Trento - Emerge sempre di più il problema delle truffe ad anziani. "È la mattina del 22 gennaio quando a casa di Francesco squilla il telefono. Dall’altra parte della linea c’è un signore, affabile, che dice di essere l’avvocato di suo figlio. Durante la telefonata l’avvocato spiega a Roberto, chiamandolo per nome, che il figlio e dai carabinieri perché è stato coinvolto in un incidente stradale, il professionista aggiunge che il ragazzo ha, immediatamente, bisogno di 2.500 euro. Roberto è incredulo, ma preoccupato della vicenda chiede di poter parlare con il figlio, ma, l’avvocato risponde che al momento non è possibile perché il giovane è impegnato a spiegare la dinamica dei fatti. Roberto allora, ancora più allarmato, cerca subito il denaro, raccoglie però, nell’abitazione solo parte di quanto richiesto. Il denaro viene, comunque, ritenuto dall’avvocato sufficiente e sarà lui stesso a garantire la rimanente cifra, nell’occasione aggiunge, inoltre, che avrebbe inviato una persona di fiducia per prendere i soldi. Pochi minuti dopo arriva l’incaricato e ritira i soldi".
Questo è solo uno degli episodi su cui la Polizia di Stato è intervenuta per truffe ai danni degli anziani. "Nel meccanismo della truffa è fondamentale la velocità di azione - spiega il portavoce del Questore, V.Q. Salvatore Ascione - essa punta infatti sulla concitazione per far prendere velocemente una decisione alla vittima. L'occasione va colta all'istante perché altrimenti sfuma. Il truffatore in genere approfitta della suggestionabilità della persona o di una sua debolezza. Egli, infatti, ben conosce i meccanismi base della psicologia e facilmente riconosce i soggetti più vulnerabili. A questo punto cerca di attivare il loro lato fragile facendo leva sull'emotività quale può essere ad esempio il senso di solitudine o di protezione.