Attualmente è aperto solo l'1% degli oltre 400 alberghi e strutture ricettive sulla sponda bresciana, da Sirmione a Limone, qualcosa di più sulla sponda trentina e veneta, ma la clientela è limitata ai residenti nelle rispettive regioni.
Il Consorzio lago di Garda ha Lombardia ha sostenuto che "le chiusure selettive all'interno dell'Europa, favorendo ad esempio Croazia e Grecia a danno di Italia e Spagna, sarebbe stato controproducente anche per l'Europa stessa" e chiesto l'intervento delle autorità competenti (Enit) e Ministero al Turismo.
Alcune località - ad esempio Limone del Garda (Brescia), Riva del Garda e Nago Torbole (Trento) e Malcesine (Verona) - sono legate per oltre l'80 per cento del turismo al mercato tedesco e finora ha riaperto qualche albergo a gestione familiare, mentre le altre strutture ricettive attendono risposte sulla riapertura delle frontiere. E il corridoio con Austria e Svizzera è il primo passo per il ritorno del turismo internazionale e della normalità.