Strasburgo - Il
Parlamento europeo ha confermato il declassamento dello stato di protezione del lupo, già approvato dal
Comitato delle parti della
Convenzione di Berna e proposto dalla
Commissione Europea. Il provvedimento permetterà agli Stati membri di autorizzare piani di contenimento: il numero dei lupi sta crescendo in maniera esponenziale, mettendo a rischio le attività degli agricoltori e degli alpeggi. Oltre a causare quindi danni ingenti alle aziende, il lupo è anche un pericolo per la comunità e un grande problema anche per il nostro turismo. Ora gli Stati membri avranno maggiore libertà nel gestire le popolazioni di lupi.
Le reazioni
"
ll voto di oggi in plenaria segna la fine dell’approccio ideologico sugli strumenti di gestione del lupo, il cui nuovo status di protezione riflette finalmente la realtà di una consistenza numerica cresciuta in modo esponenziale sul territorio, sia nelle aree rurali che in quelle prossime ai centri urbani. Mi sembra sia partita la gara a rivendicare il merito di questo successo, ma ricordo solo una richiesta della Lega, quasi in solitaria, a pretendere in commissione ENVI che il tema fosse affrontato dalla plenaria. Troppo facile esultare ora", Paolo Borchia, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo e vicesegretario della Liga Veneta.
"Chi lavora per i territori non si sveglia all’ultimo minuto. In Lessinia, nel Baldo, sull'Altipiano di Asiago e nelle aree montane sappiamo bene che il lupo non è più una specie in pericolo, ma un problema quotidiano per chi vive e lavora in montagna. Con buona pace degli pseudoambientalisti che sono rimasti silenti davanti ad anni di stragi silenziose di capi di bestiame. Ora avanti, senza altri ritardi, con l’approvazione della modifica della direttiva Habitat", conclude
Borchia.
“Declassamento del lupo, battaglia vinta. Ha prevalso il buon senso a tutela di territori, allevatori e agricoltura. Con grande soddisfazione e orgoglio accolgo la notizia del via libera del Parlamento Europeo alla modifica della direttiva Habitat: il lupo grigio non sarà più ‘rigorosamente protetto’, ma semplicemente ‘protetto’.
È una vittoria netta, una battaglia vinta. Una battaglia che ho portato avanti con determinazione in Italia come relatrice del documento nazionale approvato dalla Camera dei Deputati, e che oggi trova pieno riconoscimento anche a Bruxelles e Strasburgo.
Ha prevalso il buon senso. Una scelta di equilibrio e responsabilità, che consente finalmente agli Stati membri la gestione più flessibile di una presenza ormai fuori controllo in molte aree rurali e montane. Il lupo, da simbolo di conservazione, si è trasformato in una minaccia concreta per chi vive e lavora in territori come il Trentino-Alto Adige, la Lessinia, l’Appennino e molte altre zone dove allevatori, agricoltori e cittadini convivono da troppo tempo con paura, danni e solitudine.
Non ho mai condotto una battaglia ideologica, ma una difesa concreta delle nostre comunità montane, dell’equilibrio tra uomo e natura, della libertà di chi presidia ogni giorno i territori più fragili. Abbiamo restituito dignità alla voce dei territori. Abbiamo fatto sentire la realtà di chi vive le conseguenze di una presenza predatoria non più gestibile. L’Europa, finalmente, ha ascoltato. Ringrazio Daniele Polato e gli altri colleghi europarlamentari di Fratelli d’Italia per il prezioso lavoro svolto anche a livello europeo, Oggi è un giorno di soddisfazione e di orgoglio per chi, come noi, ha scelto di non voltarsi dall’altra parte e ha saputo coniugare coraggio, coerenza e responsabilità. La strada è tracciata. Il tempo delle negazioni è finito”, dichiara
Alessia Ambrosi, deputata di Fratelli d’Italia
“Il convegno organizzato oggi a Palazzo Pirelli è stato un momento importante per aggiornare i dati allarmanti sull’estensione dell’attività di predazione del lupo sul nostro territorio, ascoltando zoologi, studiosi, allevatori e giornalisti: esperienze diverse a confronto, ma tutte finalizzate a portare un’informazione completa anche a chi, vivendo in realtà urbane, non ha una percezione della realtà dei grandi carnivori e del loro impatto sulle attività antropiche”.
