TRENTO - Negli ultimi giorni i sindacati hanno alzato i toni sulla riforma dell’ICEF, parlando di “salasso” per le famiglie con due redditi e paventando penalizzazioni per le coppie di lavoratori con figli. Dichiarazioni che, alla luce dei fatti, appaiono più politiche e preventive che fondate su effetti reali.
"La riforma approvata dalla Giunta riguarda solo il calcolo dell’indicatore economico, che da 36 variabili passa a 4, diventando più semplice, trasparente e comprensibile. Le soglie di accesso al welfare non sono cambiate, quindi nessuna famiglia ha perso oggi alcun beneficio. Eventuali effetti futuri dipenderanno dalle nuove soglie che saranno fissate, non dall’indicatore in sé.
Anche le politiche di welfare restano invariate: assegno unico provinciale, tariffe agevolate e altre misure di sostegno restano confermate, e la riforma sarà introdotta gradualmente e monitorata per minimizzare qualsiasi impatto.
I sindacati, che hanno seguito passo passo la riforma nel Comitato ICEF condividendone scelte di fondo come il maggior peso del patrimonio e la scala di equivalenza, oggi alzano un allarme che sembra più legato a timori per se stessi che per i cittadini. Il nodo è evidente: l’ICEF attuale, molto complesso, ha creato negli anni una dipendenza dai CAF e dai patronati, che oltre a fornire assistenza tecnica sono legati a convenzioni provinciali e a un ruolo di intermediazione.
Il nuovo ICEF restituisce ai cittadini indipendenza e autonomia. Con meno indicatori e regole più lineari, ogni famiglia potrà comprendere meglio la propria condizione economica e, in molti casi, gestire la pratica senza intermediari, anche attraverso strumenti digitali provinciali. Meno dipendenza dai patronati significa più libertà per i cittadini e un rapporto diretto con l’amministrazione pubblica.
In sintesi, l’allarmismo odierno difende un sistema di intermediazione, non le famiglie trentine. La riforma ICEF libera i cittadini da una dipendenza non più necessaria, semplifica le procedure e rende il welfare più equo, chiaro e accessibile. L’obiettivo della Provincia resta uno solo: sostenere chi ha davvero bisogno, con strumenti trasparenti e senza mediazioni obbligate", così il consigliere provinciale trentino Claudio Cia..