Iseo (Brescia) - E' stata inaugurata la personale di Tiziano Ronchi, allestita alla Fondazione l’Arsenale di Iseo, in programma fino al 7 gennaio 2o24, visitabile giovedì e venerdì dalle 15 alle 18, sabato e domenica dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 15 alle 18.
All’Arsenale di Iseo è stata aperta la personale di Tiziano Ronchi, giovane artista bresciano. La ricerca di Tiziano Ronchi si concentra sul concetto di traccia intesa come simbolo di rapporti ed emozioni, ma anche di ricerche e percorsi di conoscenza: è ciò che lasciamo alle nostre spalle, ciò che imprimiamo oggi sul nostro cammino per riscoprirlo un domani, ciò che è sempre stato dentro di noi.
La Natura è il segno intrinseco della nostra esistenza, la Madre da cui tutto ha avuto inizio e da cui continua ad avere origine la vita. Oltre ad essere le nostre radici, è anche la guida prediletta dall’artista per indagare i rapporti umani, non solo tra l’uomo ed essa, ma anche tra l’Io e l’Altro e tra l’individuo e la propria essenza.
La mostra, intitolata TRACCE. Mycosium (foto © Tiziano Ronchi) rappresenta il percorso intrapreso dall’essere umano sin dalla sua nascita. Si tratta di un viaggio nel mondo, segnato inevitabilmente da incontri e legami con l’Altro che permettono di mantenere il contatto con l’esterno, e al tempo stesso un viaggio interiore, di continua scoperta e riscoperta di sé stessi.
Per rappresentare gli elementi e le forme della Natura, quale fil rouge della vita, l’artista si avvale dell’utilizzo dei funghi, i quali infatti assumono analogamente il ruolo di accompagnatori durante la visita, emergendo opera dopo opera. Questi organismi vegetali si caratterizzano per il loro micelio da cui prende il titolo questa personale, vista la sua struttura metaforicamente puntuale rispetto alla ricerca dell’artista. Questa rete di sottili radici, estese ed articolate, prolifera nascosta nella profondità del terreno, continuando a generare nuova vita e creando un tessuto connettivo in grado di unire e trasmettere impulsi a tutta la vegetazione. Allo stesso modo i funghi presenti nelle opere, estendendosi per tutto il percorso e costituendo un substrato coerente, mandano messaggi e suggestioni che permettono di percepire maggiormente il legame tra l’Io, l’Altro e la Natura. Come dei mantra, queste opere si servono della ripetizione e della ridondanza per far concentrare l’attenzione e quindi scavare più in profondità all’interno dell’Io, all’interno di quella trama sottile che collega tutte le cose.
Nella prima sala dell’Arsenale, l’uomo si eleva dalla terra in cui viene generato: attraverso un processo di aggregazione, possibile grazie al micelio, in lui si fondono gli elementi della Natura per giungere alla formazione del corpo e quindi alla nascita.
Proseguendo nella seconda sala, le opere proposte rappresentano come i soprusi dell’essere umano nei confronti della Natura trovino sempre una ricongiunzione pacifica con essa. Le ferite, le tracce, vengono rigenerate diventando frammenti puri di materia che il micelio ricompone, come un puzzle, legando indissolubilmente il passato al presente.
Nell’ultima sala, Ronchi dimostra come la consapevolezza di Sé, la riconnessione con l’Io, sia difficile da raggiungere; è un sentiero in salita da affrontare passo dopo passo, sempre uguale e costante: l’esercizio, infatti, permette di innalzare la mente percorrendo una rilettura della componente più materiale dell’individuo.
Questa ricerca termina, o forse si fa ancora più complessa ma necessaria, quando si comprende il vero strumento di ricongiunzione tra l’Io, la Natura e l’Altro: l’ascolto.
Solo così è possibile intraprendere la strada per la conoscenza dello Spirito. La mostra si inserisce nel ciclo di eventi che la Fondazione vuole dedicare annualmente ai giovani, dal titolo ARTISTI CONTEMPORANEI, che quest’anno ha visto protagonisti anche Fabio Lombardi, Duccio Guarneri e una collettiva di artisti rappresentati dalla galleria The Address.
Tiziano Ronchi nasce nel 1995 a Brescia, dove vive e lavora. Docente presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia, laureato in Arti Visive Contemporanee presso la stessa Accademia e in Progettazione dell’Architettura presso il Politecnico di Milano, traccia la propria quotidianità, attraverso arte, cammino, viaggio, esperienza diretta, sport estremi e contatto profondo con la Natura e con l’Altro.
L’elemento centrale della sua ricerca artistica è la Traccia intesa come segno più tangibile di un passaggio, di un processo, di un percorso, di un’emozione vissuta privatamente o scaturita dall’incontro e dalla fusione con l’Altro e con Madre Natura.