono saliti al 13,7% nel 2020 e al 14,6% nel 2021 (fonte Ispat), con un aumento di quasi un punto percentuale in un anno. Per fare un raffronto, a livello nazionale si è passati dal 10,3 al 10,4% (stesso dato nel 2020 e 2021). Inoltre, i dati dicono che negli ultimi anni sono diminuite le famiglie con un figlio (dal 44,6% del 2010 al 38,5% del 2021), mentre sono aumentate le famiglie con due figli (nello stesso intervallo, dal 44,7% al 46,9%).
Numeri che testimoniano che le politiche per la natalità, come quelle promosse in provincia di Trento, possono incidere.
C’è infine un altro dato che fa ben sperare, come ha precisato l’assessore Segnana nella conferenza stampa. Nel 2021 i nuovi nati in Trentino sono stati 3.948, 48 in più del 2020. “Un segnale positivo – ha detto – che indica che i giovani hanno più fiducia nel futuro.