TRENTO - I dati dimostrano il costante e tangibile impegno della Provincia autonoma di Trento nella lotta contro la violenza sulle donne; grazie a una stretta collaborazione tra istituzioni, forze dell'ordine e servizi, sono state sviluppate nuove strategie e rafforzate le azioni concrete per prevenire e contrastare questo fenomeno.

"Negli ultimi anni la Provincia ha messo in campo un insieme articolato di misure, sia sul fronte della prevenzione che del contrasto alla violenza, qualificandosi come una delle realtà territoriali più avanzate a livello nazionale - spiega il presidente Maurizio Fugatti -. Vorrei evidenziare il lavoro svolto da tutta la rete dei servizi, il coinvolgimento attivo degli operatori e i tanti risultati concreti messi in campo, che vanno dal potenziamento dei servizi antiviolenza con le aperture di nuove case rifugio ad indirizzo segreto, al sostegno agli orfani di vittime di femminicidio, dalla importante formazione rivolta agli operatori alla campagna di informazione e sensibilizzazione, dal Protocollo interistituzionale, che ogni anno si arricchisce di nuovi partner, al marchio collettivo che vuole identificare tutte le azioni messe in campo per fermare la violenza contro le donne, fino all'assegno di autodeterminazione che, qui in Trentino, viene erogato a tutte le donne che lo richiedono. La Provincia - prosegue il presidente - continuerà a investire con determinazione sulla prevenzione, sull’ascolto e sulla protezione delle donne vittime di violenza, nella convinzione che il contrasto alla violenza di genere sia una responsabilità collettiva e permanente.”
Nel dettaglio, grazie al sostegno finanziario provinciale è stato potenziato il sistema dei servizi antiviolenza, con l’apertura di nuove sedi territoriali del centro antiviolenza, ora presenti anche a Rovereto, Cavalese, Cles e Riva del Garda oltre che a Trento.
Questo ha reso possibile un accesso più capillare e una presa in carico di prossimità, anche per le donne residenti in aree periferiche. È stato inoltre attivato un nuovo servizio residenziale a indirizzo segreto per la protezione immediata delle vittime.
La formazione specialistica per gli operatori del sistema – realizzata in collaborazione con TSM e rivolta a personale sanitario, forze dell’ordine, servizi sociali, enti pubblici e del terzo settore – è già stata avviata e prosegue su base sistematica. Con FBK è in fase avanzata la progettazione di una web app dedicata, sviluppata con approccio partecipativo.
Di recente, la Giunta provinciale ha approvato il marchio collettivo “Insieme contro la violenza sulle donne”, che identifica tutte le azioni realizzate in sinergia da più soggetti della rete provinciale.
Quanto all’intervento economico dell’assegno di autodeterminazione – istituito dalla Provincia per favorire l’autonomia delle donne che escono da situazioni di violenza – va ricordato che, a differenza dell’analogo reddito di libertà nazionale, questo è privo di limiti di budget: tutte le domande con i requisiti previsti sono accolte. Le beneficiarie sono state 52 nel 2022, 74 nel 2023 e già 84 nel 2024. Inoltre nell'ultima manovra di assestamento di bilancio, la Giunta provinciale ha voluto prevedere ulteriori risorse finanziarie per gli interventi riguardanti i servizi antiviolenza, questo al fine di aumentare a 500 euro l'importo mensile dell'assegno di autodeterminazione.
È infine in fase conclusiva l’iter per definire la disciplina attuativa del nuovo contributo di solidarietà per le spese legali sostenute dalle donne vittime di violenza. La sua attivazione è frutto di un percorso condiviso con i servizi antiviolenza e l’Avvocatura provinciale, e ora vede il coinvolgimento degli Ordini forensi di Trento e Rovereto, con l’obiettivo di giungere all’approvazione definitiva in tempi rapidi.