Brescia - Anche Brescia è coinvolta nell'inchiesta sui rifiuti illeciti provenienti da Napoli. I carabinieri del Noe di Milano hanno arrestato due persone e 26 sono gli indagati.
Dalle prime ore di questa mattina, a conclusione di una articolata e complessa attività d’indagine svolta dai Carabinieri del N.O.E. di Milano e coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia/DDA, i carabinieri del Gruppo per la Tutela dell’Ambiente di Milano, in Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania, in collaborazione con i Comandi Provinciali Carabinieri territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a n. 2 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari ed una misura interdittiva, oltre a numerose perquisizioni e sequestro di beni, emesse dal Gip di Brescia a carico di appartenenti a strutturata organizzazione criminale frutto di una joint venture tra aziende private e pubbliche, che di fatto hanno invertito il senso della rotta illegale dei rifiuti, portando a smaltimento in Lombardia e Piemonte circa 100.000 tonnellate di ecoballe provenienti dalla Campania.
Arrestati con l'accusa di traffico illecito di rifiuti P.B., 46enne. amministratore unico delle società “B&B s.r.l.” di Torre Pallavicina (Bergamo) e della “B.P.S. s.r.l.” di Abbadia Lariana (Lecco), e G.E., 60enne capo impianto della società “ARAL s.p.a” di Castelceriolo (partecipata al 100% dalla Provincia di Alessandria), mentre D.S., 63enne broker della società “ECOSAVONA s.p.a” è stato colpito dalla misura interdittiva del divieto di temporaneo totale di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per 12 mesi. Complessivamente sono 26 le persone che risultano coinvolte nell’inchiesta ed indagate a vario titolo.
L’indagine ha avuto avvio nell’ottobre del 2014 in seguito all’incendio sviluppatosi all’interno del capannone della società “TRAILER spa” di Rezzato (Brescia): l’intervento dei Carabinieri dei N.O.E. di Brescia e Milano - impegnati nel costante monitoraggio del delicato fenomeno degli incendi a danno delle aziende che a vario titolo si occupano della gestione dei rifiuti - e l’analisi delle prime risultanze investigative, infatti, avevano fin da subito fatto emergere come, all’interno dell’impianto andato a fuoco, fossero state illecitamente messe in riserva oltre 1000 tonnellate di rifiuti solidi urbani provenienti da impianti campani in totale difformità con l’autorizzazione posseduta.
I successivi accertamenti delegati dalla Procura di Brescia e sviluppati dai militari del N.O.E.