“L’approvazione oggi al Parlamento Europeo del declassamento dello status di protezione del lupo va nella direzione giusta (che come Lega abbiamo sempre auspicato e perseguito), ma ora bisogna affrontare insieme e senza ulteriori indugi la sfida di costruire un programma serio che affronti anche il problema degli abbattimenti controllati, a difesa di chi, con il proprio lavoro nell’allevamento e nell’agricoltura di montagna, contribuisce anche a tenere vive e sicure zone a rischio di spopolamento”, lo dichiarano, a margine del Convegno odierno
“Attenti al lupo. A confronto per una corretta gestione”, i Consiglieri regionali della Lega
Floriano Massardi, presidente della Commissione Agricoltura, Montagna e Foreste, e
Silvana Snider, membro della Commissione Speciale Montagna.
"La coesistenza tra essere umano e lupo è praticabile, ma unicamente se accompagnata da una sorveglianza continua, da una reale profilassi e da una conduzione del fenomeno calibrata sulle specificità territoriali. È fondamentale trovare un punto di equilibrio tra la gestione agricola, le azioni di contenimento e un monitoraggio costante della popolazione di lupi", questa è la posizione espressa dai consiglieri regionali di Fratelli d’Italia
Carlo Bravo, vice presidente della Commissione Agricoltura,
Giorgio Bontempi e
Diego Invernici, in riferimento al convegno “
Attenti al lupo!”, promosso dall’intergruppo di lavoro “Grandi Carnivori” e tenutosi OGGI, 8 maggio, presso Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia.
L'evento ha visto la partecipazione di esperti, ricercatori, allevatori e rappresentanti istituzionali al fine di analizzare la diffusione del lupo in Lombardia e proporre strategie operative per una pacifica convivenza. Nelle stesse ore del convegno, il Parlamento Europeo ha votato il declassamento dello status di protezione del lupo da “particolarmente protetto” a “protetto”.
La disamina prende le mosse da un dato storico accertato: la popolazione del lupo, scomparsa dalle Alpi agli inizi del Novecento, ha ripreso la sua espansione a partire dagli anni ’90. Tale ripresa è stata favorita da fattori quali lo spopolamento delle zone interne, la direttiva Habitat del 1997 e una crescente protezione normativa. Attualmente, il lupo è presente in tutte le aree alpine, incluse le zone collinari e perfino pianeggianti, con una chiara progressione verso est.
"È imprescindibile – dichiarano i consiglieri –
che la gestione del lupo sia demandata alle Regioni, come già avviene in altre nazioni europee.
L'Europarlamento ha approvato la retrocessione del lupo da specie “rigorosamente tutelata” a “protetta”, un passaggio fondamentale che consente finalmente una gestione più aderente alle necessità delle collettività locali".
Per i consiglieri regionali di FdI, l’intento non è certamente l'eliminazione del predatore, bensì un approccio veritiero e scientifico, che tenga in considerazione l'impatto sugli allevatori, sui pastori e su coloro che vivono e lavorano in montagna. «Il ritorno del lupo – proseguono – ha mutato profondamente le pratiche pastorali. Le misure di salvaguardia degli animali implicano oneri, procedure burocratiche e un considerevole aumento del carico di lavoro. L'attuale sistema di indennizzi risulta inadeguato».
Un ulteriore aspetto cruciale è quello della profilassi: «Dobbiamo adoperarci per evitare che la coesistenza si trasformi in conflitto. Il lupo è un predatore estremamente versatile, capace di stabilirsi anche in aree urbanizzate e di sfruttare risorse di origine antropica. È necessaria una strategia regionale di osservazione attiva e interventi concreti basati su dati scientifici, non su principi ideologici».
Infine, Carlo Bravo, Giorgio Bontempi e Diego Invernici rammentano che la proliferazione del lupo si inserisce in un contesto più ampio, dove anche gli ungulati – come i suidi – si stanno avvicinando sempre più ai centri abitati per sottrarsi ai predatori. «Non è agevole trovare spazio per tutti – concludono – ma proprio per questo dobbiamo affrontare la questione con responsabilità e previdenza, senza proclami, ma con strumenti efficaci per assicurare sicurezza, tutela della biodiversità e sostegno alle comunità rurali».
Il via libera al cambio dello status del lupo da “strettamente protetto” a “protetto” è un passaggio fondamentale verso una gestione più equilibrata e pragmatica dei grandi carnivori in Europa, andando nella giusta direzione di salvaguardare la specie e di tutelare al contempo le aziende zootecniche, soprattutto nelle aree interne e rurali. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta il voto della plenaria del Parlamento Ue, che conferma il grande lavoro portato avanti anche dalla Confederazione.
