Milano – “
Oggi il Consiglio regionale ha dato un segnale forte e chiaro: la Lombardia non resta a guardare mentre decisioni e sentenze prese su ricorsi ideologiche e prive di basi scientifiche mettono in discussione la nostra autonomia, le nostre tradizioni e la sopravvivenze della caccia”. Così
Diego Invernici, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, commenta l’approvazione della mozione che impegna la Giunta ad impugnare la recente sentenza del TAR Lombardia sul divieto di caccia in 475 valichi montani.

“
La caccia, al di là degli slogan, è una componente storica della nostra cultura e uno strumento essenziale per la gestione responsabile della avio fauna e del territorio – sottolinea Invernici
- garantendo l’equilibrio e tutela della biodiversità. La sentenza del TAR non solo blocca un’attività regolamentata, ma rischia di compromettere l’equilibrio ambientale e l’economia delle aree montane, già messe alla prova da spopolamento e marginalizzazione”.
La mozione chiede anche al Governo di intervenire per superare un quadro normativo ormai datato. “
L’articolo 21, comma 3, della Legge 157/1992, che parla ancora di valichi montani come se fossimo negli anni ’70 va superato. Le normative europee ci chiedono coerenza e aggiornamento, non vincoli anacronistici”, aggiunge il consigliere di FdI.
“
Difendere il nostro territorio – conclude Invernici –
significa anche tutelare chi lo abita, lo cura e lo conosce. Non possiamo accettare che logiche ideologiche cancellino secoli di saperi e buone pratiche. Da oggi la Regione si muove compatta per far valere le sue ragioni davanti al Consiglio di Stato e per aprire un confronto serio con il Governo su una riforma necessaria, garantendo a cittadini onesti con la fedina penale pulita, di svolgere, pagando una licenza, di esercitare un’arte e una passione”.
IL COMMENTO DI MASSARDI
“
La sentenza del TAR Lombardia del 2 maggio scorso ha portato un clima di grave incertezza nel mondo venatorio, andando a bloccare la caccia su oltre 150mila ettari di montagne lombarde, perché basata su presupposti profondamente distorti e non aggiornati” dichiara il Consigliere regionale della Lega Floriano Massardi, Presidente della Commissione Agricoltura, Montagna e Foreste.
“
La norma dell’art. 21 della Legge 157 del 1992 che vietava la caccia ‘nei valichi montani interessati dalle rotte migratorie’ senza una definizione univoca ed oggettiva si è dimostrata una prevaricazione centralista obsoleta, un unicum nella legislazione europea, estremamente ambigua e inapplicabile, oltre che profondamente estranea alla realtà lombarda in cui la caccia non è solo un’attività venatoria ma una componente culturale, sociale e gestionale del territorio” spiega Massardi.
“
A peggiorare la situazione è intervenuta la recente sentenza del TAR che, sulla base di una relazione tecnica costruita su criteri molto discutibili, ha ignorato il fatto che oggi esistono già limiti al prelievo faunistico stabiliti in sede europea, ha scelto di non distinguere, ma solo di applicare un divieto assoluto in ragione di un malinteso principio di precauzione che riduce fino al 90% le superfici cacciabili in molti ambiti, bloccando ogni forma di censimento e di contenimento faunistico, anche nella gestione dei cinghiali proprio mentre cresce l’emergenza PSA (peste suina africana)” prosegue Massardi.
“
Con la mozione odierna la Regione riceve un forte mandato per impugnare tale sentenza antistorica nelle sedi competenti e chiedere una sospensiva che eviti danni irreparabili al tessuto economico-sociale della caccia in Lombardia. Ma non basta: come Lega ci siamo battuti per far approvare un emendamento che chiede un intervento rapido, chiaro e risolutivo da parte del Governo centrale attraverso lo strumento del Decreto-legge. Con grande soddisfazione abbiamo infine visto approvare la nostra proposta e la mozione della maggioranza, con il voto favorevole anche di cinque consiglieri dell’opposizione: un segnale forte di presenza e di sostegno a tutto il mondo venatorio che ora attende solo l’ultimo passaggio a Roma dove la Lega non si farà trovare impreparata, a difesa del buon senso e del mondo venatorio lombardo” conclude Massardi.
Lombardia, Consiglio regionale: i lavori della seduta pomeridiana - mozioni e una interrogazione
Seduta pomeridiana dedicata alla discussione e all’esame di alcune mozioni: svolto anche un question time. Di seguito la sintesi dei lavori
Valichi montani e salvaguardia attività venatoria in Lombardia
Regione Lombardia pronta a presentare con urgenza un
ricorso al Consiglio di Stato contro la
sentenza del TAR Lombardia del 2 maggio 2025, che impone il
divieto assoluto di attività venatoria su 475 valichi montani del territorio regionale interessati dalle rotte di migrazione degli uccelli ma non solo, per una distanza di mille metri dagli stessi. È quanto previsto dalla mozione “
Valichi montani e salvaguardia attività venatoria in Lombardia” approvata a maggioranza dall’Aula.
