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Disabilità e lavoro: intesa tra Università degli Studi e Provincia di Brescia

Brescia - Disabilità e lavoro: Università degli Studi e Provincia di Brescia firmano un protocollo d’intesa. L’accordo sancisce l’ingresso dell’Ufficio Collocamento Mirato della Provincia di Brescia nel Tavolo sulla disabilità dell’OSMER, l’Osservatorio sul mercato del lavoro e sulle relazioni industriali dell’Università degli Studi. Obiettivo, la realizzazione di ricerche e iniziative divulgative sulla situazione lavorativa delle persone con disabilità della Provincia di Brescia.


L’Università degli Studi di Brescia e l’Ufficio Collocamento Mirato della Provincia di Brescia firmano un protocollo d’intesa di durata triennale finalizzato alla realizzazione di attività di ricerca e iniziative congiunte nell’ambito del Tavolo della disabilità dell’OSMER. L’Osservatorio sul mercato del lavoro e sulle relazioni industriali è stato istituito dal Dipartimento di Giurisprudenza, in collaborazione con il Dipartimento di Economia e Management, per lo studio e il monitoraggio del mercato del lavoro e delle relazioni collettive, con particolare riferimento al territorio bresciano.


La firma del Protocollo sancisce l’ingresso dell’Ufficio della Provincia nel Tavolo sulla disabilità e disciplina in modo formale i termini della collaborazione. Obiettivo, la cooperazione e il sostegno reciproco nello sviluppo di progetti di ricerca comuni nell’ambito della tematica della disabilità, nonché lo scambio di flussi informativi e l’organizzazione congiunta di seminari e iniziative di carattere divulgativo.


Ad oggi, il Tavolo sulla disabilità, al quale aderiscono già AIB, CGIL, CISL, UIL e l’Associazione e l’Ordine Provinciale dei Consulenti del Lavoro, ha svolto prevalentemente attività di ricerca. Tra gli ultimi risultati raggiunti, la pubblicazione di un report sulla percezione della disabilità da parte dei lavoratori, delle lavoratrici e delle imprese della provincia di Brescia, presentato nell’ambito di un convegno nazionale svoltosi lo scorso novembre presso il Dipartimento di Giurisprudenza. I risultati scientifici sono stati pubblicati anche sulla rivista “Materiali per una storia della cultura giuridica”, edita da “Il Mulino”. Al momento il Tavolo è impegnato in una ricerca finalizzata ad indagare se e come le persone con disabilità abbiano potuto svolgere il proprio lavoro durante l’emergenza sanitaria.


I referenti per l’attuazione del protocollo d’intesa sono, per l’Università degli Studi, Luciana Guaglianone del Dipartimento di Giurisprudenza e, per la Provincia, Grazia Compagnoni.


COLLOCAMENTO MIRATO DEI DISABILI
Prospetti informativi INVIATI delle aziende ed enti pubblici obbligati che hanno aggiornato alcuni dati
Totale 2019 3.738
Totale 2020 3.393
Totale 2021 3.407
DOCUMENTI EMESSI SU RICHIESTE ANCHE in coda del 2020
DOCUMENTO CERTIFICATO OTTEMPERANZA
2019 1.642
2020 1.304
2021 al 24 ottobre 1481
DOCUMENTO COMPUTO
2019 225
2020 217
2021 al 24 ottobre 234
DOCUMENTO CONVENZIONE
2019 565
2020 435
2021 al 24 ottobre 437
DOCUMENTO ESONERO
2019 78
2020 83
2021 al 24 ottobre 84
DOCUMENTO NULLA OSTA per ASSUNZIONE
2019 1.292
2020 882
2021 al 24 ottobre 901
SERVIZI EROGATI a favore dei lavoratori anni 2019 -2020-2021
ISCRIZIONI Colloquio di accoglienza individuale
2019 1.997
2020 1.362
2021 al 24 ottobre 896
Colloquio individuale di orientamento
2019 515
2020 440
2021 al 24 ottobre 553
Consulenze
2019 588
2020 560
2021 al 24 ottobre 373
CONVENZIONI CON AZIENDE
163 convenzioni art. 11 L.68/99 fino al 30.09.2021.
254 convenzioni art. 14 D.Lgs. 276/2003 fino al 30.09.2021.


DISABILITÀ E LAVORO NELLE IMPRESE BRESCIANE
L’oggetto di partenza dell’indagine era costituito da tutte le imprese private bresciane che, in aderenza ai criteri di cui alla Legge 68/99, avessero l’obbligo di assumere almeno un lavoratore disabile nel corso dell’ultimo triennio. Un ulteriore requisito è stato considerare solo le imprese con una base di computo di almeno 36 lavoratori, al fine di beneficiare della presenza delle RSU per veicolare tra i lavoratori lo strumento d'indagine (questionario).

