L’importante, ha concluso, sarà farsi trovare pronti per essere all’altezza di questa sfida ed evitare la dispersione di questa grande mole di risorse in investimenti non di qualità.
Ghezzi: sette questioni e l’esigenza di un patto per lo sviluppo
Paolo Ghezzi (Futura) ha chiesto al presidente chiarimenti su 7 questioni. Prima questione: quali sono le partite fiscali per le quali la Giunta non è sicura di avere la copertura necessaria dal governo e che giustificano l’accantonamento di 52 milioni di euro? Seconda: con quale metodo e quali criteri è stata fatta la ripartizione di queste risorse? Terza questione: 17 milioni per la sanità, comprendendo in questa voce anche il settore socio-assistenziale, sembrano pochi per fronteggiare anche i buchi di bilancio accumulati dalle Rsa a causa dell’emergenza Covid con i meno ospiti entrati e i molti usciti senza purtroppo poter tornare più. Come sembrano pochi poi sia i 5 milioni per il commercio sia i 12 per l’agenzia del lavoro. Quarta questione: quanti di questi soldi saranno spesi nel 2020 e con quale grado di velocità, mancando solo 3 mesi al 2021. Quinta questione: balza agli occhi l’importo di 70 milioni per i progetti funiviari. Si tratta di una scelta strategica o derivante da valutazioni specifiche dei progetti? Sesta questione: è mancato nell’intervento del presidente un riferimento alla qualità della spesa a favore degli enti e dei servizi pubblici del Trentino. Quindi al grande tema della modernizzazione della pubblica amministrazione (Smart Working, mobilità dei dipendenti, ecc.). Settima questione: la sfida lanciata oggi dai sindacati con il “patto per lo sviluppo e la sostenibilità del Trentino” proposto a tutti i più importanti soggetti pubblici e privati. Per Ghezzi il concetto di patto è da recuperare e questo è il momento del dialogo con le parti sociali per rendere percorribile un itinerario di crescita e indirizzo strategico da parte della Pat.
Marini: mancano linee guida che indichino azioni di sistema e non solo settoriali
Alex Marini (5 Stelle) ha osservato che il presidente non ha fornito delle linee guida sull’utilizzo di risorse pubbliche tanto ingenti, che indichino le azioni di sistema da mettere in campo anche per intercettare altre risorse previste a livello nazionale. Ecco le azioni di sistema indicate da Marini: l’edilizia verde per sfruttare l’opportunità offerta dal “superecobonus” voluto dal governo; la mobilità sostenibile pubblica e privata che il presidente non ha trattato; l’economia circolare e il riuso dei rifiuti e delle materie prime e seconde; la progettazione di “città digitali intelligenti” per rendere efficienti i processi di elaborazione dei dati in funzione di servizi pubblici più efficaci anche a beneficio della produttività economica; la possibilità che le case siano più accessibili e confortevoli per tutti intervenendo sull’Itea e lavorando non solo sulla proprietà ma anche sugli affitti, vista l’attuale maggiore mobilità delle famiglie; la governance istituzionale e la lotta alla burocrazia che esige investimenti ad esempio con una scuola interna alla pubblica amministrazione per formare i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza; la riqualificazione urbana e la rigenerazione delle nostre comunità con opere pubbliche nelle aree oggi non valorizzate sia a Trento e Rovereto sia nelle valli. In assenza di queste possibili linee guida per marini manca un filo conduttore e prevale quindi la logica settoriale, in base alla quale si interviene dove mancano la risorse mentre bisognerebbe lavorare adottando una logica intersettoriale. Quanto al metodo di lavoro, anche per Marini dovrebbe essere coinvolto il Consiglio per legittimare le decisioni riguardanti l’impiego delle risorse pubbliche.