“
La sentenza – spiega
Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia), primo firmatario della mozione –
avrebbe un impatto rilevante su tutte le forme di attività venatoria nel territorio lombardo con la formazione di un unico valico lungo tutti i 140 mila ettari di confini alpini e l’abbandono di migliaia di appostamenti fissi, incidendo negativamente anche sulle misure di controllo faunistico extravenatorio a supporto del mondo agricolo, sulla salvaguardia del territorio e sulla tutela dei sentieri. La caccia programmata contribuisce in modo significativo alla salvaguardia della biodiversità e al mantenimento degli equilibri ecologici, mentre l’istituto del valico montano sia da ritenersi oggi superato e inadatto ai fini stessi di conservazione dell’avifauna migratoria”
La sentenza del Tribunale Amministravo Regionale della Lombardia del 2 maggio 2025 ha recepito integralmente la relazione tecnica dell’Ispra che aveva individuato 475 valichi montani “interessati dalle rotte di migrazione”, ordinando al Consiglio Regionale il recepimento della sentenza con chiusura immediata della caccia.
Oltre a impegnare la Giunta a presentare con urgenza un ricorso al Consiglio di Stato per ottenere la sospensione o la revisione della sentenza del TAR Lombardia, la mozione approvata dal Consiglio chiede al Governo e al Parlamento una
riforma della legge 157/1992 (“
Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”), anche alla luce della normativa comunitaria, che preveda l’
abolizione dell’istituto del valico montano e alla Giunta di non avviare
nessun procedimento di revoca degli appostamenti fissi autorizzati (più di 2 mila) fino a una pronuncia definitiva del Consiglio di Stato.
Nel testo è stato inserito un emendamento della Lega (presentato da
Giovanni Malanchini), approvato a maggioranza, che chiede al Governo per adeguare la normativa italiana con gli standard europei l’adozione di un decreto legge urgente per l’abrogazione del comma 3 dell’articolo 21 della Legge 157/1992 che prevede il divieto di caccia
su “
tutti i valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell'avifauna”.
Nel corso del
dibattito sono intervenuti numerosi Consiglieri regionali.
Carlo Bravo (Fratelli d’Italia): “
La sentenza del TAR è inaccettabile e fuori luogo. È l'ennesimo caso in cui, sulla base di pareri ideologici e non scientifici, si impedisce una corretta gestione del territorio e della fauna selvatica. Il risultato è la sottrazione di oltre 150 mila ettari alla pianificazione venatoria e l'abbandono di migliaia di appostamenti: si mette così a rischio un sistema che ha radici culturali, economiche e sociali profonde".
Claudia Carzeri (Forza Italia): “
La sentenza TAR deriva da un’interpretazione rigida e distorsiva dell’articolo 21 della Legge 157/1992, una norma nata 30 anni fa in contesto ambientale e sociale profondamente diverso: considerare ogni rilievo un valico, in assenza di dati scientifici aggiornati, è un pretesto per allargare il divieto oltre lo spirito originario della legge. Questa decisione rischia di compromettere non solo la caccia, ma la gestione sostenibile del nostro territorio. Si tratta di una forzatura giuridica e un attacco all’autonomia regionale e alla coesione delle comunità locali. Per questo ritengo che la mozione vada nella direzione di una giusta difesa dell’identità culturale e sociale nei territori montani”.
Floriano Massardi (Lega): "
È una sentenza senza fondamento scientifico che si basa sul concetto di valico che non esiste in alcuna direttiva europea. La sentenza del TAR cancella con un tratto di penna 15-20 mila cacciatori che non potranno più esercitare la caccia. La cosa più grave è che viene limitato il contenimento alla Peste suina che è un'emergenza nazionale e che in Lombardia mette a rischio il comparto suinicolo. Questa sentenza fa di un divieto un uso ideologico, non tutela la fauna e riduce l’autonomia regionale in modo ingiustificato. Mi auguro che il Governo intervenga rapidamente con un decreto legge per superare questa anomalia solo italiana”.
