Incontro per tutti a libero ingresso
A partire da quel che resta.
Il disastro del Gleno tra storia e paesaggio, memoria e futuro (1923-2023) - Convegno nazionale
25 novembre 2023 | 9 - 13 - presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Bergamo - Piazzale Sant’Agostino, 2 Bergamo
ore 9 - Saluti istituzionali
Sergio Cavalieri, Rettore Università degli Studi di Bergamo
Portano il loro saluto le autorità presenti
ore 9:30 Apertura dei lavori
modera Roberto Belingheri, L’Eco di Bergamo
Stefano Albrici, Presidente del Comitato Gleno 100
Elisabetta Bani, Prorettore alla Terza Missione Università degli Studi di Bergamo
Carlo Alberto Romano, Prorettore alla Terza Missione Università degli Studi di Brescia
ore 10:15 Prima parte - Il disastro del Gleno, cento anni dopo
modera Alessandra Ghisalberti, Università degli Studi di Bergamo
Marco Pilotti, Università degli Studi di Brescia
Andrea Belleri, Università degli Studi di Bergamo
1° dicembre 1923 - crollo della diga del Gleno: aspetti idraulici e strutturali di un incidente
Mimmo Franzinelli, Storico (in collegamento online)
La lezione inascoltata del Gleno. Dalla preparazione del disastro alle retoriche della memoria
Interventi programmati
Paolo Confalonieri, Direttore “Orobie”
Ernesto Duci, Scalve Mountain
Diego Finazzi, Ordine degli Ingegneri della provincia di Bergamo
Alessandra Boccalari, Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Bergamo
Maria Francesca Crea, Consigliere Comune di Darfo Boario Terme
Luca Giarelli, Società storica e antropologica di Valle Camonica
ore 11:45 Seconda Parte - Presentazione del volume A partire da quel che resta. Il disastro del Gleno tra storia e paesaggio, memoria e futuro – 1923 – 2023
modera Fulvio Adobati, Direttore del Centro Studi sul Territorio “Lelio Pagani”
Interviene il curatore del volume Lorenzo Migliorati, Università degli Studi di Bergamo
Discussant: Mauro Varotto e Angelo Bendotti
ore 12:45 Conclusioni e inaugurazione dello spazio espositivo “Valle di Scalve tra storia e paesaggio, memoria e futuro”.
Federica Burini, Università degli Studi di Bergamo