La votazione odierna, infatti, è l’esito di un articolato percorso politico e tecnico durato 18 mesi, a partire dalla proposta avanzata dalla Commissione nel dicembre 2023 e successivamente sostenuta dal Comitato Permanente della Convenzione di Berna. Rappresenta, inoltre, la risposta concreta a istanze portate avanti con determinazione da parte di Cia, che ha svolto un ruolo attivo nel sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle gravi criticità causate dall’espansione incontrollata dei predatori, in particolare per la zootecnia.
In questo modo si riconosce, da un lato, il successo della Direttiva Habitat nel favorire il recupero delle popolazioni di lupi in Europa e, dall’altro, la necessità crescente di dotarsi di strumenti più flessibili ed efficaci a livello nazionale e regionale per affrontare l’aumento dei conflitti tra lupo e attività umane.
“Siamo soddisfatti per questo importante risultato: è un atto di responsabilità verso il mondo agricolo e l’intero sistema territoriale - spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini -. È urgente un approccio realistico e scientificamente fondato, che coniughi la difesa della biodiversità con la tutela delle imprese agricole e delle comunità locali. Solo così potremo garantire coesistenza, sicurezza e futuro ai nostri allevatori e ai nostri territori”.
Cia, ora, auspica una rapida attuazione del nuovo quadro normativo, affinché le autorità possano dotarsi degli strumenti necessari per una gestione sostenibile e responsabile della fauna selvatica, a tutela del patrimonio rurale e ambientale del Paese.
L’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, commenta la notizia del voto al Parlamento europeo, che ha approvato la proposta della Commissione di diminuire lo status di protezione del lupo da "strettamente protetto" a "protetto".
“Il voto di oggi - dichiara Beduschi - rappresenta un passo importante verso una gestione più realistica e sostenibile della presenza del lupo. Finalmente si riconosce che non si possono ignorare le difficoltà di chi presidia quotidianamente le nostre montagne e le nostre aree rurali”.
“Come sempre - conclude l’assessore - la nostra linea guida è dettata dalla scienza e non dall’ideologia. La convivenza è possibile solo se supportata da strumenti concreti, basati sui dati, che mettano in sicurezza anche il lavoro degli allevatori e la continuità delle loro attività, senza compromettere l’equilibrio faunistico”.
Lupo, Coldiretti: da Ue scelta razionale, ora tutelare allevamenti e pascoli a rischio
Dal Parlamento Europeo arriva una scelta razionale, un ulteriore passo avanti verso una gestione che permetta di tenere in giusta considerazione anche le difficoltà di allevatori e pastori costretti a fare i conti con una presenza sempre più diffusa dei lupi, che ogni anno nel nostro Paese attaccano e uccidono migliaia di animali tra pecore, mucche, capre, asini e cavalli, mettendo a rischio la sopravvivenza degli allevamenti, specialmente nelle aree montane.
È quanto afferma la Coldiretti Lombardia in relazione al voto del Parlamento europeo che ha approvato il declassamento dello status di lupo da specie “strettamente protetta” a “protetta”. “Non si tratta di fare la guerra al lupo – commenta Gianfranco Comincioli, presidente di Coldiretti Lombardia –: come mondo agricolo abbiamo sempre sostenuto la necessità di gestire la presenza di questi carnivori in maniera razionale e con un approccio scientifico, che permetta di gestire le concentrazioni critiche in modo tale da consentire ad agricoltori e allevatori di portare avanti in sicurezza la propria attività. In questo senso è necessario ora arrivare a definire e mettere in pratica celermente i piani di gestione più opportuni”.
In Lombardia – spiega Coldiretti sulla base del rapporto regionale sui grandi carnivori 2023 – le unità riproduttive di lupi confermate sono salite a 25, tra le province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Sondrio, Pavia, Mantova, Lodi e Cremona. Recenti episodi di cronaca, inoltre, testimoniano come il lupo sia arrivato anche a Milano, con più avvistamenti in poche settimane.
A livello nazionale – ricorda Coldiretti – secondo una stima dell’Ispra, la popolazione dei lupi in Italia è aumentata attestandosi intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola.
Numeri che testimoniano come il lupo non sia più a rischio estinzione. Al contrario cresce il pericolo della scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne, con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione di questi territori, ma anche sull’assetto idrogeologico