Michela Palestra (Patto Civico): “
La sentenza del TAR nasce dall’inerzia di Regione Lombardia rispetto alla difesa dei flussi migratori dell’avifauna. Il Tribunale amministrativo si limita a definire i perimetri entro i quali la caccia non è possibile. Noi non siamo contro l’attività venatoria tout court, ma siamo convinti che sia necessario definire ambiti di caccia compatibili con la biodiversità: abbiamo bisogno di una giusta commisurazione tra regole della caccia e rispetto dell’ambiente”.
Matteo Piloni (PD): “
Questa mozione va contro il ruolo e le prerogative dei consiglieri regionali. È proprio la maggioranza di centrodestra la responsabile della confusione normativa del settore venatorio e sono le sue forzature giuridiche a fare i danni maggiori all’attività venatoria”.
Paola Pollini (M5S): “
La mozione è costruita su preconcetti, convinzioni ideologiche e teorie senza base scientifica. Bisogna limitarsi a prendere atto che non esistono sentenze consolidate contro l’istituto dei valichi e che la decisione del TAR si basa sulla legge 157/1992 che prevede il divieto di caccia su tutti i valichi montani. Non c’è alcuna interpretazione da fare. La legge è chiara e va rispettata”.
Onorio Rosati (AVS): “
La sentenza del TAR è una sconfitta di Regione Lombardia. Il tema non è caccia sì o caccia no, ma il rispetto delle leggi e delle regole: la maggioranza vuole cancellare le regole solo perché non gli vanno bene. Questa mozione è solo una scelta politica: la difesa dei cacciatori. Per noi la priorità è la difesa della fauna e la ricerca di un punto di equilibrio tra l’attività venatoria e la biodiversità. Chio governa Regione Lombardia, invece, vuole spostare questo punto di equilibrio sempre più verso la difesa delle associazioni venatorie”.
Michele Schiavi (Fratelli d’Italia): “
Questa mozione è una presa di posizione forte a difesa dell’attività venatoria che rappresenta un patrimonio sociale e culturale prezioso a tutela dell’ambiente e della biodiversità. L’obiettivo è l’abolizione di un istituto anacronistico e fuori da quadro normativo europeo, quello dei valichi, introdotto nel 1967 e che oggi non ha più senso. Esistono altri strumenti di tutela della fauna, come i limiti di carniere, la normativa europea e Zone di protezione speciale (ZPS). Serve un cambio di paradigma: dobbiamo conservare l’ambiente tutelando, al tempo stesso, le attività umane”.
L’Assessore all'Agricoltura
Alessandro Beduschi ha annunciato l’intenzione della Giunta regionale di fare ricorso contro la sentenza del TAR: “
Penso che sia un atto dovuto perché questa sentenza è chiaramente sproporzionata: dire che l’intero arco alpino corrisponda a un unico valico non ha senso. Siamo disposti a confrontarci su dati autentici, ma non su visioni ideologiche o strumentali.
Quindi la Regione si opporrà". Il ricorso con la richiesta di sospensiva sarà presentato venerdì.
Valorizzazione e potenziamento della professione infermieristica attraverso l'istituzione di lauree specialistiche negli Atenei lombardi
Approvata all’unanimità in Consiglio regionale la mozione presentata da Massimo Vizzardi (Gruppo Misto) che chiede alla Giunta di valorizzare la professione infermieristica. In particolare, si invita la Regione ad attivarsi presso il Governo perché vi siano maggiori spazi di riconoscimento economico, anche in chiave regionale, con l’obiettivo di valorizzare il lavoro svolto; di dare concreta attuazione all’annuncio del Ministro della Salute di istituire negli atenei lombardi tre nuove lauree specialistiche per la professione infermieristica (Cure Primarie e Sanità Pubblica; Cure Pediatriche e Neonatali; Cure Intensive e dell'Emergenza); di prevedere permessi studio e agevolazioni per consentire di coniugare attività lavorativa e formazione professionale.
Il documento approvato è stato frutto di un accordo tra Consiglio regionale e Giunta, tra il primo firmatario Massimo Vizzardi, la Consigliera del PD Carmela Rozza, che aveva presentato due emendamenti, e il Sottosegretario all'Autonomia e ai Rapporti con il Consiglio Mauro Piazza.
“Dobbiamo accrescere l'attrattività della professione infermieristica offrendo opportunità formative e di avanzamento di carriera. Mancano infermieri e calano le iscrizioni ai corsi di laurea” ha spiegato Vizzardi, sottolineando che bisogna rafforzare con tempestività la rete formativa e promuovere, in collaborazione con le Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (ASST) e gli Ordini Professionali, campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte a laureandi e professionisti sanitari.
“Bisogna riconoscere la fatica degli infermieri prima di tutto - ha detto Carmela Rozza (PD) -. Il tema posto è importante ma va affrontato anche dal punto di vista economico, del riconoscimento dell’attività svolta e non solo sotto il profilo motivazionale. E’ importante far arrivare al Governo un messaggio unanime”.