Cia: non è stato affatto un errore accantonare queste risorse nel fondo di riserva
Claudio Cia (Agire) ha ricordato l’errore compiuto dalle opposizioni che quest’estate avevano protestato pesando che il “tesoretto” accantonato dalla Giunta con l’assestamento nel fondo di riserva ammontasse a 350 milioni di euro. La verità era ii milioni di euro accantonati erano molti meno perché gran parte erano già stati inseriti nell’assestamento. Nulla di nuovo né di anomalo rispetto ad altre analoghe risorse accantonate nelle precedenti legislature , ha aggiunto Cia, perché anche allora le Giunte avevano utilizzato il fondo di riserva.
Le replica di Fugatti
Fugatti ha chiarito che i 5+5 milioni per l’industria andranno solo a Trentino Sviluppo escludendo un finanziamento a Veneto Sviluppo: si favoriranno le imprese che si insediano nel Trentino sia che provengano dal Veneto o da altre regioni. Sul Recovery Fund il presidente ha precisato che la Giunta ha pensato a progetti per tutti i settori. Sulla possibilità di indebitamento della Pat ha spiegato che i 300 milioni di euro ipotizzare potranno essere 330 o 270, essendo impossibile prevederne oggi l’entità precisa. “L’importante – ha sottolineato – è che la Giunta provinciale abbia delinerato un percorso prevedendo risorse equilibrate rispetto alle potenzialità. Tutto dipenderà poi dalla possibilità di maggiore indebitamento che il governo aprirà ai territori. Sulle partite fiscali chieste da Ghezzi Fugatti ha ricordato che si tratta di gettiti arretrati riconosciuti dallo Stato alla Provincia ad esempio in materia di giochi. Quanto al criterio seguito per la ripartizione delle risorse ha evidenziato che “pochi sono i settori importanti non interessati da questi interventi: alcuni dovevano essere aggiornati mentre altri nuovi riguardano le opere pubbliche. Le priorità sono state dettate dalle necessità emergenti dai singoli capitoli e dalla mission di alcuni settori come la sanità.
Dichiarazioni di voto sulle risoluzioni proposte.
Dallapiccola: manca una visione e si inseguono le istanze dei sostenitori
Michele Dallapiccola (Patt) ha criticato la modalità con cui la Giunta ha individuato a suo avviso “quasi casualmente” i settori cui destinare milioni di euro. Secondo il consigliere è mancata la trasparenza. Quanto al merito, ha aggiunto, il Patt non si oppone certo all’allocazione di 165 milioni di euro ma non può nemmeno votare a favore della risoluzione della maggioranza e quindi si asterrà. “Questo perché la logica seguita è stata ragionieristica, con un elenco sterile di commesse che soddisfano le singole zone del territorio e istanze provenienti da vari sostenitori della maggioranza”. Dallapiccola ha lamentato l’assenza di un’analisi dei trend economici dei prossimi anni per prefigurare l’andamento ad esempio dell’agricoltura o del turismo. E per indicare se questi sono i settori sui quali puntare per aumentare il nostro Pil. Ha anche evidenziato l’abbandono in questa legislatura del progetto trilinguismo avviato dalla Giunta precedente e che aveva un valore strategico. Ha pio chiesto che fine abbia fatto ad esempio il collegamento tra San Martino di Castrozza e Passo Rolle ma ha soprattutto evidenziato la mancanza di una visione, ribadendo che per questo “putroppo” il Patt esprimerà un voto di astensione.
Coppola: il no di Futura perché mancano scuola, cultura e politiche sociali
Lucia Coppola (Futura) ha notato l’assenza di fondi che oggi sarebbero necessari alla cultura e all’istruzione. A suo avviso è stata dimenticata la categoria degli insegnanti, particolarmente a rischio e meritevole di sostegno. Quanto alle strade, Coppola ha chiesto di pensare ad una mobilità diversa e più adeguata ai tempi, ad esempio puntando di più sulle ciclopedonabili. Non sono stati citate da Fugatti le problematiche delle realtà culturali e artistiche che stanno continuando a vivere un momento grave come le compagnie di teatro e di danza. Quanto ai finanziamenti a FBK, non si capisce perché altri centri di ricerca non vengono sostenuti nonostante stiano studiando soluzioni anche per una diagnosi veloce del Covid. Quanto ai 17 milioni ad Apss per l’acquisto di attrezzature, secondo Coppola serve un piano strategico per incentivare i servizi sul territorio. A suo avviso sarebbe poi stato importante ricordarsi delle politiche sociali che non si possono ridurre all’Itea e alle Rsa. Per questo, ha concluso, Futura voterà contro.