Questa popolazione è stata poi segmentata su due caratteri: la classe dimensionale degli addetti e il settore merceologico di appartenenza.
Un primo versante della ricerca ha riguardato i datori di lavoro. In una serie d’incontri tenuti con le parti sociali si sono discussi i criteri di campionamento e i contenuti del questionario da somministrare, che è stato organizzato in due sezioni, una anagrafica e una di approfondimento sul tema in oggetto.
Sono stati raccolti 115 questionari, in prevalenza d’imprese attive nel settore manifatturiero e nelle classi dimensionali di 36-50 e 51-100 dipendenti. L’età media dei lavoratori impiegati nelle imprese e dichiarata dalle stesse è stata pari a circa 43 anni. Il numero di disabili impiegati nell’ultimo anno (arrotondando) è stato in media pari a 1 per le imprese della fascia 36-50 dipendenti, pari a 5 per quelle 51-100 dipendenti, a 11 per quelle 101-300 e a 21 per quelle oltre i 300 dipendenti.
La posizione lavorativa prevalentemente occupata dalle persone con disabilità è quella di operaio di livello medio nel 30% dei casi, di livello basso nel 22% dei casi, d’impiegato amministrativo di livello basso nel 18% dei casi e del tecnico o impiegati amministrativo di livello medio nel 14.3% dei casi.
Il 66% dei datori di lavoro sostiene che le persone disabili nel corso dell’ultimo anno di lavoro si siano assentate con la stessa frequenza degli altri lavoratori, il 22% dichiara che si siano assentati più frequentemente degli altri lavoratori, mentre il 12% stima che i disabili si siano assentati meno frequentemente rispetto al resto dei lavoratori.
I canali usati dai datori di lavoro per l’assunzione dei disabili sono stati per il 39% quelli dei centri per l’impiego e del collocamento mirato, seguiti dalla conoscenza diretta del disabile (25%) e dalle agenzie del lavoro (17%). Il 73% dei rispondenti sostiene di non aver incontrato difficoltà nell’adempimento degli obblighi della Legge 68/99. Il restante 27% ritiene di aver incontrato difficoltà soprattutto sui seguenti aspetti: adeguatezza e preparazione degli operatori, fruizione di agevolazioni e decontribuzioni, complessità nella gestione delle procedure amministrative.
Il 70% dei datori di lavoro non ha rilevato alcuna difficoltà nel processo di selezione delle persone disabili, mentre il restante 30% lamenta soprattutto la problematicità d’individuare la mansione adeguata per la persona con disabilità e un disallineamento tra le esigenze dell’azienda e le richieste del candidato. Neppure l’inserimento delle persone disabili ha osservato criticità (84%) e, ove ciò si sia verificato (16%), è stato soprattutto a causa della difficoltà di adattamento al contesto lavorativo, a quella di esecuzione dei compiti, a quella di integrazione relazionale nei gruppi di lavoro e di adattamento delle postazioni di lavoro. I fattori ritenuti più incidenti su un inserimento di successo del lavoratore disabile sono quelli di una preselezione e di una selezione adeguata, di un appropriato supporto da parte dei servizi territoriali e di una buona accoglienza da parte del gruppo di lavoro.
Dalla sezione conoscitiva del questionario emerge che il 74% dei rispondenti dichiara di non aver beneficiato degli incentivi di cui alla legge 68/99 art. 13, l’89% di non aver usufruito degli incentivi previsti dalle doti disabili della regione Lombardia e il 98% di non aver beneficiato degli aiuti economici per l’adattamento del posto di lavoro. Si tratta di dati che, tuttavia, non scontano l’impossibilità del questionario di constatare l’avvenuta richiesta da parte delle aziende di accedere al beneficio dei suddetti incentivi.
Interrogati sul peso delle ragioni che hanno condotto le imprese ad assumere persone disabili, i datori di lavoro - su una scala da 1 (per nulla importante) a 10 (molto importante) - sostengono che il rispetto dell’obbligo di legge rispecchi un valore di 9.1, le politiche aziendali rivolte alla responsabilità sociale un valore in media pari a 6.1, gli eventuali obblighi previsti in contratti collettivi uno pari a 6.5 (con elevata variabilità), l’applicazione di politiche aziendali in favore della diversità un valore pari a 5.7 e i benefici economici un valore pari a 3.7 (con elevata variabilità).
Alla domanda relativa a quale fosse stato - su una scala da 1 (per nulla utile) a 10 (utilissimo) - il grado di utilità di alcune misure nell’integrazione lavorativa nella propria azienda delle persone disabili, i datori di lavoro hanno individuato nell’adattamento dei tempi di lavoro (flessibilità oraria) lo strumento principale (7.0), seguito dall’adattamento dei mezzi di prevenzione dei rischi lavorativi (6.2), l’utilizzo di un tutor (6.0), adattamento dei processi formativi (5.9), adattamento dei posti di lavoro (5.6).

Ultimo aggiornamento: 25/01/2022 03:49:03
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