“C’è una cronica mancanza di infermieri – ha spiegato Paola Pizzighini (M5S) – ed è fondamentale impegnarsi per avvicinare i giovani a questa professione. Siamo tra gli ultimi posti in Europa per rapporto infermieri e abitanti. Nella nostra Regione mancano 9000 infermieri e questo compromette la qualità dell’assistenza”.
La Consigliera Patrizia Baffi (Fratelli d’Italia), Presidente della Commissione Sanità, ha evidenziato: “Siamo consapevoli della realtà, ma ci vuole una riforma complessiva delle professioni sanitarie e non solo interventi spot, come questa mozione. La revisione del sistema deve essere a 360 gradi ed è già intenzione del Governo di affrontare con coraggio e in modo ampio la questione. E’ necessario ridefinire le funzioni, adeguare la formazione e valorizzare competenze e percorsi professionali”.
D’accordo con Patrizia Baffi anche il Consigliere di Forza Italia Giulio Gallera che ha ribadito come “la strada è quella di una riforma complessiva e non quella di una mozione, a cui si riconosce però una buona intenzione”.
Tutela della mobilità motociclistica lombarda e richiesta di riesame del provvedimento comunale di Milano relativo ai divieti in Area B per le moto Euro 0-3
Approvata la mozione proposta da Silvia Scurati (Lega) che impegna la Giunta a farsi parte attiva presso il Comune di Milano affinché si sospenda l’iter dei divieti in Area B relativi alle moto Euro 0, 1, 2 dal 2025 e 3 dal 2028.
Aprire un tavolo tecnico regionale di confronto con i rappresentanti dei motociclisti, gli Enti locali e le Associazioni ambientaliste per una revisione condivisa del provvedimento e sostenere l’iniziativa referendaria promossa dai cittadini milanesi, sono alcune delle richieste presenti nel documento. Si chiede inoltre alla Giunta di incentivare il mantenimento in efficienza dei veicoli storici o di basso impatto, la formazione alla guida sicura e l’adozione di soluzioni tecnologiche per la riduzione delle emissioni (filtri, retrofit, biocarburanti), in alternativa a misure puramente proibitive.
Univoca la voce dei partiti di maggioranza nel dichiararsi a fianco dei motociclisti e nel ritenere “il provvedimento del Comune di Milano ideologico, privo di fondamento dal punto di vista tecnico e ambientale e punitivo nei confronti dei cittadini, di chi non può comprarsi un nuovo mezzo. Una misura che rischia di produrre l’effetto opposto: migliaia di cittadini che oggi si spostano in moto (alleggerendo la circolazione) saranno costretti a riprendere l’auto, intasando ulteriormente le strade, rallentando i flussi urbani e, di conseguenza, aumentando emissioni e consumi”.
“Il divieto di circolazione riguarda i mezzi immatricolati da oltre 22 anni che producono emissioni nocive per la salute dei cittadini. Si può cercare una mediazione, ad esempio cercando i fondi per cambiare il parco macchine dei cittadini” ha dichiarato Paolo Romano (PD).
Nel dibattito sono intervenuti anche i Consiglieri Sergio Gaddi (Forza Italia), Chiara Valcepina (Fratelli d’Italia), Giulio Gallera (Forza Italia), Christian Garavaglia, (Fratelli d’Italia) e l’Assessore regionale all’Ambiente Giorgio Maione.
Pratica forense presso l’Avvocatura regionale
Pratica forense per tirocinanti diversamente abili presso l’Avvocatura regionale: lo prevede la mozione presentata da Chiara Valcepina (Fratelli d’Italia) e approvata all’unanimità dal Consiglio regionale che chiede di riservare una percentuale dei tirocini all’interno dell’Avvocatura regionale a laureati in Giurisprudenza con una disabilità e definire modalità di selezione inclusive, in grado di garantire il pieno accesso alla formazione professionale in ambito pubblico.
“Gli aspiranti avvocati con disabilità, dopo avere affrontato e completato con determinazione e sacrificio gli studi universitari, meritano il pieno riconoscimento del loro diritto a svolgere il tirocinio professionale in condizioni di pari opportunità - sottolinea Chiara Valcepina -. Tuttavia, molti tirocinanti con disabilità incontrano difficoltà nel reperire studi professionali disponibili ad accoglierli, a causa di barriere architettoniche o per la mancanza di strumenti adeguati a garantire la loro piena operatività. Un’istituzione pubblica come l’Avvocatura regionale appare, quindi, il luogo più adatto in cui un tirocinante con disabilità può essere inserito per completare il proprio percorso formativo senza subire ingiuste penalizzazioni o difficoltà. Regione Lombardia, con la sua Avvocatura, può e deve essere un esempio virtuoso”.
