I
lavori di manutenzione sono stati affidati a Carosello Tonale spa, una delle realtà impiantistiche che fanno parte del Consorzio Pontedilegno-Tonale che gestisce l’area sciabile del Ghiacciaio Presena, e hanno comportato una spesa complessiva 100.000 euro di cui 40.000 euro a carico della Società Carosello Tonale SPA, 30.000 euro a carico della Comunità Montana di Valle Camonica e 30.000 euro del Comune di Ponte di Legno.
La via ferrata Sentiero dei Fiori ripercorre la via di arroccamento che gli Alpini utilizzarono durante la Prima guerra mondiale per collegare le postazioni installate in cresta, si snoda ad una quota media di 3.000 metri e va affrontata con la giusta preparazione e attrezzatura, e solo dopo avere verificato che le previsioni meteo per la giornata siano favorevoli. Ogni estate sono centinaia gli appassionati di montagna che si recano sul Ghiacciaio Presena per fare questa via ferrata che, inserita all’interno del Parco dell’Adamello, rappresenta sicuramente una delle principali attrazioni alpinistiche del comprensorio Pontedilegno-Tonale.
In occasione della riapertura, al fine di garantire un sempre maggior grado di sicurezza, è assolutamente obbligatorio percorrere la ferrata passando sulle passerelle sospese, in quanto il tratto della variante che permetteva un’alternativa ai ponti tibetani (tra l’inizio della prima passerella e l’imbocco della galleria in senso orario) è stato chiuso e dismesso. In futuro, si valuterà la possibilità di progettare, se possibile, un nuovo percorso al fine di garantire un grado di sicurezza accettabile.
Nel frattempo é suggerito un senso di percorrenza uguale per tutti, in senso orario, cioè salendo dal Passo Paradiso al Passo Presena mediante la cabinovia arrivando a quota 3.000 metri, imboccando in seguito la via ferrata dal Passo di Lagoscuro e rientrando al Passo Paradiso scendendo dal Passo del Castellaccio. In questo modo – e perciò avrebbe senso adottare definitivamente il senso unico di percorrenza del Sentiero - si potrebbe evitare l’incrocio con altri alpinisti nei tratti più stretti del Sentiero, in particolare all’accesso dei due ponti tibetani.