Pinzolo - Partecipato incontro, ieri sera, alla vigilia della tappa di Pinzolo del Vertical Up tour, per gli appassionati di montagna che al Paladolomiti hanno potuto incontrare la scialpinista, esploratrice e alpinista Tamara Lunger (seconda donna italiana ad aver raggiunto la vetta del K2 e prima donna ad aver tentato il Nanga Parbat in inverno, rinunciando a soli 70 metri dalla vetta) e ascoltare in diretta il racconto delle sue straordinarie avventure sulle cime più alte e affascinanti al mondo.
All’appuntamento organizzato dall’Alpin Go Val Rendena è intervenuto anche Moreno Pesce, capitano del “Team 3 gambe” che, insieme a Giuliano Mancini ed Heros Marai, atleti amputati ad una gamba che gareggiano nelle vertical race più difficili, oggi sarà alla partenza della Tulot Audi quattro. In questa occasione, a rafforzare il team, scenderà in pista anche Andrea Lanfri, atleta paralimpico della Nazionale azzurra di atletica leggera che dopo essere stato vittima di una gravissima meningite nel 2015, in seguito alla quale ha subito l’amputazione degli arti inferiori e di parte delle dita delle due mani, corre e arrampica raggiungendo traguardi straordinari e battendo record su record. Ai Mondiali paralimpici di Londra 2017 ha vinto la medaglia d’argento nella staffetta 4x100.
La montagna è donna e il supereroe è colui che si dimostra campione di determinazione. Sul palcoscenico del Paladolomiti, sotto la regia di Brunetto Binelli, i cinquanta bambini e ragazzi del Gruppo Alpinismo giovanile della Sat Pinzolo-Alta Rendena interpretano questi temi e introducono i protagonisti della serata: Tamara Lunger e Moreno Pesce, con Andrea Lanfri che si aggiunge a conclusione dell’incontro.
“Sono stata qui a fare la gara – comincia a raccontare Tamara Lunger presentando una selezione di emozionanti video – ed è molto dura. Dopo lo sci alpinismo, che è stato la prima tappa del mio percorso sportivo, ho preso la strada per le vette e ho capito che era il mio mondo. La prima spedizione importante è stata con papà, in Pakistan, un trekking con 23 giorni sulla neve senza nessun altro. Noi due eravamo gli unici responsabili per le nostre vite e questo è stato molto speciale perché ho capito che la montagna è fatta di tante avventure e che a volte bisogna scendere per risalire”. Poi spazio al Nanga Parbat, nel 2016.