L'Agenda delle Valli

MUSE: Food pairing, abbinamenti audaci e risultati sorprendenti

Inizio: 27/11/2025 dalle ore 18:00 - Fine: 27/11/2025 alle ore 20:00 IT
La cucina italiana segue regole precise, con abbinamenti ormai consolidati dalla tradizione: pasta e fagioli, prosciutto crudo e melone, latte e biscotti. Ma cosa succede se proviamo a uscire dagli schemi e mangiamo quei biscotti insieme a un altro, insolito ingrediente? Come, ad esempio, un wafer abbinato a un frutto? Giovedì 27 novembre 2025, alle ore 18, al MUSE arriva “Food pairing: abbinamenti audaci e risultati sorprendenti”, un evento dove solo le assaggiatrici e gli assaggiatori più ribelli, i Rebels of Goodness, sperimenteranno accostamenti insoliti con i prodotti dell’azienda altoatesina Loacker, in un incontro tra cibo e neuroscienze. Con la partecipazione di Beniamino Galentino, Food Innovator, e Markus Steinmair, Food Designer di Loacker, insieme a Massimiliano Zampini del CIMeC - Centro Interdipartimentale Mente/Cervello dell’Università di Trento. 
 
Il food pairing è una tecnica basata sull’idea che alcuni ingredienti si combinino meglio di altri grazie alla presenza di componenti chimiche e aromatiche simili. Questo approccio scientifico suggerire accostamenti di alimenti che, pur sembrando insoliti a prima vista, risultano armoniosi al palato. Letteralmente, food pairing significa abbinamento alimentare. In cucina, esistono esempi classici e altri più audaci: uova e tartufo, cioccolato e peperoncino, formaggio e miele. Non è raro che dolce e salato si incontrino, che consistenze morbide e croccanti si combinino o che temperature diverse coesistano nello stesso piatto. Ecco perché il food pairing è un invito a sperimentare, portando fantasia in cucina e scoprendo sapori nuovi e inusuali.  
 
Una sperimentazione che coinvolge tutti e cinque i sensi, come ricorda il ricercatore del CimeCMassimiliano Zampini, responsabile scientifico della mostra: “La percezione del cibo è un viaggio multisensoriale che coinvolge ogni parte di noi: gusto, olfatto, vista, tatto e persino udito. Sebbene siamo portati a pensare che sia il gusto a guidare l’esperienza, è in realtà l’olfatto a rivelarsi il vero protagonista, capace di accendere ricordi ed emozioni con incredibile immediatezza. Anche il colore di un piatto gioca un ruolo decisivo, influenzando aspettative e sensazioni ancor prima del primo assaggio. La temperatura contribuisce poi a definire la piacevolezza di ogni boccone, mentre i suoni — dal croccante di una frittura al fruscio di una sfoglia — completano un’esperienza spesso sottovalutata, ma sorprendentemente potente. Insieme, questi elementi trasformano ogni piatto in un’esperienza unica e memorabile.”. 
 
Il laboratorio sensoriale sarà l’ultimo dei tre appuntamenti organizzati quest’anno nell’ambito della mostra Food Sound. Il suono nascosto del cibo, visitabile al MUSE fino all’11 gennaio 2026. I primi due incontri, entrambi sold out, hanno guidato il pubblico alla scoperta dei segreti per riconoscere un olio extravergine di oliva di qualità e di come i sensi intervengano nella degustazione. Il secondo appuntamento è stato invece dedicato al mondo del miele: le/i partecipanti hanno assaggiato diverse tipologie, esplorandone origini, caratteristiche e qualità attraverso un’esperienza multisensoriale
 
Massimiliano Zampini 
Professore ordinario al Centro Interdipartimentale Mente/Cervello (CIMeC) dell’Università di Trento, dove coordina anche il Dottorato in Cognitive and Brain Sciences. Si occupa dello studio delle interazioni multisensoriali e di come i diversi sensi – vista, udito, tatto, olfatto e gusto – contribuiscano alla creazione dell’esperienza percettiva. 
Dopo il dottorato all’Università di Verona e un periodo post-doc all’Università di Oxford, ha fondato e dirige il Multisensory Research Group del CIMeC, dedicato allo studio dei meccanismi cognitivi e neurali che integrano le informazioni sensoriali. I suoi interessi includono la percezione multisensoriale del cibo, le interazioni tra olfatto e altri sensi, la percezione del corpo e quella termica ambientale. 
 
Beniamino Galentino 
Professionista con esperienza nel mondo del food. 
Nel corso degli anni, ha sviluppato competenze di cucina lavorando per ristoranti Michelin. Da appassionato di food science, ha aggiunto al suo percorso una laurea in Tecnologie alimentari che ha cambiato la prospettiva di approccio e studio degli alimenti. 
 
Markus Steinmair 
Appassionato della cucina d'autore, si è specializzato in food design, inglobando nel suo approccio multisensoriale l'autenticità delle sue radici montane con la tecnica e la creatività derivate dal percorso di studi e dalla sua attitudine. 
 
Loacker 
Natura, qualità e amore per le cose fatte bene: sono questi gli elementi che rendono unici i wafer e le specialità al cioccolato Loacker dal 1925. Ancora oggi, l’azienda altoatesina produce la maggior parte dei suoi prodotti tra le montagne, a oltre 1.000 metri di altitudine. Una scelta controcorrente, che riflette lo spirito ribelle ma autentico di Loacker, passata da piccola pasticceria di Bolzano a marchio di fama mondiale, distribuito in oltre 110 Paesi. 
Un gusto 100% naturale, con ingredienti selezionati e senza aromi aggiunti, coloranti o conservanti. Azienda a conduzione familiare, nel 2025 Loacker è diventata società benefit, rafforzando il proprio impegno verso un impatto sociale e ambientale positivo, con strategie di business responsabili e investimenti nella ricerca.
Ultimo aggiornamento: 22/11/2025 10:35:13