Marcata ipossiemia, ovvero scarsa ossigenazione del sangue, difficoltà respiratorie importanti, tachicardia, debolezza muscolare, perdita di peso, disturbi neurologici, ortopedici e psicologici con conseguente riduzione delle capacità funzionali e delle autonomie che possono portare ad una grave sindrome da allettamento e che necessitano durante il trattamento riabilitativo della massima attenzione al monitoraggio dei parametri vitali".
Interventi riabilitativi complessi ma indispensabili per favorire il pieno recupero di pazienti fragili, disorientati, spesso con patologie pregresse, che necessitano di cure e attenzione. L'intervento riabilitativo è finalizzato al recupero della corretta dinamica respiratoria, alla prevenzione e riduzione dei danni secondari conseguenti al lungo allettamento, individuando al bisogno gli ausili appropriati e necessari, a favorire il riadattamento allo sforzo per ottenere il miglior recupero funzionale possibile e, quindi, il miglioramento della qualità di vita. La presa in carico del paziente è preceduta da una valutazione fisiatrica e, quando necessario, dalla consulenza dei vari specialisti, pneumologo, ortopedico, neurochirurgo, oltre alla raccolta di dati pregressi dai famigliari o, nel caso di anziani ospitati nelle Rsa, dalle strutture di provenienza.
I dati relativi al periodo compreso tra l'aprile 2020 e l'agosto 2022, 29 mesi in totale, evidenziano lo sforzo dei fisioterapisti di tutti i reparti riabilitativi impegnati con i pazienti covid-19. Il numero maggiore di prestazioni, 836, si è raggiunto nel mese di aprile del 2021, ma già nel dicembre del 2020 si erano sfiorate le 700, quindi una progressiva diminuzione a partire da maggio dell'anno scorso, fino alle 8 di settembre, e una nuova ripresa con le 308 prestazioni eseguite nel gennaio scorso, intorno alle 200 nei due mesi successivi, un calo drastico a marzo, 49, e un aumento con l'ultimo dato elaborato, relativo al mese di agosto, di 129 prestazioni. La durata media del periodo riabilitativo, non coincidente con la durata del ricovero, è stata di circa 15 giorni ma per i pazienti più critici provenienti dalla terapia intensiva si è arrivati a tre mesi.
I pazienti sono stati curati all'interno dei reparti covid-19 e, in molti casi, hanno continuato il loro percorso di recupero in altri reparti dell'Ospedale Morelli, non avendo raggiunto un livello di autonomia e recupero funzionale adeguato.