Il 42enne, su cui grava la misura di sicurezza non detentiva della libertà vigilata, è già noto ai carabinieri per fatti analoghi commessi nell’autunno del 2021, quando era stato trovato a raccogliere 87 chilogrammi di piante di marijuana messe ad essiccare in un deposito, sempre nella zona industriale di Castel Ivano ed in quella occasione arrestato dagli uomini del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Borgo Valsugana.
Invece l’indagine appena conclusa si è sviluppata intensamente nell’arco dell’ultima settimana, difatti, anche questa volta, i militari dell’Arma di Castel Ivano, una volta individuato il sito boschivo ed impervio, ove veniva coltivata la sostanza, hanno utilizzato particolari tecniche che consentivano di osservare senza essere notati, e la perseveranza e la professionalità dei militari ha prevalso anche in questo ultimo episodio. I carabinieri ritengono che i semi della sostanza stupefacente, siano stati piantati circa 3 mesi fa, ed a breve a causa della maturazione completa delle sei piante cresciute a dismisura, alcune delle quali alte oltre tre metri e molto folte nel fogliame, sarebbero state raccolte per poi essere essiccate. Ancora una volta sono stati sottratti al mercato “probabilmente giovanile” grossi quantitativi di sostanza stupefacente - che alla lunga - sebbene considerata del tipo “leggero” avrebbe provocato ugualmente i suoi danni agli assuntori. Per l’arrestato vige comunque il principio dell’ innocenza sino a quando la sua colpevolezza non sarà provata con sentenza divenuta irrevocabile.