Tre di queste sono tuttora alacremente ricercate dai militari.
Le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trento, hanno consentito di documentare l’esistenza di un sodalizio criminale, di prevalente origine tunisina, in grado di rifornire ininterrottamente le principali piazze di spaccio trentine, con eroina, cocaina e hashish.
La consorteria criminale oggi disarticolata, caratterizzata da un modello organizzativo costituito da un vincolo gerarchico, con compiti e ruoli specifici, ha dimostrato una elevata capacità a delinquere. Emblematiche di ciò sono l’attitudine dei promotori ad impartire direttive ai propri sodali, pur essendo ristretti in carcere o agli arresti domiciliari, la documentata e estesa rete di clienti, la modalità organizzativa delle cessioni al dettaglio peculiari, orientate a eludere sistematicamente i controlli delle forze dell'ordine, le procedure interne al gruppo.
Il sodalizio ha inoltre evidenziato la continua disponibilità di sostanze stupefacenti e “basi logistiche”, per lo stoccaggio della droga, la conservazione degli introiti derivanti dall’attività di spaccio nonché le operazioni di taglio e confezionamento delle dosi.
Nel corso dell’indagine, svolta mediante intercettazioni e attività di osservazione, controllo e pedinamento, sono stati censiti 43 episodi, costituenti reati-fine, che hanno consentito di imputare agli indagati il reato associativo e oltre 400 cessioni al dettaglio a favore di comuni assuntori.
Nelle diverse fasi dell’indagine sono stati complessivamente tratti in arresto 24 soggetti, sequestrando stupefacente per circa 4 kg e contante per oltre 38mila euro.
Le quantità di stupefacente trattate, le modalità operative, le particolari cautele volte ad eludere eventuali investigazioni e le capacità di riorganizzazione, poste in essere a seguito degli arresti effettuati dai Carabinieri in riscontro alle indagini, hanno dato conto di un elevato livello di “professionalità criminale” dei sodali, confermato dai 25 recidivi specifici, su 27 soggetti coinvolti.
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