NUVOLERA (Brescia) - La Lombardia delle cave sotto la lente del dossier di Legambiente, che vede
la regione in testa con Veneto e Puglia alle classifiche nazionali dei siti che estraggono materiali naturali per le costruzioni.
La Lombardia spicca inoltre per le aree dove l’attività estrattiva è stata abbandonata, con un totale di
3.102 siti. La regione conta
280 cave in attività, comprese nei 412 siti che risultano autorizzati.
"A fronte di questo intenso sfruttamento di risorse, che influisce sia sul paesaggio sia sulle emissioni inquinanti e climalteranti, il ricavo per le finanze pubbliche in quanto a canone dovuto è incredibilmente basso, legato com’è a criteri ormai obsoleti".
Il report di Legambiente "
mette in luce il mancato guadagno per l’economia regionale: se il canone fosse allineato al parametro utilizzato nel Regno Unito, preso ad esempio dal report (20% del prezzo di vendita del materiale), la Lombardia incasserebbe circa 19,38 milioni di euro, a fronte di un introito attuale di 8,16 milioni di euro.
Attualmente il canone è applicato sui metri cubi estratti.
I dati lombardi parlano anche di sicurezza sul lavoro, pensando al recentissimo incidente di Nuvolera (BS), dov’è morto un operaio di 31 anni, purtroppo solo ultimo di una serie di incidenti nel settore estrattivo della regione".
“L’attività estrattiva in Lombardia può e deve ridurre i suoi volumi, a vantaggio di filiere più sostenibili che possono riutilizzare materiali opportunamente ricavati da demolizioni selettive, una tecnica sulla quale serve più attenzione - commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. La regione manca di un piano cave e frammentare le regole tra le diverse provincie non contribuisce all’innovazione, pensando anche alle necessarie progettualità per le tante cave abbandonate”.
Clicca qui per scaricare il report nazionale Cave - La transizione dell’economia circolare nel settore delle costruzioni