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Ad Arco il Patto digitale di comunità

ARCO - L’amministrazione comunale ha aderito al Patto digitale di comunità, un’alleanza educativa tra famiglie, educatori e enti locali finalizzata a promuovere un uso consapevole e sostenibile della tecnologia. Il progetto, proposto nel sito www.pattidigitali.it, nasce dal confronto tra un gruppo di genitori sull’educazione digitale dei figli insieme al Centro di ricerca sul benessere digitale dell’Università di Milano-Bicocca, all’associazione Mec (Media, educazione, comunità), all’associazione Sloworking e ad Aiart Milano.

«Uno strumento importante -ha spiegato l’assessore a istruzione, politiche sociali e giovanili Mattia Mascher, nel corso della conferenza stampa di presentazione, martedì 16 settembre in municipio- perché cerca di fare comunità, definendo alcune regole guida, cinque, sull’uso consapevole della tecnologia, in particolare degli smartphone. Non si tratta in alcun modo di demonizzare la tecnologia, ma semplicemente di definire delle regole comuni sull'utilizzo dello smartphone».

Le regole:
1) ATTENDIAMO ALMENO FINO ALLA FINE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO PER LA CONSEGNA AI FIGLI DI UNO SMARTPHONE PERSONALE CONNESSO IN RETE
Si consiglia fino a quel momento il telefono fisso oppure il telefono cellulare senza connessione internet abilitato solo a chiamate e messaggi, ovvero i cellulari di vecchia generazione, di cui esistono ancora molte versioni in commercio, strumenti più che adatti per comunicare con gli amici e la famiglia.

2. MANTENIAMO FINO AI 16 ANNI SMARTPHONE E ALTRI STRUMENTI DIGITALI TRASPARENTI
Password di accesso condivisa con i genitori e confronto periodico della cronologia e delle attività online dei figli anche su pc o tablet (i genitori hanno sempre la responsabilità legale).

3. CONCORDIAMO INSIEME LUOGHI E ORARI PER L’USO DI SMARTPHONE E ALTRI STRUMENTI DIGITALI
Bastano poche semplici regole condivise, ad esempio no a tavola, a letto prima di dormire, al ristorante, ecc. Ricordiamoci di dare il buon esempio: noi adulti per primi ci impegniamo a riservare a tutta la famiglia tempi liberi dalle interferenze degli schermi.

4.
SCEGLIAMO APP, SOCIAL E GIOCHI IN REGOLA CON L’ETÀ
In accordo con la legge italiana, l’utilizzo autonomo di social (persino di Whatsapp) è consentito dopo i 14 anni. Rimaniamo informati e verifichiamo i contenuti e l’età legale per app e giochi (ad esempio, con la classificazione Pegi, https://pegi.info/it/node/59)

5. SOTTOSCRIVIAMO UN ACCORDO CON I FIGLI ALLA CONSEGNA DELLO SMARTPHONE PERSONALE
Ecco un esempio di contratto genitori figli per l’utilizzo dello smartphone che potete stampare e utilizzare: https://www.associazionemec.it/contratto-genitori-figli

«Ogni famiglia deve trovare la sua strada e le sue regole -ha spiegato l’assessore Mascher- questa non è in nessun modo una imposizione ma una proposta educativa. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una forte accelerazione nello sviluppo delle tecnologie digitali, che ha portato con sé diverse opportunità ma anche molteplici rischi, in particolare per quanto riguarda il benessere e la salute dei più giovani. Dati scientifici dimostrano che queste tecnologie, se concesse precocemente e senza attenzione, possono nuocere al naturale processo di crescita cognitiva, affettiva e relazionale, oltre che lasciar spazio a comportamenti online a rischio e a forme di cyberbullismo. Nonostante ciò, oggi è in continuo anticipo l’età di accesso alle tecnologie da parte di bimbe e bimbi, dovuto anche alla forte pressione sociale e commerciale a cui sono sottoposti i genitori, che spesso si trovano in difficoltà di fronte alle richieste insistenti dei loro figli e figlie e alla preoccupazione che il mancato accesso alla tecnologia li possa rendere isolati dai coetanei. Il problema dev'essere affrontato in un'ottica di comunità educante, senza colpevolizzare i genitori e senza demonizzare le loro paure, che sono legittime. Io stesso con mia figlia sto cercando di ritardare la consegna dello smartphone, ma non è per niente semplice, specie se in classe già molti coetanei ce l’hanno».

«Essendo un patto di comunità -ha aggiunto l’assessore- l'obiettivo è coinvolgere tutta la comunità educante. Inviteremo ad aderire tutte le associazioni sportive, educative, culturali, sociali, l'Istituto comprensivo e i pediatri. L’8 ottobre faremo un incontro pubblico al Cantiere 26 per illustrare il progetto, e lavoreremo per allargarlo ad Distretto famiglia e alla Comunità di valle. Non risolveremo tutti i problemi, ma se seguiti con costanza i progetti di comunità educante portano dei benefici tangibili».
Ultimo aggiornamento: 16/09/2025 18:37:07
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