Si stima che siano oltre cinquantamila i concorrenti che almeno per una volta hanno indossato un pettorale Old Stars, numeri da stadio di calcio o da spettatori alle classiche del ciclismo.
Cala il sipario giusto per riordinare attrezzi ed abbigliamento, pensare al costume da bagno ed un po di sole per asciugare le ossa, ma da settembre la testa torna in montagna, agli Old Stars, i programmi degli allenamenti, la scelta di nuovi materiali, il calendario, la neve che non arriva, i nuovi iscritti.
Annata più che positiva nell’insieme, dove l’unica lacuna è stata proprio la neve, materia prima indispensabile ma che fortunatamente ormai la si costruisce, la si conserva, la si lavora…con passione e grandi sacrifici economici. Eppure soltanto una gara su quindici in calendario è stata spostata in altra località meglio attrezzata per l’innevamento programmato.
Bella anche la sfida infinita tra le due società più accreditate nel circuito, La Recastello della Valle Seriana ed i lacustri di Cernobbio, pari quasi in tutto, fatta eccezione per la classifica femminile dove hanno prevalso di poco i bergamaschi.
Come ogni anno il gran finale è stato bagnato dai bianchi e dai rossi di casa Tallarini sulle colline della Val Cavallina, con la festa che ha radunato vinti e vincitori, familiari, ospiti, tanti meritati premi e l'affetto che lega il gruppo. Bella e toccante la partecipazione del giovane Davide Bendotti, atleta scalvino che con un filmato e parole sue ha raccontato una storia di sofferenza e di rinascita, di una seconda vita che lo ha portato a partecipare alle para olimpiadi coreane.