Il testo della mozione prevede, inoltre, che Regione Lombardia avvii collaborazioni con gli Ordini Forensi regionali per sostenere e agevolare il percorso di crescita professionale dei giovani aspiranti avvocati con disabilità.
La mozione fa leva sulla normativa vigente – in particolare la L.R. 13/2003 e la DGR n. X/5188 del 2016 – e valorizza il ruolo delle istituzioni pubbliche nel promuovere pari opportunità.
Nel corso del dibattito sono intervenuti i Consiglieri Giulio Gallera (Forza Italia) che ha sottolineato il ruolo del pubblico che “ha il dovere di investire nella formazione di giovani diversamente abili per dare a tutti le stesse opportunità”, Angelo Orsenigo (PD) che ha definito la mozione “utile” e ha evidenziato la preoccupazione che ancora nel 2025 ci siano “difficoltà a trovare studi con caratteristiche di accessibilità” e Lisa Noja (Italia Viva) che ha sottolineato come “non potere fare la propria carriera è una frustrazione terribile per molti giovani laureati diversamente abili”.
Richiesta stato calamità eventi meteorologici provincia di Varese
Nel corso dei lavori pomeridiani il Consiglio regionale ha anche trattato una interrogazione in merito agli eventi meteorologici del 23 aprile e del 4 e 5 maggio in provincia di Varese, che hanno causato allagamenti, alberi abbattuti dal vento, strade chiuse e rallentamenti del servizio ferroviario, frane, con 40 interventi dei Vigili del Fuoco in numerose località. L’interrogazione, illustrata dal Capogruppo Christian Garavaglia, ha chiesto al Presidente della Giunta se non sia il caso di avanzare una richiesta di stato di calamità e prendere in considerazione eventuali ristori a cittadini e imprese e stanziamenti per interventi sul territorio. L’Assessore alla Protezione Civile Romano La Russa ha risposto riferendo anche in merito alle iniziative promosse dall’Assessorato al Territorio che comprendono sopralluoghi per specifiche valutazioni e interventi di prevenzione del rischio. Finora, ha aggiunto, dalla scheda di segnalazione danni si evincono danni per oltre 105 mila euro riferiti al comparto pubblico (interessati il Comune di Induno Olona e in misura minore altri Comuni), mentre i parametri di legge non consentono di avanzare richiesta di stato di calamità naturale.
Nuovo Codice della Strada: differenziazione delle sanzioni amministrative per i casi di utilizzo di apparecchiature elettroniche con veicolo in marcia, ma in stato di regolare fermata
È stata rinviata in Commissione Territorio, presieduta da Jonathan Lobati (Forza Italia, la mozione proposta da Giuseppe Licata (Forza Italia) con cui si invitava la Giunta ad attivarsi presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per introdurre una differenziazione delle sanzioni amministrative, che comportano il ritiro della patente agli automobilisti nei casi di utilizzo dei dispositivi durante la marcia. Il nuovo codice della strada (art. 173) non prevede una distinzione tra violazioni commesse con veicolo in movimento e violazioni commesse con veicolo “in marcia ma in stato di regolare fermata”. La discussione in Commissione, attraverso le audizioni delle diverse Forze dell’Ordine coinvolte nei presidi stradali, consentirà di acquisire maggiori informazioni per definire con maggiore precisione le richieste da rivolgere al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Vicenda della società STMicroelectronics
È stata rinviata la discussione sulla mozione a firma di Pietro Luigi Ponti (PD) sulla situazione della STMicroelectronics, azienda strategica per il settore della microelettronica, che sta vivendo una fase di crisi e per questo ha annunciato un riassetto. La multinazionale, leader mondiale dei microprocessori, ha due stabilimenti in Italia: il più grande con oltre 5.300 lavoratori ad Agrate Brianza e uno minore a Catania. Il rinvio della discussione, proposto dall’Assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi, è stato accolto per poter avere un confronto più concreto alla luce dell’incontro già programmato a Palazzo Lombardia per il prossimo venerdì 16 maggio tra l’Assessore regionale, l’azienda, le parti sindacali e il Ministro alle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso.
Rinviate alle prossime sedute anche le mozioni sul fondo immobiliare del Pio Albergo Trivulzio (prima firmataria Michela Rozza del PD) e sulle iniziative di contrasto e cura della FIP, la peritonite infettiva felina (prima firmataria Michela Palestra del Patto Civico).