BRESCIA - Quattro manager della
Caffaro Brescia Srl sono stati condannati in tribunale a Brescia per disastro ambientale e inquinamento dell'area industriale.
La sentenza

Il collegio giudicante del tribunale di Brescia ha inflitto due anni ad
Alessandro Quadrelli e
Alessandro Francesconi, un anno e nove mesi ad
Antonio Todisco, un anno e due mesi a
Vitantonio Balacco.
Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di disastro ambientale, inquinamento ambientale, gestione incontrollata di rifiuti e falso in bilancio.
Secondo l'accusa, accolta dal collegio giudicante, i dirigenti non avrebbero rispettato le prescrizioni degli enti e gli obblighi ambientali assunti al momento dell'acquisto dell'azienda dalla storica Caffaro, contribuendo al protrarsi dell'inquinamento da Pcb e cromo esavalente.
Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di disastro ambientale, inquinamento ambientale, gestione incontrollata di rifiuti e falso in bilancio.
La procura
Dopo la sentenza la Procura di Brescia, guidata da Francesco Prete, ha così commentato: "La sentenza odierna riveste un rilievo particolare, in quanto rappresenta una importante pronuncia per disastro ambientale emessa con riferimento ad un sito di interesse nazionale.
Agli amministratori di diritto e di fatto della società sono state riconosciute l’attenuante speciale del ravvedimento operoso e la sospensione condizionale della pena, in considerazione dello stanziamento di oltre 5 milioni di euro destinati al risarcimento in forma specifica del danno ambientale.
Le risorse sono state impiegate per l’efficientamento della barriera idraulica attraverso la realizzazione di nuovi pozzi, barriera la cui attivazione è prevista per il mese di giugno 2026. Si tratta di una circostanza di particolare rilevanza, che configura uno dei rari casi di concreta applicazione del principio comunitario del “chi inquina paga”. A tale risultato ha fortemente contribuito il Ministero dell’ambiente".
Legambiente
"Legambiente e i suoi circoli, da sempre impegnati su questo fronte, sottolineano quanto sia grande il danno causato al territorio - afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Chi vive i luoghi contaminati aspetterà decenni prima che si possano vedere gli effetti della bonifica del sito industriale e della discarica della Vallosa, le cui scorie provengono anche da Caffaro. I fondi necessari alle bonifiche gravano sulla collettività, a discapito di servizi utili e necessari per il territorio. Non ci stancheremo di denunciare quanto una gestione improntata al mero interesse abbia creato una perdurante situazione di pericolo per i cittadini, di degrado del territorio e di grave inquinamento per l’ambiente”.