La mia carriera ha avuto anche degli stop per infortuni soprattutto al polso che hanno modificato anche il mio stile di gioco, dal rovescio a due mani a quello ad una mano. A quell’epoca ero 19esimo nel mondo a livello junior ma lo stop mi ha impedito di crescere’.
Alberto Paris, fiduciario FIT per la Lombardia, ha ribadito la complessità del tennis ‘uno sport che ha diverse componenti, fisica, atletica, psicologica, che lo rendono davvero complicato. Sia io che Brizzi siamo arrivati ad un passo dal grande salto ma per vari motivi non siamo andati oltre. Il mio ruolo nella Federazione è quella del fiduciario per la regione Lombardia, cioè devo verificare lo stato del tennis lombardo dando una mano ai circoli e qui lasciatemi spendere una parola di encomio per Mauto Milesi e il suo centro di Cividate Camuno. Sono stato il capitano della squadra nazionale ai mondiali di tennis in carrozzina e sto lavorando per la certificazione di istruttore per atleti in carrozzina’.
Ha poi ripreso la parola Brizzi che ha parlato del suo futuro: ‘Sono in un momento di passaggio, mi sto ormai dedicando ai tornei in Italia ma ho qualche problema al ginocchio. Penso che farà ancora un po’ di tennis attivo ma il mio futuro è il maestro di tennis’. E Paris ha ribadito che ‘Alberto è una bella immagine per il tennis anche a livello nazionale e ne approfitto per ringraziare ancora una volta Milesi per l’invito e per la serata’.
Dal canto suo Mauro Milesi ha ringraziato i suoi collaboratori ed il Consiglio Direttivo del Tennis Club Junior presente al completo ed ha anche avuto parole di elogio per il maestro Arnaldo Fusarri di Lovere, peraltro allenatore anche di Barbara Bassi. Molte le domande dei soci del Panathon e degli ospiti della serata, alle quali Alberto Paris ha dato risposte precise: la differenza tra tennis maschile e femminile (ormai non c’è più basta vedere i premi dello stesso valore nei Tornei del Grande Slam), le potenzialità dei giovani talenti che poi non arrivano ad alti livelli internazionali (non è solo questione di mentalità italiana, forse mancano maestri, o forse c’è poca intensità, senso del sacrificio, poca umiltà, ma forse dipende anche dalla sensibilità del singolo atleta, così come oggi si vuol vincere subito mentre altre qualità devono essere allenate con continuità e gradualità).
Brizzi invece ha parlato del ‘contorno’ oggi del tennista: ‘i campioni hanno intorno a loro psicologi, motivatori, nutrizionisti, mental coach oltre alla mentalità propria, fatta di tenacia, continuità, impegno, sacrificio’. Infine Alberto Paris ha elogiato la presenza dei tennisti in carrozzina che, negli allenamenti e negli incontri con i ragazzi più giovani, sono una testimonianza di determinazione, di impegno, di sacrificio e di motivazione. Una bella serata dunque, ricca di spunti e di riflessioni, che si è conclusa con lo scambio di doni tra il Panathlon Club di Vallecamonica e gli ospiti, grandi strette di mano e davvero tanto entusiasmo.