Ovviamente se mancava l'olio sulle aste si provvedeva a lubrificarle con vino, birra o qualsiasi cosa fosse a portata di mano.
Il gioco prese subito piede, e con esso le prime produzioni di tavoli di buona qualità, che finalmente soppiantarono i primi rozzi modelli. Francia, Germania e Italia iniziano la produzione di modelli più o meno standardizzati. La Francia si distingue subito per l'impiego di aste telescopiche (che non fuoriescono dal lato opposto al giocatore). L'Italia segue presto ii produttori d'oltralpe e la produzione tricolore cresce notevolmente.
Il jukebox al centro dei balli e divertimento
Negli anni ’60 iniziò il contagio dei jukebox, capaci di far divertire e ballare le persone. Se ne sentiva parlare da tempo (le origini del jukebox risalgono agli anni ’30, con i primi modelli che riproducevano dischi a 78 giri) ma solo pochi fortunati erano riusciti a vederle – e sentirle – nei primi viaggi di piacere verso gli States.
Non fu quindi difficile per i mercanti di mestiere cominciare ad importarle in Italia, destinandole ai più svariati esercizi pubblici, cedendole in affitto o comodato d’uso e ricavandone lauti guadagni. Con una diffusione capillare ma in particolare lungo tutta la riviera adriatica, dove si concentravano le vacanze estive di tante famiglie di italiani in cerca di sole, bagni e divertimento.
Il flipper per sfide tra amici
Il Flipper o Pinball in inglese deriva dal gioco "bagatelle" costituito da un piano circondato da otto buche ed una al centro. Il gioco assunse un'altra forma quando si decise di inclinare il piano e aggiungere dei chiodini (pin) in modo da far rimbalzare la pallina (ball).
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