Ferrari: Fugatti coinvolga le minoranze sulla programmazione
Sara Ferrari del Pd ha preannunciato il voto di astensione del gruppo da lei guidato sulla proposta di risoluzione presentata dalla maggioranza a sostengo della relazione del presidente, “perché è difficile entrare nel merito di un documento che è una lista della spesa”. “Si tratta – ha aggiunto – di qualche decina di milioni di euro ripartiti in vari ambiti e che sono risorse aggiuntive rispetto a stanziamenti già previsti. Nulla di strategico, quindi”. Per questo Ferrari si è appellata al presidente Fugatti perché, mentre il Pd rinvia il giudizio di merito al Nadef in cui immagina di trovare elementi strategici e di visione, “coinvolga le minoranze nella programmazione degli interventi per il futuro del territorio trentino con i fondi straordinari derivanti non solo dall’indebitamento annunciato, ma anche dall’Europa”. E ha concluso sottolineando che a suo avviso, come hanno proposto i sindacati con un “patto per lo sviluppo”, oggi il Trentino ha bisogno di una larga condivisione politica per immaginare il futuro.
Marini: investire sulla lotta al cambiamento climatico
Alex Marini (5 Stelle) ha presentato la risoluzione da lui proposta per vincolare parte delle risorse alla lotta al cambiamento climatico e per l’utilizzo del superecobonus attraeverso una compagna di informazione rivolta ai soggetti che vogliono beneficiarn, favorendo quindi l’incontro tra la domanda e l’offerta.
Il voto finale sulle 4 risoluzioni, due delle quali sono state approvate
La risoluzione 26 proposta da Marini è stata approvata all’unanimità con un emendamento sottoscritto dalla Giunta con l’assessore Tonina.
La risoluzione 28 proposta da Ghezzi di Futura per garantire risorse al sistema delle Rsa messo economicamente in crisi dalla pandemia, è stata respinta con 20 no e 10 voti a favore. L’assessora Segnana ha precisato che il no voluto dalla Giunta non signifca che la Provincia non destini risorse alle Rsa ma considera che in aprile aveva deciso con una delibera di conteggiare il vuoto per pieno per garantire la sopravvivenza delle case di riposo in questo periodo in cui sono stati vietati ingressi di altri ospiti. L’esecutivo, ha proseguito Segnana, ha chiesto per questo aiuto anche al governo e ha sollecitato le Rsa a fornire alla Pat il loro bilancio con le richieste di risorse alla luce difficoltà patite. Infine, i dispositivi di protezione sono stati consegnati a tutte le case di riposo del Trentino dall’azienda sanitaria provinciale per ospiti e personale. Inoltre con gli incontri in corso l’assessorato sta monitorando la situazione.
La risoluzione 29 presentata dalla maggioranza a sostegno della relazione del presidente Fugatti è stata approvata con 20 sì, 2 contrari e 8 astenuti.
Infine la risoluzione 27 proposta da Degasperi per avviare la parificazione dei trattamenti degli operatori di Rsa e Apss, è stata votata per punti separati: il Consiglio ha votato all’unanimità a favore della premessa e del punto 1 (predisporre una relazione che chiarisca alla commissione consiliare competente le differenze nei trattamenti del personale delle Rsa rispetto a quelli riconosciuti per gli stessi inquadramenti ai dipendenti dell’Apss), mentre ha respinto il punto 2 (avviare un confronto con le organizzazioni sindacali e le Apsp per individuare risorse, modalità e tempi di parificazione dei trattamenti tra dipendenti delle Rsa e dipendenti delle Apsp.