I militari della Compagnia Carabinieri di Borgo Valsugana hanno eseguito un ordine di custodia cautelare in carcere per atti persecutori, a carico di un 60enne della zona, peraltro già condannato per il medesimo reato, nel 2018, commesso in danno delle stesse vittime, trasferendolo presso il carcere del capoluogo.
Il colpevole negli ultimi mesi aveva più volte infastidito, minacciato e offeso con volgari epiteti la vicina di casa con le tre figlie e gli accertamenti dei militari della Stazione di Castel Ivano hanno consentito di cristallizzare le sue responsabilità, sottoponendo alla magistratura prove evidenti sulle condotte dell’uomo, altamente impattanti per la vita delle vittime.
I comportamenti erano il più delle volte aggravati dall’abuso di alcol, che si abbinava puntualmente alla violazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese, disposta a ottobre 2018, con la precedente condanna.
Il contegno dello stalker aveva aggravato nelle vittime quello stato d’ansia e di preoccupazione per la propria incolumità, che già due anni or sono aveva portato ad un primo intervento della magistratura, accentuando la costrizione a modificare le loro abitudini, tanto che evitavano addirittura di usare il proprio giardino e erano costrette a uscire dall’abitazione con estrema cautela, usando diversivi, pur di schivare gli incontri con lo stalker.
È la seconda volta in pochi mesi che i Carabinieri della Valsugana intervengono in aiuto delle donne infastidite da pesanti minacce o ingerenze nella propria vita.
Il provvedimento restrittivo di ieri, ha interrotto il reiterarsi degli atti persecutori, ma soprattutto ha scongiurato la loro possibile evoluzione verso esiti più gravi. La vicenda si colloca in un quadro drammatico, che ha sullo sfondo un contesto di profonda solitudine, disagio sociale e abuso di bevande alcoliche. L’invito, al solito, è di segnalare tempestivamente situazioni di pericolo per la propria o altrui incolumità, anche per il tramite del Numero Unico di Emergenza 112 e denunciare i responsabili di comportamenti violenti, specie se perpetrati in danno di soggetti deboli.