Trento - Nuovi percorsi formativi e il trilinguismo, le sfide che attendono i Periti Industriali Trentini. "Metteremo a disposizione di imprese e professionisti voucher per un valore complessivo di circa 3-4 milioni di euro, per dare loro la possibilità di imparare le lingue. Puntare sul trilinguismo, evitando di cadere nell’errore di trascurare la lingua tedesca per dedicarsi unicamente all’inglese, nel mondo del lavoro significa crearsi nuove opportunità ed aprirsi nuovi mercati". È questa la proposta che il presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi ha fatto ai Periti Industriali della Provincia di Trento al convegno, dal titolo "Futuro Globale", organizzato dal Collegio nell’auditorium di Interbrennero.
"Il dualismo e la contrapposizione fra formazione umanistica e tecnico professionale – ha aggiunto – va superato, è uno dei mali del nostro paese. Nel mondo tedesco questa frizione non esiste, lì i percorsi formativi tecnico hanno la stessa dignità di quelli umanistici, si tratta di abilità diverse, ma con identico riconoscimento sociale".

"Il futuro dei periti industriali iscritti all'Albo – spiega il presidente del Collegio dei periti industriali di Trento Lorenzo Bendinelli –, come quello di tutte le professioni intellettuali si basa su innovazione, formazione ricerca e sviluppo. Noi crediamo molto in questo orientamento ed è per migliorare la nostra formazione ed innovare, che alla nostra assemblea di venerdì parleremo di questi temi chiave". Il collegio dei periti industriali conta in provincia di Trento circa 1200 iscritti ed è guidato da otto anni da Lorenzo Bendinelli.
Al convegno sono inoltre intervenuti Enrico Zaninotto, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese industriali; Maria Silvia Boccardi, dirigente Liceo Linguistico “Sophie Scholl”; Paolo Dalvit, dirigente dell'ITT Buonarroti - Pozzo.

In rappresentanza di Confindustria è intervenuto Marco Giglioli, mentre categoria dei periti industriali era rappresentato dal presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali, Giampiero Giovannetti, ed dal presidente dell'Eppi, la cassa previdenziale della categoria, Valerio Bignami. (Nella foto sotto il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, e Lorenzo Bendinelli)
Il presidente nazionale Giampiero Giovannetti ha illustrato all’assemblea le prospettive che si aprono nei percorsi di ingresso all’Albo dei Periti Industriali. Avendo il congresso del novembre 2014 fissato una qualificazione del percorso formativo destinata a passare per una laurea triennale, il Consiglio Nazionale sta operando affinché la sperimentazione di questo nuovo iter abilitante alla professione, abbia inizio nel 2018 con la fase di sperimentazione. Si tratta di un innalzamento delle competenze e quindi della qualità delle prestazioni professionali dei Periti Industriali. Per arrivare a questo nuovo percorso formativo professionalizzante il Miur darà vita a settembre ad una cabina di regia.
Il dirigente dell’Istituto Tecnico Tecnologico Buonarroti – Pozzo Paolo Dalvit ha invece citato l’esempio della Cina come paese che ha “scardinato” il mercato mondiale, forte di un Pil cresciuto di dieci volte negli ultimi dieci anni. Oggi vale il 14,8% del totale mondiale. Il futuro quindi, per i tecnici, sarà globale e richiederà competenze sempre più complesse e forza lavoro estremamente qualificata. Bisognerà quindi predisporre itinerari formativi in cui si dovranno preparare dei tecnici con solide basi scientifiche, tecniche e tecnologiche, suggerendo di allargare le menti e predisporre una formazione aperta a 360 gradi.
La voce accademica è stata quella di Enrico Zaninotto, docente del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Trento, il quale ha evidenziato che il percorso accademico, in termini di occupazione, continua ad essere premiante e che non a caso vi è un forte incremento di donne laureate ed occupate. La nota dolente riguarda la mancanza di connessioni fra il mondo accademico e quello del lavoro, anche perché nel nostro paese è del tutto assente la formazione professionale terziaria, come quella tedesca, più volte citata in apertura di convegno dal moderatore riprendendo alcuni passaggi di un’intervista rilasciata da Romano Prodi a “Opificium”, la rivista del Cnpi.