Trento - Piattaforme digitali, tra libertà e nuovo colonialismo. L’alternativa del modello cooperativo per ridare centralità ai territori. Incontro a Trento, nella Sala inCooperazione, con padre Paolo Benanti, religioso francescano, ingegnere, esperto di reti ed etica delle tecnologie. L’esperienza cooperativa trentina per ridare dignità alle risorse territoriali e garantire una governance diffusa. Benanti: "L’evoluzione digitale cooperativa di questi sistemi può essere la rivoluzione copernicana se saprà innovare per qualità dei servizi e ricchezza distribuita".
Le piattaforme digitali sono quelle infrastrutture che facilitano il rapporto tra vari tipi di business e consumatori (Uber, Amazon, Airbnb). Esse impattano fortemente sulle nostre vite e scardinano i tradizionali modelli di capitalismo, concentrando sempre più la ricchezza nelle mani pochi imprenditori.
Ci si chiede: quanto incidono sulla nostra libertà? Esiste una via alternativa per salvare i territori e garantire una equa distribuzione della ricchezza?
Di questo si è parlato a Trento in un incontro molto partecipato in cui padre Paolo Benanti ha descritto opportunità e rischi di queste piattaforme ormai di diffusione globale.
“La Cooperazione Trentina – ha affermato in apertura il vicepresidente della Federazione Italo Monfredini - osserva con interesse quel particolare fenomeno innovativo e a tratti pervasivo che comunemente va sotto il nome di transizione digitale. Nel caso delle piattaforme osserviamo una sproporzione di mezzi che di fatto determina una larghissima esclusione del singolo; non è un caso che proprio in ambito cooperativo si ponga questo problema, poiché la base della cooperazione è lo scambio mutualistico tra singolo socio e cooperativa”.
“Quando parliamo di piattaforma – ha detto padre Paolo Benanti - parliamo di quel sistema innovativo che sta trasformando il capitalismo, per cui si attira e si estrae valore, e dall'unione di due persone: una che offre un servizio e una che ne ha bisogno. Un esempio? Ho una macchina e la offro a qualcuno che ha bisogno di un passaggio. La piattaforma è quel sistema di fiducia e di estrazione di valore, proveniente da questo scambio, che generiamo grazie all'aiuto di Internet e dell'ubiquità dei dati. Ecco chi guadagna: senz'altro guadagna l'intermediario, il quale non mette la forza lavoro, non rischia nel prendere il servizio, ma estrae da un territorio una quantità di guadagni e di marginalità senza immischiarsi nel territorio stesso.
Chi perde? Da tutto questo perde colui che faceva della tradizionale presenza fisica sul territorio il suo punto di forza, chi era il volto amico di quel servizio. Quando parliamo per esempio di un supermercato, non è semplicemente la presenza dei beni che fa il valore di quel supermercato.