L’Esecutivo addirittura non rafforza in alcun modo Agenzia del Lavoro, anzi riduce di fatto gli organici dei centri per l’impiego che debbono programmare e realizzare un piano straordinario di politiche attive a favore della formazione professionale e della ricollocazione di chi sta cercando un lavoro”.
C’è poi il tema degli stagionali e del sostegno al reddito di chi, senza lavoro, rischia di essere privo anche di Naspi. “Anche se gli impianti sciistici riaprissero, le prospettive occupazionali per i prossimi mesi, nel comparto ricettivo e nel suo indotto, resteranno preoccupanti vista l’incertezza che avvolge la possibilità che i turisti possano effettivamente raggiungere le nostre località turistiche. E se i lavoratori stagionali non verranno assunti non avranno nemmeno accesso agli ammortizzatori sociali. Per questo serve subito mettere in circolo i 13 milioni di euro stanziati dalla legge “Riparti Trentino” sull’assegno unico e che oggi sono utilizzati pochissimo”.
Secondo i sindacati a pagare il prezzo più alto di questa situazione "saranno ancora una volta i lavoratori più deboli, giovani e donne. In particolare riguardo l’occupazione femminile per i sindacati è importante rendere conveniente per le donne lavorare. Il covid ha aumentato le difficoltà di conciliazione vita-lavoro portando molte donne a fare un passo indietro. Una dinamica che si inserisce in un quadro già complesso che vede molte donne subire un part time involontario, inquadramenti professionali non adeguati alle loro competenze e contratti precari. E’ in questo quadro che le tre confederazioni, anche alla vigilia dell’avvio del Festival della Famiglia, rilanciano la proposta di aumentare la deduzione dei redditi da lavoro femminile a fini Icef, dagli attuali 4.500 fino a 15mila euro l’anno (retribuzione media delle donne in Trentino)".
“Il governo nazionale ha fatto la sua parte confermando il taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori. Ora tocca alla Provincia agire, da una parte, sull’addizionale Irpef e, dall’altra, sull’Icef. Avanzammo la proposta di maggiori deduzioni già lo scorso anno. Considerato il costo relativo della misura, che può fare da moltiplicatore anche per la crescita economica, ci auguriamo che almeno questa volta la Giunta ci ascolti, rinunciando all’atteggiamento di chiusura che fino a questo momento ha prevalso nei rapporti con le parti sociali”, concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.