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Riaperta la Cementeria di Tavernola, la posizione di Legambiente Basso Sebino

Tavernola - Riaperta la Cementeria di Tavernola (Bergamo) e tornano le polemiche. La posizione di Legambiente Basso Sebino e del suo presidente Dario Balotta: "In questi giorni di agosto, è ripartita l’attività della cementifera. Accompagnata dalle “roboanti” notizie sul finanziamento di 1,5 milioni di euro della regione Lombardia per il monitoraggio della frana del Monte Saresano. Si tratterebbe di “prove tecniche” nella vicina miniera Cà Bianca, ma, la produzione è di fatto ripresa con le abbondanti scorte di marna presenti in magazzino. Legambiente attende l'esame dalla Procura della Repubblica del suo esposto il 20 giugno scorso nel quale si chiede, dopo l’ennesimo minaccioso episodio franoso, di verificare se le attività estrattive e produttive del cementificio siano eseguite in condizioni di sicurezza per i lavoratori e per la cittadinanza e se queste sono ancora compatibili con l’ambiente.

Così facendo la Regione dà per scontato che l’attività di produzione del cemento e di estrazione debba continuare sine-die e che le popolazioni del lago debbano vivere con questa spada di “Damocle” sulla testa. Le strumentazioni, l’aggiornamento dei piani d’emergenza e lo studio di eventuali effetti di un’onda di piena lo
dimostrano. Sembra che ci si stia preparando ad arginare possibili nuove frane, piuttosto che intervenire per prevenirle. Va sottolineato che gli enormi costi di questi strumenti per l’osservazione della “montagna” sono a carico della spesa pubblici e non, come sarebbe giusto, dell’azienda che ha provocato il dissesto e il pericolo. L’acquisto di sofisticati impianti di monitoraggio radar, più che prevenire, rischiano di accertare eventuali movimenti franosi quando oramai può essere tardi. Insomma si continua a convivere con questa pericolosa e precaria situazione. Va inoltre tenuta ben presente la necessità di salvaguardare il lago dai materiali/rifiuti/pet-coke e additivi del cementificio in frana. Il vecchio piano di sicurezza potrebbe non essere adeguato al rischio ambientale imminente. La Regione Lombardia, continua a rinunciare ai suoi compiti di indirizzo strategico sull’uso del suolo con un consistente finanziamento per l’osservazione dei fenomeni franosi. Anche l’ ARPA e le Prefetture, quali autorità competenti in materia di sicurezza e ambiente sembrano essere alla finestra in questa delicata fase. Un piano di bonifica e socio-occupazionale per chiusura delle attività è l’unico modo per assicurare la tutela fisica delle persone e delle acque del lago".

Ultimo aggiornamento: 02/09/2021 23:59:21
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