Dal punto di vista culturale e sociologico si tratta di una piccola rivoluzione, complessa, ma positiva che migliorerà la qualità di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie portando al contempo un arricchimento nella società”.
“Il Progetto di Vita individualizzato così com’è stato pensato e costruito nel territorio della provincia di Sondrio è molto interessante e prende spunto da tante esperienze che cominciano a crescere a livello italiano, figlie della legge 112/2016 sul “Dopo di noi” e normative successive – ha sottolineato Franco Milani, direttore socio-sanitario ATS della Montagna – ATS ha supportato la formazione di operatori del privato sociale, famiglie e il coinvolgimento degli Uffici di Piano e dei Comuni che è appena terminata sul Progetto di Vita ponendo l’attenzione sul riconoscimento della dignità del singolo percorso di vita della persona con disabilità che è presa in considerazione in tutti i suoi aspetti, capacità e risorse lungo tutto l’arco della vita per arrivare ad un’applicazione e attivazione il più efficace possibile di un progetto che non sia standardizzato o istituzionalizzato, ma che abbia un abito costruito su misura per ogni persona che sia portatore di disabilità”.
“Grazie al Consorzio Sol.Co. e a CSV Monza Lecco Sondrio e a tutti gli enti che hanno collaborato a questa proposta formativa che aveva prima portato, in collaborazione con l’Università di Verona, alla stesura delle linee guida sul Progetto di Vita per arrivare, con questo nuovo percorso, alla loro applicazione attraverso un lavoro capillare su tutto il territorio dell’ATS con attivazione di tavoli di lavoro in ognuno dei 7 ambiti territoriali, compresa la Valle Camonica e l’Alto Lario – gli ha fatto eco Francesco Caravello, responsabile Struttura Integrazione Percorsi Disabilità ATS della Montagna – dare continuità a questo lavoro di rete consentirà di attivare progetti a 360 gradi che rispondano a tutti i bisogni della persona, non solo di cura e riabilitazione, ma legati alla scuola, al tempo libero, allo sport, all’occupazione. Un passaggio in più per dare veramente una qualità di vita diversa è quello di coinvolgere l’intera comunità che può offrire spazi di aggregazione e iniziative aperte alla partecipazione di tutti, comprese le persone con disabilità. Questo può essere un salto di qualità non solo per i servizi, ma per l’intera società”.
Il direttore del Consorzio Sol.Co. Sondrio Massimo Bevilacqua ha ribadito la soddisfazione per un percorso dai numeri importanti: “Siamo partiti portando la sfida a livello di comunità coinvolgendo i diversi soggetti che ne sono parte, abbiamo visto e ascoltato tanti volti e capito quale può essere il modo per concretizzare questa opportunità. Ci ha guidati l’esperienza di Lecco che ha all’attivo la gestione di un centinaio di Progetti di Vita e ci siamo posti l’obiettivo di portare questa sperimentazione in tutti e 7 gli ambiti. Ad oggi, grazie ai fondi del PNRR, abbiamo cominciato a lavorare su 4 ambiti territoriali relativamente ad una media di 8-10 percorsi per ambito.
L’esperienza di questo percorso ha lasciato il segno perché in tanti contesti ha sostituito spazi che non c’erano più, siamo arrivati in luoghi in cui c’erano dei vuoti riportando al centro tematiche importanti e di interesse. Tutte le parti coinvolte si sono ritrovate in questo cambio di paradigma che mette al centro la persona e non i servizi rompendo lo schema dell’ordinario”.
L’incontro del 14 dicembre vuole coinvolgere non solo gli operatori, ma l’intera cittadinanza, in modo particolare le famiglie di persone con disabilità così da dar loro modo di conoscere le novità normative in materia, come la Legge delega sulla disabilità recentemente approvata da Regione Lombardia, e di ascoltare testimonianze di persone che raccontano l’attuazione del loro Progetto di Vita e dei Case Manager, referenti che seguono e monitorano gli stessi progetti. Segnaliamo anche la presenza del presidente nazionale di UILDM Marco Rasconi e l’aperitivo finale curato da Albergo Etico Sondrio e Spa-H.
Massimo Pinciroli, coordinatore Area Animazione Territoriale di CSV Monza Lecco Sondrio, è entrato nel merito del programma del convegno: “Il Progetto di Vita è atteso da tempo dalle famiglie e dalle associazioni che, in questo percorso, hanno espresso il desiderio di fare sistema provando a lasciar perdere rivendicazioni e difficoltà per ripartire e ricostruire insieme un modello condiviso. Si tratta di un’opportunità che comporta una corresponsabilità dei soggetti chiamati in causa nella costruzione, nel monitoraggio e nell’attuazione dello stesso. Vogliamo consapevolizzare le famiglie degli oneri e degli onori che comporta: vostro figlio è come se non fosse più solo vostro, ma diventasse parte della comunità. Il convegno vuole stimolare gli enti a sperimentare il Progetto di Vita”.