ROGNO (Bergamo) - I
carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di
Clusone hanno dato esecuzione all'ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal
Tribunale del Riesame di
Brescia, nell’ambito del procedimento penale iscritto dalla Procura della Repubblica di Bergamo a seguito dell
’incendio doloso avvenuto il 18 novembre 2024 a Rogno.
L’incendio doloso era stato commesso a danno di un esercizio commerciale in via Nazionale, ed aveva distrutto completamente un negozio. L’incendio avrebbe potuto causare ulteriore nocumento all’incolumità dei residenti nei piani superiori dell’edificio colpito senza il tempestivo intervento di
3 squadre dei Vigili del Fuoco di
Darfo Boario.
Le indagini successive, condotte attraverso l’esame dei sistemi di videosorveglianza e l’acquisizione di informazioni da persone informate sui fatti, hanno consentito di effettuare una ricostruzione minuziosa dell’evento criminoso, che ha permesso ai militari di identificare le tre persone ritenute coinvolte: l’autore materiale dell’incendio, un complice che l’ha supportato logisticamente, nonché il mandante del delitto, che non era presente sulla scena del crimine.
Secondo la ricostruzione effettuata l’autore materiale dell’incendio, identificato in F.A., classe 2003, senza fissa dimora, veniva ripreso da una telecamera privata mentre si era allontanato velocemente dalla scena del crimine, con un’andatura claudicante, e durante la fuga si disfaceva del pantalone di colore rosso indossato nel corso dell’azione criminale gettandolo all’interno del giardino di un’abitazione privata sita in via Roma.

I carabinieri di
Clusone, la sera del
18 novembre 2024 avevano rintracciato il giovane mentre si nascondeva in mezzo ai boschi in località Val Palot, nei pressi del comune di
Pisogne (Brescia), dove svolgeva un’attività di spaccio di stupefacenti, ed in quella circostanza veniva arrestato in flagranza per il possesso di circa 20 gr. di cocaina già divisa in dosi da spacciare. In tale frangente l’indagato veniva trovato con le mani fasciate per coprire dei profondi tagli che verosimilmente si era procurato sfondando precedentemente la vetrata del negozio, attraverso la quale si era poi introdotto con una tanica di latta da 20 litri piena di benzina, sequestrata sulla scena del crimine.
Sentito in merito al suo coinvolgimento nell’incendio della notte precedente l’indagato si era avvalso della facoltà di non rispondere. A seguito dell’arresto del 18 novembre per spaccio di stupefacenti veniva sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il 7 marzo scorso F.A. veniva nuovamente arrestato per detenzione a fini di spaccio di 200 grammi di cocaina, ed è ancora detenuto presso il carcere di Bergamo.
Dall’analisi del traffico telefonico i Carabinieri sono risaliti al complice identificato in S.W., classe 1988, residente a Pian Camuno (Brescia), che aveva supportato l’autore materiale fornendogli supporto logistico e organizzativo; aveva procurato a F.A. sim e telefoni utilizzati durante l’azione criminosa; si era occupato di effettuare diversi sopralluoghi prima dell’azione criminosa per accertare l’assenza di testimoni e di forze dell’ordine; aveva riempito ad un distributore la tanica di benzina utilizzata per l’incendio.
Le attività condotte sui due indagati hanno inoltre consentito al Nucleo Operativo di Clusone di acquisire inequivocabili indizi nei confronti di L.D., Classe 1989, residente a Pisogne (Brescia), al quale è stato attribuito il ruolo di mandante dell’azione delittuosa, per questioni legate a motivazioni personali ed allo spaccio di stupefacenti, dando istruzioni e coordinando telefonicamente l’azione dei suoi due collaboratori nelle diverse fasi dei crimini commessi. Quest’ultimo era anche risultato destinatario il 21 febbraio scorso della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza emessa dal Gip del Tribunale di Bergamo nell’ambito di un’ordinanza nei confronti di un sodalizio criminale, composto da 10 soggetti, ritenuto responsabile di spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, nel territorio a cavallo tra le province di Bergamo e Brescia.
Il Gip di Bergamo aveva disposto per i 3 indagati le seguenti misure: divieto di dimora nei comuni di Artogne e Pian Camuno per F.A.; obbligo di dimora nel comune di Artogne per L.D. ; obbligo di dimora nel comune di Pian Camuno per S.W.
Il 13 maggio il Tribunale del Riesame di Brescia ha accolto l’appello del Pubblico Mistero sull’ordinanza del GIP di Bergamo, disponendo la misura cautelare della custodia in carcere per tutti e tre gli indagati.
In esecuzione di tale nuova ordinanza i Carabinieri di Clusone hanno tradotto in carcere S.W., mentre l’esecuzione nei confronti degli altri due indagati è sospesa in quanto è stato proposto ricorso per Cassazione avverso l’ordinanza del Tribunale del riesame di Bergamo.