Trento - Covid-19, il consigliere provinciale Claudio Cia (Agire per il Trentino): "Non più utile in questa fase l'inseguimento degli asintomatici. Concentrarsi su chi ha sintomi e sulla domiciliarizzazione dei lievi".
Intervento del consigliere provinciale Claudio Cia (nella foto): "Dalla prima apparizione del virus SARS-CoV-2, del quale non si conosce ancora la vera origine, abbiamo imparato a conoscerlo meglio, acquisendo le conoscenze che ci consentono di trattare e far fronte alle complicanze più temibili. Abbiamo capito che le persone più a rischio sono i nostri anziani, persone particolarmente fragili perché in molti casi già affette da altre patologie croniche (il 98% dei decessi hanno interessato proprio questa categoria); che si muore per trombo embolia polmonare da coagulazione intravascolare disseminata perché il virus è trombogenico; che è controproducente ricoverare tutti, in quanto il quadro clinico potrebbe complicarsi a seguito di infezioni contratte in ospedale, ogni giorno in Italia (a causa delle malattie infettive contratte in ospedale - muoiono 135 persone, circa 50 mila all’anno).
Allo stato attuale delle cose, illudersi di azzerare il contagio è irragionevole perché non ci troviamo più nella situazione iniziale quando potevamo circoscrivere piccoli focolai. E’ ormai sotto gli occhi di tutti come il virus abbia una tale diffusione da non poter essere arginato, motivo per cui ha poco senso impiegare ulteriori preziose energie per ricostruire la catena dei contagi, inseguire e tracciare i positivi asintomatici quando ormai rappresentano il 95% delle persone sottoposte al tampone. D'altronde essere positivo non vuol necessariamente dire essere contagioso e neppure malato. Per risultare positivo, infatti, è sufficiente la presenza sulle mucose orofaringee e nasofaringee di acido nucleico (geni) del virus, anche in quantità residuale. Dunque non è detto che la positività rappresenti una condizione infettante e/o patologica.